Un cittadino tunisino di 26 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato denunciato dalla Polizia di Stato per furto aggravato e tentata estorsione. Secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe sottratto un tablet di lavoro per poi cercare di ottenere del denaro in cambio della sua restituzione, mettendo in atto la pratica nota come “cavallo di ritorno”.
I fatti si sono verificati a bordo di un peschereccio dove il giovane era stato assunto a titolo di prova come aiutante. Al termine di una giornata di lavoro, il titolare del peschereccio, rientrato sull’imbarcazione, ha scoperto la scomparsa sia del collaboratore che del tablet, uno strumento essenziale per l’attività di pesca poiché equipaggiato con un software ministeriale per il “controllo pesca”.Poche ore più tardi, l’ex collaboratore si è ripresentato dal datore di lavoro, non per consegnaree il dispositivo, bensì per chiedere una somma di denaro in cambio della sua restituzione. Il pescatore, rifiutando ogni tipo di ricatto, si è rivolto immediatamente alla Polizia di Frontiera, dove ha denunciato l’accaduto fornendo tutti i dettagli utili.
Avviate le indagini, la squadra di Polizia Giudiziaria dello Scalo Marittimo ha analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nell’area portuale. Gli accertamenti hanno permesso di risalire all’autore del furto, che nel frattempo era già stato arrestato per un diverso reato, consentendo così di procedere alla denuncia a suo carico