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Coronavirus, primo caso positivo a Santa Maria di Licodia

Tra i 20 casi accertati in Sicilia si conta anche un contagiato nel piccolo centro etneo

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Ci sarebbe un primo caso di contagio da coronavirus certificato a Santa Maria di Licodia.

La notizia è rimbalzata nelle ultime ore, dopo essere stata diffusa dalla testata Meridionews.

Poche e frammentarie le informazioni, che hanno destabilizzato il sabato sera di un intero paese.

Pare si tratti di un uomo, in condizioni stabili, che nei giorni scorsi è entrato in contatto con i contagiati di Messina.

Adesso bisognerà ricostruire attentamente la rete di contatti. Chiunque abbia dei sospetti deve contattare immediatamente i numeri dedicati, 112, 1500 e 800458787.

Intanto a seguito dell’emergenza, davanti l’ospedale “SS. Salvatore” è stata allestita la tenda “pre-triage” dedicata a tutti quei cittadini che dovessero riscontrare sintomi influenzali descritti come tipici da Covid19.

“In questo modo chiunque riscontrasse sintomi sospetti – spiega il sindaco, Nino Naso – non dovrà passare dal Pronto Soccorso, ma potrà fermarsi prima, ed essere assistito da personale dedicato. Manteniamo alta l’attenzione sull’attuale situazione nel nostro Paese: per noi la prevenzione e la salute dei nostri concittadini vengono prima di ogni altra cosa”.

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etna

Catania, INGV e UNICT insieme per studiare il cuore dell’Etna

Pubblicato un nuovo studio sulla rete di faglie attive sottostanti all’Etna: passo avanti anche nella valutazione del rischio vulcanico.

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Un nuovo studio dell’INGV e dell’Università di Catania ha analizzato la struttura profonda dell’Etna e il legame tra l’attività sismica e la risalita del magma, svelando nuovi dettagli sulla dinamica interna del vulcano. Il lavoro è frutto di un’attività congiunta dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università di Catania. L’analisi del cuore nascosto dell’Etna ha evidenziato la rete di faglie che interagisce con il magma all’interno del vulcano.

I ricercatori, partendo dall’analisi degli oltre 15.000 terremoti avvenuti nell’arco di circa vent’anni, hanno riscostruito la fitta rete di faglie attive presenti sotto il vulcano e hanno tracciato le strutture che guidano la deformazione della crosta e la loro interazione con i movimenti del magma.
Pubblicato sulla rivista internazionale Scientific Reports, lo studio dal titolo “Earthquake clustering and structural modelling unravel volcano-tectonic complexity beneath Mount Etna” evidenzia come le eruzioni più intense, come quelle del 2018 e del 2021, siano precedute da un significativo rilascio di energia sismica che interessa l’intera architettura geologica dell’area fino a profondità di circa 30 km. In occasione di eventi eruttivi, la pressione esercitata dal magma negli strati della crosta può attivare faglie anche a distanza e profondità considerevoli rispetto ai crateri sommitali.


Abbiamo osservato che il magma, risalendo verso la superficie, esercita una pressione che interferisce con il sistema di faglie, modificando in modo significativo l’equilibrio della crosta terrestre”, spiega Luciano Scarfì, primo autore dello studio e ricercatore dell’INGV. “Non si tratta solo di un fenomeno localizzato all’area dei crateri, ma di un meccanismo che coinvolge l’intero sistema vulcanico”.
Particolarmente interessante è la dinamica del fianco orientale dell’Etna, noto per il suo lento e costante scivolamento verso il Mar Ionio. La ricerca mostra che questo movimento non è uniforme, ma avviene lungo strutture diverse, innescato da una combinazione di antiche faglie, pressioni magmatiche e cedimenti superficiali.

Ci troviamo davanti a un sistema complesso”, aggiunge Giovanni Barreca, co-autore dello studio e ricercatore dell’Università di Catania. “La sismotettonica del vulcano nel breve termine è governata dalla riattivazione di strutture ereditate dalla lunga storia geologica e tettonica dell’area. Molte di queste non corrispondono alle faglie già note in superficie”.
Secondo il team di ricerca, composto anche da Carmelo Cassisi e Horst Langer, ricercatori dell’INGV, le nuove evidenze della struttura interna dell’Etna rappresentano un importante passo avanti anche nella valutazione del rischio vulcanico.
La nostra metodologia, che combina modelli tridimensionali, tecniche sismologiche avanzate e l’impiego di algoritmi di data mining può essere applicata ad altri vulcani attivi situati in contesti geologici complessi”, concludono gli autori.
Lo studio non solo migliora la capacità di interpretare il comportamento dell’Etna, ma offre anche uno strumento scientifico replicabile per l’analisi di altri sistemi vulcanici nel mondo

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Cronaca

Catania, operazione “Alto Impatto” dei carabinieri del NIL, controllate diverse aziende

I militari del Nucleo Ispettorato Lavoro hanno ispezionato 14 aziende, trovandone 11 irregolari, scoperti 12 lavoratori in nero, effettuate 6 sospensioni di attività, denunciate 11 persone ed elevate sanzioni per oltre 55 mila euro

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I carabinieri del NIL, nell’ambito dell’attività di vigilanza “ad alto impatto” disposta in ambito nazionale dal Comando Carabinieri Tutela del lavoro ed in particolare nel territorio della provincia etnea, negli ultimi giorni hanno intensificato i controlli nei settori imprenditoriali più a rischio come il commercio, gli esercizi pubblici e l’edilizia.

All’esito dei controlli ispettivi presso 14 aziende ben 11 sono risultate irregolari e per 6 è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per “lavoro nero”, avendo superato il 10% dei lavoratori in nero rispetto ai presenti in azienda. In totale sono state verificate 44 posizioni lavorative ed individuati 12 lavoratori sommersi alla pubblica amministrazione.

Sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria competente, 11 soggetti responsabili in materia di sicurezza sul lavoro per omesse visite mediche preventive e formazione dei lavoratori, ponteggi inidonei, attrezzature di lavoro ed impianti elettrici non conformi, aree di cantiere non ben delimitate ed altro.

Sono state irrogate ammende e sanzioni amministrative pari ad euro 55.786 euro con il recupero contributivo previdenziale e assistenziale pari ad euro 10.000.

 

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