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Cronaca

Incidente mortale a Catania. A perdere la vita il paternese Gabriele Longo

Il sinistro questa mattina su via S.Sofia. Si tratterebbe di un incidente autonomo.

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Dolore e sgomento a Paternò per la tragica notizia che questa mattina ha sconvolto la città. Un incidente stradale ha spezzato la vita di Gabriele Longo, 24enne paternese. Il sinistro è avvenuto  all’alba di oggi, in via Santa Sofia, davanti il Policlinico del capoluogo etneo.

Il ragazzo, guardia giurata, stava tornando a casa, a Paternò, dopo aver concluso il turno di lavoro, quando per cause ancora in corso d’accertamento ha perso il controllo della sua moto. Sul posto, per i rilievi sono arrivati gli agenti della Polizia municipale di Catania. Non chiaro se si tratti di un incidente autonomo o se sia successo qualcos’altro che ha fatto perdere a Gabriele il controllo del mezzo, determinando così l’incidente e la morte.

La salma del giovane è stata portata al Policlinico di Catania, in attesa di essere restituita ai familiari, ai genitori, al padre Antonello (ex consigliere comunale) e alla mamma Alfina.

Ed a nome della città un messaggio di cordoglio è arrivato dal sindaco Nino Naso. «Sono sconvolto e profondamente addolorato – ha evidenziato il primo cittadino paternese – per questa tragedia che ha colpito il nostro Gabriele, da primo cittadino e da amico della famiglia Longo, mi stringo insieme a tutta la comunità cittadina attorno a loro, una famiglia già provata da un precedente e straziante dolore. Un giovane pieno di valori, onesto e solare che perde la vita mentre si ritira da lavoro. Salutaci le stelle Gabriele.»

Cronaca

Giarre, Ispettori del lavoro scoprono lavoratori in nero in cantiere

Sanzioni salate per l’azienda, compresa la sospensione del cantiere

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Nei giorni scorsi, gli Ispettori INL del Contingente Sicilia hanno effettuato a Giarre un accesso in un cantiere edile. La verifica ha consentito di accertare che tutti e 3 i lavoratori presenti erano in nero. Essendo stata superata la soglia del 10% di irregolari, è stata imposta la sospensione dei lavori. Nel corso dell’accertamento è stata altresì appurata la mancata effettuazione della visita medica dei lavoratori. Gli ispettori hanno irrogato sanzioni amministrative di sospensione per 2.500 euro, oltre alla maxi-sanzione fino ad un massimo di 14.200 euro, alle quali si aggiungono le sanzioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, fino ad un massimo di 5.695,36 euro.

 

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Cronaca

Aci S.Antonio, Finanza fa luce su sistema di distrazione di beni aziendali e frode fiscale

Disposto il sequestro preventivo della società “Arcaplast S.r.l.”, comprensivo delle quote societarie, dei conti correnti e dei beni strumentali per un valore complessivo di quasi 400 mila euro, reato contestato bancarotta fraudolenta

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I Finanzieri del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza dell’intero compendio aziendale della società “Arcaplast S.r.l.” con sede legale in Aci Sant’Antonio, comprensivo delle quote societarie, dei conti correnti e dei beni strumentali per un valore complessivo di quasi 400 mila euro; reato contestato bancarotta fraudolenta.

È stata, inoltre, disposta la nomina di un amministratore giudiziario per la gestione della società sequestrata. Le indagini, condotte dalla compagnia di Acireale avrebbero consentito di far emergere un sistema di frode a danno dei creditori, in particolare dell’erario. Le indagini hanno preso avvio a seguito di una indagine avviata dalla Procura con l’obiettivo di esaminare le dinamiche relative al dissesto finanziario della società fallita. Dalle indagini sarebbe emerso un disegno fraudolento che avrebbe visto il coinvolgimento del rappresentante della società fallita, Orazio Mattia Bella, con precedenti per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il meccanismo di frode si sarebbe basato su uno schema operativo finalizzato a sottrarre beni e risorse dalla società fallita per trasferirli a una nuova entità giuridica, a prezzo irrisorio rispetto al loro valore, con l’obiettivo di eludere le responsabilità patrimoniali e fiscali.

L’illecita alienazione avrebbe riguardato il patrimonio aziendale della società fallita, comprendente know-how, dipendenti, fornitori e clienti, trasferito integralmente alla nuova impresa. In tal modo, la “New Company” avrebbe potuto proseguire l’attività imprenditoriale con i beni della fallita senza tuttavia farsi carico dei rilevanti debiti e passività accumulati. Tale cessione sarebbe stata quantificata in quasi 3 milioni di euro, con un danno patrimoniale complessivo di circa 1,5 milioni di euro a carico dei creditori, in particolare dell’Erario.

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