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Cronaca

Catania, scoperta piazza di spaccio in via della Capinera, arrestato 30enne

Dentro l’appartamento scovato un enorme monitor collegato a ben 12 microtelecamere poste sul perimetro del palazzo, per monitorare non solo tutti i movimenti esterni ma anche dell’intero isolato.

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Arrestato dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Catania Fontanarossa per “detenzione ai fini di spaccio” un 30enne catanese. In particolare i militari dell’Arma hanno scoperto come l’uomo avesse allestito un remunerativo e fiorente commercio di stupefacenti, utilizzando come base logistica e punto di stoccaggio, una casa sita in un edificio in via della Capinera.

Ha destato particolare sospetto la presenza di un sistema di microcamere installate sugli angoli della palazzina, utilizzate dal pusher per garantirsi la fuga nell’eventualità di un blitz delle forze dell’ordine, oltre che un insolito via vai di persone non residenti, che entravano ed uscivano dall’edificio ad ogni ora del giorno e della notte. A seguito di un servizio di appostamento i carabinieri hanno avuto modo di entrare in azione non appena un gruppo di giovani ha lasciato il portone aperto. Questa opportunità è stata subito sfruttata dai carabinieri che hanno deciso di entrare dentro la casa. Lo spacciatore accortosi della presenza dei militari, ha tentato di chiudere la porta spingendola con forza contro i carabinieri che, tuttavia, sono riusciti a spalancarla e entrare.

Una volta dentro, gli investigatori, hanno trovato il tavolino sul quale il 30enne aveva esposto le dosi di droga, del peso di più di 20 grammi e 40,00 €, sicuro guadagno dell’attività illecita, quel giorno appena iniziata. All’interno del salone, scovato infine anche un enorme monitor, collegato a ben 12 microtelecamere poste sul perimetro del palazzo, per monitorare non solo tutti i movimenti esterni all’appartamento, ma dell’intero isolato. Il pusher è finito in carcere.

 

Cronaca

Paternò, moria di ovini per via della “blue tongue”, preoccupazioni tra gli allevatori

“E’ una malattia diffusa – ha detto Francesco Lamancusa ASP etnea- nei distretti sanitari di Paternò, Adrano e Bronte e sono coinvolti complessivamente 8500 capi, di questi sono stati colpiti oltre 500 e circa la metà è morta”

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A Paternò, ma soprattutto nella Piana di Catania, cresce tra gli allevatori di bestiame la preoccupazione della presenza tra gli animali della febbre catarrale degli ovini meglio nota anche come “lingua blu”. Si tratta di una malattia virale trasmessa da insetti vettori che colpisce ruminanti domestici e selvatici come pecore, capre e bovini. Viene trasmessa agli animali tramite le punture di alcuni moscerini. Sono centinaia gli ovini fino adesso morti per la malattia o comunque abbattuti. Ingenti i danni per gli allevatori. Da quanto si apprende la malattia non sarebbe contagiosa per gli esseri umani.

“La febbre catarrale ha colpito nelle nostre zone gli ovini. E’ una malattia diffusa in alcuni distretti sanitari della provincia di Catania- ha detto Francesco Lamancusa, direttore dell’UOC Sanità animale ASP etnea- quali i distretti di Paternò, Adrano e Bronte. Come tali sono coinvolti parecchi allevamenti, complessivamente 8500 capi, di questi sono stati colpiti oltre 500 e circa la metà è andata a morte. La malattia non si trasmette da animale ad animale- prosegue Lamancusa- non si trasmette da animale a uomo ne con i prodotti. E’ una malattia che viene trasmessa da un vettore che è la zanzara culicoide. Bisogna fare lotta di prevenzione affinchè gli animali non siano punti dalle zanzare. Inoltre è necessario fare una profilassi vaccinale con i vaccini disponibili in commercio”.

Sula questione è intervenuto anche il presidente della Confagricoltura Catania Giosuè Arcoria: “La situazione è drammatica per gli allevatori – ha detto a Etnanews24 Arcoria- Quest’ultimi, dopo la siccità che ha prodotto la mancanza di foraggi e mangimi, devono adesso fronteggiare anche la moria di animali. Prima che la malattia si espande e diventa incontrollabile è necessario attivarsi a livello non solo locale ma regionale per capire come muoversi. Allo stato attuale possiamo mettere in campo solo azioni di prevenzione”.

