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Associazionismo

Etna, presentata a Nicolosi “MountEtna”, iniziativa dell’Ente Parco

Un progetto che punta a studiare le modalità di recupero dei ruderi presenti nel territorio rurale del territorio

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Un piano di ricerca per studiare le modalità di recupero dei ruderi presenti nel territorio rurale del Vulcano. Si propone questo ambizioso obiettivo il Parco dell’Etna, in collaborazione con l’Archeoclub Italia, attraverso un finanziamento dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e dell’Assemblea Regionale Sicilia, con il patrocinio della Fondazione Federico II. 

La conferenza programmatica si è già svolta nell’Aula Conferenze della sede dell’Ente Parco alla presenza del nuovo commissario straordinario Giovanni Riggio, dei rappresentanti istituzionali del territorio e di diverse associazioni, oltre a esperti e docenti universitari.

Il progetto punta a dare una nuova forma di governance al territorio del Parco dell’Etna, puntando sulla necessità di tutelare i valori naturalistici, insiti nel Dna del Parco, senza rimanere ostaggio di inutili rigidità, peraltro superate dalle moderne visioni e prospettive architettoniche e culturali.

Su questi punti si trovano concordi storici, come Andrea Cerra, che ha sottolineato l’aspetto centrale del Vulcano come attrattore di valori scientifici, culturali ed economici, legali come il docente universitario Agatino Cariola e tecnici come l’Ordine degli Architetti di Catania che, ancora una volta, punta l’accento sulla decisiva collaborazione per seguire la gestione delle trasformazioni dei territori. 

Al di là degli aspetti che, nei decenni, hanno diviso alcuni esponenti delle professioni e semplici cittadini, la conferenza programmatica è stata l’occasione per fare il punto su ciò che unisce e che fornisce una grande occasione di crescita e di riscatto per una rinnovata visione di sviluppo territoriale, caratterizzato da lava e acqua, attorno ad un polo d’attrazione unico nel suo genere come l’Etna.

A moderare l’incontro è stata la giornalista Mary Sottile. 

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Catania, progetto “Le mani in pasta”, per giovani con disturbo spettro autistico

“Il lavoro rappresenta un’importante occasione relazionale e di crescita, ma soprattutto dona loro dignità e senso”. A dirlo Federico Lupo, presidente di “Un futuro per l’autismo”

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FOTO WEB

Il progetto “Le mani in pasta”, indirizzato a soggetti con disturbo dello spettro autistico, ha formato come pizzaioli sei adulti, con età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Il corso che li ha impegnati per quattro volte al mese da ottobre a maggio è stato tenuto da maestri della Nazionale italiana pizzaioli (Nip). Ad organizzarlo l’associazione ‘Un futuro per l’autismo’ in collaborazione con ‘Un altro modo’. Alla fine del corso i sei partecipanti sono stati premiati, nella sede dell’impresa sociale Cantine di Loreto di Acireale, con gli attestati che li dichiara ‘piazzaioli con le mani in pasta”.

“È un modo per dare il giusto merito ai nostri ragazzi per il percorso che hanno fatto, legato alla panificazione e alla pizzeria- ha detto Federico Lupo, presidente di “Un futuro per l’autismo” – l’inserimento lavorativo si coniuga perfettamente con il progetto di vita dei nostri ragazzi, da cui non può prescindere. Il lavoro rappresenta un’importante occasione relazionale e di crescita, ma soprattutto dona loro dignità e senso”.

Vera Caltabiano, componente dell’associazione ha spiegato  che ” il lavoro delle istituzioni è fondamentale  da quando si ha una diagnosi fino al momento dell’inserimento nella società, perché gli unici che possono garantire attività adeguate per i nostri ragazzi sono gli enti locali. Ma devono collaborare: con le associazioni di familiari e con le cooperative che offrono i servizi. Solo così si può garantire un futuro ai nostri ragazzi. Futuro che è la cosa che ci ha preoccupati – sottolinea – dal giorno in cui ci hanno detto ‘vostro figlio ha un disturbo dello spettro autistico’. Lì il pensiero che dobbiamo lasciare i nostri figli senza che abbiano uno spazio nella società è terribile”.

La consegna degli attestati è stata l’occasione di parlare di un percorso comune per costruire un progetto di vita che coinvolga famiglie e istituzioni. Un esempio arriva dal comune di Sant’Agata Li Battiati che al progetto di vita delle persone con autismo ha deciso di destinare un terreno confiscato alla mafia.

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Associazionismo

Paternò, si arricchisce il parco mezzi del Gruppo Donatori Volontari Sangue

Il mezzo è stato acquistato grazie all’ “Opera Fondazione Michelangelo Virgillito”. L’associazione da qualche tempo doveva sostituire il furgone, utile ogni domenica ai volontari, con l’Autoemoteca, per spostarsi nei luoghi scelti per la donazione

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Si è svolta a Paternò, dinanzi lo slargo del “Santuario Maria SS. della Consolazione”, la cerimonia di benedizione del nuovo furgone del GDVS-Fidas. L’evento è stato anche il momento in cui sono state consegnate le benemerenze dell’anno 2024 ai soci donatori di Paternò. Il mezzo è stato acquistato grazie all’ “Opera Fondazione Michelangelo Virgillito”.

“La benedizione è avvenuta durante la solenne festività della Madonna della Consolazione- dicono gli organizzatori- per evidenziare il gesto di generosità che scaturisce, sull’esempio di Maria, da parte dell’Opera che si ispira a principi cattolici e di amore misericordioso”.

Questo gesto di generosità scaturisce da un’esigenza reale espressa da parte dell’associazione GDVS- Fidas che da qualche tempo doveva sostituire il furgone, utile ogni domenica ai volontari, con l’Autoemoteca, per spostarsi nei luoghi scelti per la donazione, esigenza evidenziata e fatta presente lo scorso anno e che è stata subito accolta dai componenti dell’Opera, che hanno elargito una somma congrua, che ha consentito, con un incremento, l’acquisto del veicolo.

Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti dell’associazione di volontariato GDVS e dell’Opera. L’evento di per se è stato anche un momento di preghiera e di riflessione sull’impegno sociale e solidale che “entrambi gli enti svolgono da anni con instancabile passione per l’intero comprensorio paternese e oltre”.

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