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Cronaca

Catania, stalla abusiva a Monte Po, multe per oltre 9mila euro

Controlli anche a Librino: scovati stupefacenti grazie all’intervento del cane antidroga “Maui”

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cavalli

Un’altra operazione contro le attività illegali legate alla gestione e al maltrattamento degli animali è stata portata a termine dalla Polizia di Stato. Nel quartiere Monte Po è stata individuata una stalla abusiva dove venivano tenuti tre cavalli e un asino, senza le autorizzazioni previste dalla legge.

L’intervento è stato condotto dalla squadra a cavallo della Questura di Catania in collaborazione con i veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Nonostante gli animali fossero in apparente buone condizioni fisiche, le autorità hanno rilevato numerose irregolarità. In particolare, la struttura non era registrata e risultava priva del codice aziendale obbligatorio per legge.

A seguito degli accertamenti, il gestore è stato sanzionato con una multa complessiva di 9500 euro: 1.500 euro per l’assenza del codice identificativo e 8.000 euro per carenze documentali e sanitarie, tra cui la mancata esecuzione del test per l’anemia infettiva sugli equini. Gli animali, posti sotto sequestro amministrativo, sono stati temporaneamente affidati al proprietario, con l’obbligo di sanare le violazioni riscontrate entro i termini di legge.

Sempre nella giornata di controlli, le forze dell’ordine hanno operato nel quartiere Librino, già noto per episodi di degrado e attività illecite. Con il supporto delle unità cinofile, gli agenti hanno scoperto e sequestrato 100 grammi di cocaina, nascosti in un’intercapedine muraria di un palazzo in viale Castagnola. La droga è stata individuata grazie all’intervento del cane antidroga “Maui”, che ha segnalato la presenza dello stupefacente occultato dietro una porta in ferro.Le indagini proseguono per individuare i responsabili, mentre le autorità ribadiscono l’impegno a monitorare il territorio per prevenire e reprimere i reati che compromettono la sicurezza pubblica e il benessere degli animali.

 

Cronaca

Bronte, una nuova condotta contro la crisi idrica nella parte bassa della città

Una condotta che collega i 2 pozzi Musa, che alimentano la zona alta del paese, con la vasca di raccolta in contrada Rinazzo, da cui l’acqua viene poi distribuita al popoloso quartiere Sciarotta

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Dopo settimane di emergenza idrica, arriva finalmente una soluzione concreta per la parte bassa di Bronte, messa in difficoltà dalla drastica riduzione della portata d’acqua da parte dell’Acoset, passata da 36 a soli 16 litri al secondo.  Il Comune ha attivato una nuova condotta idrica che collega i 2 pozzi Musa, che alimentano la zona alta del paese, con la vasca di raccolta in contrada Rinazzo, da cui l’acqua viene poi distribuita al popoloso quartiere Sciarotta.

Il progetto ideato dal geometra Nino Saitta, responsabile della VI Area Tecnica comunale, ha richiesto l’implementazione di un sistema sofisticato per superare i circa 5 chilometri di distanza in linea d’aria e i dislivelli altimetrici che separano i due punti. Una soluzione all’apparenza semplice, ma frutto di un accurato lavoro di ingegneria.

Quando l’acqua ha finalmente raggiunto la vasca di Rinazzo, tra i presenti è scattato un applauso liberatorio. Oltre a Saitta, erano presenti il sindaco Pino Firrarello e il responsabile dello staff comunale, Nunzio Giuffrida. “Permettetemi di ringraziare gli uomini che hanno concretizzato questo risultato – ha dichiarato Saitta – Senza l’impegno di Nino Zingali, Nino Longhitano, Luigi Russo e Salvo Castiglione e dell’impiantista Giuseppe Cassarà non saremmo riusciti a raggiungere questo obiettivo”.

La nuova condotta è stata realizzata nell’ambito del progetto di ottimizzazione della rete idrica comunale, finanziato con 5 milioni di euro. “Abbiamo – ha spiegato Saitta – collegato i pozzi Musa al partitore di Poggio San Marco e, da lì, utilizzando una vecchia condotta in disuso da circa 15 anni, siamo riusciti a raggiungere contrada Rinazzo”. Secondo le stime tecniche, il nuovo impianto garantirà circa 5 litri d’acqua al secondo in più, che si aggiungono ai 16 forniti da Acoset.

“Dovrebbero bastare – conclude Saitta – per risolvere l’attuale emergenza”. Negli ultimi tempi, nella parte bassa del paese l’acqua arrivava per poche ore al giorno e con una pressione insufficiente a riempire le cisterne sui tetti delle abitazioni. Ora i cittadini sperano che la situazione possa finalmente tornare alla normalità. “Abbiamo fatto un lavoro enorme per garantire acqua a tutti – ha affermato il sindaco Firrarello- È stato un intervento complesso, difficile anche da spiegare nei dettagli, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ritengo che entro una settimana la situazione possa stabilizzarsi”.

Nel frattempo si attende la messa in funzione del terzo pozzo Musa, scavato di recente, e le relative analisi sulla qualità dell’acqua.

 

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Cronaca

Sigonella, dopo attacchi a Teheran si alza il livello di attenzione

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha annunciato l’innalzamento al massimo livello di attenzione nelle basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano, per timore di possibili ritorsioni annunciate dall’Iran

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FOTO "ANSA"

E’ allerta massima nelle basi americane in Italia dopo l’attacco statunitense in Iran della notte scorsa.  Da Aviano a Sigonella l’attenzione è massima.

Rafforzati i dispositivi messi in campo per garantire la sicurezza dei militari. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha annunciato l’innalzamento al massimo livello di attenzione nelle basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano, per timore di possibili ritorsioni annunciate da Teheran.

Situata nei pressi di Catania, Sigonella è una base mista, sotto comando italiano ma utilizzata estensivamente da Marina e Aeronautica statunitensi. È soprannominata “la portaerei del Mediterraneo” per la sua centralità nelle missioni USA in Nord Africa, Medio Oriente e Sahel.

Vi operano anche droni “MQ-9 Reaper” e velivoli da sorveglianza come gli “EP-3″. È un nodo strategico per la guerra elettronica e per il comando Africom, responsabile delle operazioni statunitensi nel continente africano.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha specificato che  le basi aeree americane in Italia “sono disciplinate da un accordo dei primi anni cinquanta, molto antico, che prevede che loro possano utilizzarle soltanto spiegando per cosa le vogliono utilizzare e solo dopo l’autorizzazione del governo italiano. Non è stata ancora chiesta, non è mai stata chiesta questa autorizzazione”.

 

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