Sulla vicenda c’è una presa di posizione dell’associazione a difesa dei consumatori “Aiace” la quale per voce del suo presidente Giuseppe Gullotta è pronta a sostenere e a difendere gli allevatori del distretto sanitario di Bronte, Paternò e Adrano, duramente colpiti dai gravi danni economici causati dall’epidemia di “blue tongue”. “Ad oggi, l’unico modo efficace per debellare questa malattia- si legge in una nota stampa-è attraverso la prevenzione con il vaccino, e non è pensabile che il costo di questa misura essenziale ricada interamente sugli allevatori. In un contesto già reso critico dalla siccità, Aiace insieme alle associazioni di categoria difenderanno gli allevatori, chiedendo che il costo del vaccino sia coperto dal Servizio Sanitario Nazionale, e che vengano attivati anche contributi economici per far fronte alle perdite subite.

Ci faremo promotori per rappresentare le ragioni degli allevatori dinanzi all’ASP di Catania, all’Assessorato regionale alla Salute e al Ministero della Salute- prosegue la nota stampa- È essenziale sottolineare che faremo tutto il possibile per sostenere gli allevatori, ma con realismo e trasparenza: non intendiamo creare facili illusioni o alimentare false promesse. Il nostro obiettivo è lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni, affinché si possano trovare soluzioni concrete e realizzabili. Un allevamento sano e sostenibile è una garanzia per la stabilità a lungo termine del settore agroalimentare. Se gli allevatori vengono lasciati soli in momenti di crisi, l’intero settore potrebbe subire danni duraturi, portando a chiusure di aziende agricole e un impatto negativo sull’economia locale e nazionale. L’associazione dei consumatori ha quindi l’interesse a preservare una filiera agroalimentare solida e sostenibile, a beneficio dei consumatori”.

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Cronaca

Paternò, prende il via il Servizio Civile al comune, oggi la presentazione dei progetti

I progetti, che vedranno la partecipazione di 24 giovani, si suddividono  in “Resilienza Sociale”(4 partecipanti), “Ambiente Sostenibile” (10 partecipanti) e “Resilienza Culturale” (10 partecipanti).

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A Paternò presso la biblioteca comunale di Via Monastero, si è tenuta una  conferenza di presentazione dei tre progetti approvati con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Servizio Civile Universale, promossi in collaborazione con il Centro Studi SVIME. I progetti, che vedranno la partecipazione di 24 giovani, si suddividono  in “Resilienza Sociale”(4 partecipanti), “Ambiente Sostenibile” (10 partecipanti) e “Resilienza Culturale” (10 partecipanti).

Nel corso dell’incontro, il sindaco Nino Naso, affiancato dai responsabili dei vari settori, ha illustrato i dettagli dei progetti, evidenziando l’importanza di queste iniziative per la crescita della comunità paternese. Presente anche il consigliere comunale Michele Russo, promotore dell’iniziativa assieme a Ornella Contino coordinatrice di “Azzurro donne”.  L’obiettivo comune è promuovere lo sviluppo sociale, ambientale e culturale, offrendo ai giovani strumenti concreti per un futuro più sostenibile e inclusivo.

Con il progetto “Ambiente Sostenibile- Coltiviamo il Futuro” dieci giovani di Paternò avranno la possibilità di lavorare su iniziative che mirano a tutelare l’ecosistema.

Con il progetto “Resilienza Culturale- Valorizzare le Radici, Guardare al Futuro” dieci giovani avranno l’opportunità di esplorare e approfondire il patrimonio, con l’obiettivo di garantirne la conservazione per le generazioni future.

Infine con il progetto “Resilienza Sociale- Costruire una Comunità più Forte insieme” si offre a quattro giovani l’opportunità di contribuire al rafforzamento del tessuto sociale della comunità. Attraverso iniziative mirate all’inclusione e al sostegno delle fasce più deboli, questo progetto rappresenta un passo verso una società più coesa e solidale.

 

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