Sono stati anni dolorosi, pieni di urla, spinte e prepotenze, quelli vissuti da una donna di nazionalità marocchina, ma da tempo residente ad Adrano.
Solo ieri, il coraggio di denunciare della donna, sostenuto dall’aiuto delle forze dell’ordine, ha messo la parola fine a una triste storia. Un incubo spezzato dall’intervento del personale del Commissariato di Adrano, che ha denunciato in stato di libertà, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, il marito della donna, un adranita di 43 anni.
La vittima ha raccontato che, da circa due anni, ha subito dei maltrattamenti da parte del marito, specificando che le violenze si concretizzavano in spinte e bloccaggi dei polsi, senza che, peraltro, si fossero mai verificati gravi episodi di percosse, tanto che non ha mai dovuta ricorrere a nessuna cura medica.
Maltrattamenti, per lo più verbali, sono stati subiti anche dalla figlia, avuta da una precedente relazione della donna, ma convivente con la coppia.
Durante l’ultimo ennesimo litigio verbale, il marito però ha manifestato esplicitamente tutta la sua aggressività, colpendo ripetutamente con schiaffi la moglie. Un fatto che ha convinto quest’ultima a recarsi presso gli Uffici della Polizia, unitamente alla figlia, e a raccontare la vicenda.
Immediatamente è stata attivata la nuova procedura “Codice rosso” in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, che prevede per le vittime, la possibilità di essere alloggiate presso una struttura protetta.
Nei confronti dell’uomo, deferito all’Autorità Giudiziaria, si è proceduto anche ad applicare la misura cautelativa del ritiro di una pistola con cartucce, regolarmente detenute.
Si è conclusa così l’ennesima storia di violenza in famiglia che poteva tramutarsi in tragedia. Una storia che può e deve essere d’aiuto ad altre donne, che vivono la stessa situazione.
Non è mai facile presentare una denuncia contro il proprio familiare, ma questo è un atto dovuto per prevenire comportamenti pericolosi, che spesso possono tradursi in fatti di sangue.