Connect with us

etna

Catania, riunione in Prefettura, potenziare presidio nei pressi crateri sommitali Etna

Nel corso dell’incontro si è parlato delle modalità di fruizione delle zone sommitali dell’Etna e alla definizione delle misure di prevenzione e gestione delle emergenze connesse all’attività eruttiva del vulcano

Pubblicato

il

Si è tenuta ieri a Catania nella sede della Prefettura una riunione convocata e presieduta dal Prefetto, Pietro Signoriello, d’intesa con il Dipartimento Regionale della Protezione Civile, finalizzata all’esame delle modalità di fruizione delle zone sommitali dell’Etna e alla definizione delle misure di prevenzione e gestione delle emergenze connesse all’attività eruttiva del vulcano.

All’incontro hanno preso parte, oltre al Dirigente del Dipartimento Regionale della Protezione Civile di Palermo, i rappresentanti della Città Metropolitana di Catania, i Sindaci dei Comuni dell’area etnea, i vertici delle Forze dell’Ordine, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dell’INGV, della Polizia Stradale, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, della Commissione Straordinaria del Comune di Randazzo, nonché i responsabili delle strutture territoriali dell’ANAS, del Parco dell’Etna, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, e del Collegio Regionale delle Guide Alpine e Vulcanologiche della Sicilia.

Nel corso della riunione, è stata condotta un’attenta analisi dei profili connessi alla sicurezza, alla viabilità e all’incolumità pubblica, con riferimento sia alle aree di maggiore afflusso turistico sia ai tratti stradali di accesso alle zone più esposte del vulcano. È stata, in particolare, condivisa l’esigenza di adottare misure preventive e tempestive di gestione delle eventuali situazioni di rischio derivanti da fenomeni eruttivi o da altre emergenze vulcaniche. Il Prefetto ha invitato ad attenzionare i profili di comunicazione preventiva agli utenti e il tema dell’inibizione degli accessi in caso di allarme. Sul punto, assumono un ruolo fondamentale, da un lato, le ordinanze immediate dei sindaci, da diffondere avvalendosi di tutti i possibili strumenti offerti dalla tecnologia, dall’altro, l’organizzazione di un sistema programmato e composito di turnazione ai cancelli, in maniera da realizzare un automatismo che inibisca gli accessi in situazione di preallarme e renda il sistema resiliente a qualunque scenario.

Il capo della protezione civile regionale Salvo Cocina ha evidenziato come, nell’ultimo evento piroclastico del 2 giugno scorso, nonostante il tempestivo allarme diramato dalle 5:30 del mattino dal suo dipartimento a seguito di comunicazione di INGV, diverse persone si trovavano in aree interdette e situazione di grave pericolo. Ciò conferma la necessità di potenziare il sistema di controllo attraverso la prioritaria pianificazione di turnazioni per il presidio delle vie di accesso alle aree a maggior rischio.

Cocina ha quindi comunicato che il dipartimento ha definito le nuove procedure di allertamento aggiornate con i nuovi scenari di rischio elaborati da INGV comprendenti ad esempio quello dei notevoli flussi piroclastici del 2 giugno. La protezione civile regionale sta inoltre valutando un sistema di allarme con sirene come già installato a Stromboli. Cocina ha confermato la disponibilità del volontariato di protezione civile da associare alle forze dell’ordine per il presidio dei cancelli e l’assistenza alla popolazione nonché di contributi finanziari per i comuni per consentire le attività in extra orario delle polizie locali per i cancelli.

Sul punto, il Prefetto ha ribadito che occorre mettere in campo tutte le forze disponibili (forestali, ANAS, Polizia locale, Vigili del fuoco, volontariato e quant’altro possibile) perché presidino e inibiscano il transito nell’ambito di un coordinamento curato dalla Questura e, in particolare, dalla specialità della Polizia stradale, quale capofila di un sistema complesso che provveda alla calendarizzazione di una turnazione semestrale. In merito, ha invitato a ragionare come sistema per superare le difficoltà, anche di ordine economico, opposte dai Comuni relativamente all’impiego di personale di Polizia municipale al di fuori dei territori di competenza.

Le istituzioni coinvolte hanno convenuto sull’opportunità di rafforzare il coordinamento operativo tra tutti gli enti territorialmente competenti, al fine di garantire una fruizione sicura dell’Etna da parte di cittadini e visitatori, anche attraverso la predisposizione di specifici protocolli di intervento e l’adozione di strumenti di monitoraggio costante dell’attività vulcanica. Il direttore della Sezione Osservatorio Etneo dell’INGV, Stefano Branca, ha confermato che l’Etna dispone del primo sistema automatico di allerta per eventi parossistici al mondo.

L’Etna negli ultimi decenni è cambiata sia come modo di eruttare sia come assetto morfologico. In merito Branca ha prospettato la diversità di due profili: da un lato, le aree sommitali, in relazione alle quali il sistema di allerta automatico ha efficacemente ristretto i tempi di comunicazione dei livelli di allerta; dall’altro, la zona di pericolosità permanente, in cui possono verificarsi eventi imprevedibili e alla quale dovrebbe essere sempre precluso l’accesso.

In conclusione, il Prefetto, ha chiesto l’avvio di un Tavolo speditivo per individuare i punti in cui realizzare i cancelli e, in immediata successione, l’attivazione di un Tavolo tecnico, aperto a un coinvolgimento massimo, finalizzato a pianificare un sistema di turnazione semestrale nel presidio delle vie di accesso. Il tavolo sarà convocato dalla protezione civile regionale già martedì due luglio.

 

etna

Etna, uno studio rivela le cause del collasso del cratere Sud-Est

Uno studio dell’INGV ricostruisce il collasso del cratere Sud-Est: un milione di metri cubi di materiale in fuga ad alta velocità. Mappa aggiornata del rischio per proteggere escursionisti e operatori

Pubblicato

il

FOTO REPERTORIO

Un improvviso collasso del fianco del cratere Sud-Est dell’Etna ha dato origine, il 10 febbraio 2022, a una violenta valanga piroclastica che ha coinvolto circa un milione di metri cubi di materiale vulcanico. È quanto emerge da uno studio,  all’interno del progetto Panacea-Pianeta Dinamico, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) delle sedi di Catania e Pisa, recentemente pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment.

Secondo gli esperti, il fenomeno è stato innescato da una rapida accumulazione di materiale instabile, ulteriormente aggravata dalle alte temperature residue e dall’alterazione dei depositi superficiali. Il risultato: un cedimento gravitazionale che ha lasciato una profonda cicatrice ben visibile anche dalle immagini satellitari.

Le valanghe piroclastiche – spiegano – sono tra i fenomeni più pericolosi in ambito vulcanico. Si tratta di flussi ad altissima velocità composti da gas roventi, cenere e frammenti di roccia che possono percorrere in pochi istanti ampie aree dei fianchi vulcanici, mettendo a rischio vite umane e infrastrutture.

«Attraverso la calibrazione del nostro modello numerico – affermano Daniele Andronico e Francesco Zuccarello, ricercatori dell’INGV e co-autori dello studio – siamo riusciti a ottenere una nuova mappa di pericolosità dell’area sommitale dell’Etna. Questo strumento si rivela fondamentale per gestire con maggiore efficacia l’accesso turistico durante le fasi eruttive e per rafforzare la prevenzione dei rischi».

La validità del modello è stata confermata anche da un evento più recente risalente al  2 giugno scorso quando una nuova valanga piroclastica si è verificata sul versante nord-orientale dello stesso cratere. Il flusso ha depositato materiale vulcanico fino a quasi tre chilometri di distanza, evidenziando la concretezza del rischio e l’importanza di monitoraggi costanti

Continua a leggere

Cronaca

Etna, soccorso escursionista 73enne nei pressi di Monte Frumento delle Concazze

Sul posto vigili del fuoco del comando provinciale etneo, intervenuti con l’elicottero “Drago 142” del reparto volo di Catania

Pubblicato

il

E’ stato soccorso dai vigili del fuoco del comando provinciale etneo, intervenuti con l’elicottero “Drago 142” del reparto volo di Catania, un uomo di 73 anni di origine argentina rimasto ferito sull’Etna nei pressi di Monte Frumento delle Concazze, in territorio di Piedimonte Etneo.

L’intervento è avvenuto nella tarda mattinata di oggi. Da quanto si apprende il 73enne si sarebbe infortunato al braccio sinistro durante un’escursione. L’escursionista, in evidente stato confusionale e disorientato, una volta raggiunto dal mezzo aereo è stato recuperato tramite verricello e successivamente è stato trasportato all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove l’uomo è stato affidato ai sanitari per le cure  del caso

Continua a leggere

Trending