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agricoltura

Palermo, all’Assemblea Regionale Siciliana problemi per la riforma Consorzi di Bonifica

Bocciato dall’ARS l’articolo 3 del ddl, il quale disciplinava la liquidazione degli attuali 13 Consorzi che, nella riforma voluta dall’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, si sarebbero dovuti ridurre a quattro

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Ancora difficoltà per la riforma del Consorzio di Bonifica. Dopo l’approvazione dei primi due articoli del ddl di riforma dei Consorzi di bonifica, a Sala d’Ercole con voto segreto è stato bocciato l’articolo 3. Il presidente Gaetano Galvagno ha sospeso la seduta e ha convocato la conferenza dei capigruppo. Al termine la seduta è stata rinviata a domani alle ore 15. L’articolo 3 del ddl disciplinava la liquidazione degli attuali 13 Consorzi che, nella riforma voluta dall’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, si sarebbero dovuti ridurre a quattro. Con la bocciatura di questo articolo, di fatto la riforma è stata azzoppata. All’inizio della seduta di oggi i deputati di opposizione avevano chiesto di “spostare” gli emendamenti di copertura finanziaria per il personale dal ddl di riforma dei Consorzi a quello di variazioni di bilancio, ma l’assessore Barbagallo ha insistito per mantenere la norma sul personale all’interno della riforma. Intanto la riforma finisce nel cassetto domani infatti all’ordine dell’Ars sono previsti altri due ddl.

Sulla vicenda c’è da registrare la presa di posizione del segretario generale regionale Ernesto Abate del Sifus: “Considerato che in queste sedute d’Aula all’Ars tutto è stato incentrato sulla necessità della stabilità dei lavori da garantire 12 mesi l’anno attraverso la misura del turnover, si ribadisce ancora una volta da parte del Sifus che è dallo scorso dicembre 2024 che è stato approvato dall’Aula un emendamento che ha la copertura economica già accreditata dall’assessore all’economia Alessandro Dagnino: pertanto si chiede che nella fase di approvazione della variazione di Bilancio già in discussione nelle commissioni di merito, ci sia la capacità oggettiva di dimostrare responsabilmente da parte di questo governo l’inclusione legittima del turnover”.

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Piana di Catania, campagne senz’acqua, causa rotture nella condotta del Consorzio

A denunciare il tutto è il presidente di Confagricoltura Catania, Giosué Arcoria il quale ha specificato che, nonostante la distribuzione irrigua sia cominciata ad inizio mese, a gran parte degli agricoltori l’acqua non è ancora arrivata

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L’acqua per le campagne della piana di Catania c’è ma gran parte dei fondi agricoli per le quote 56 (in parte), 100, 102.50, 150, e i terreni serviti dal biviere di Lentini, non ne hanno visto ancora neanche una goccia.

A denunciare il tutto è il presidente di Confagricoltura Catania, Giosué Arcoria il quale ha specificato che, nonostante la distribuzione irrigua sia cominciata ad inizio mese, seguendo i turni predisposti dal Consorzio di bonifica 9, a gran parte degli agricoltori l’acqua non è ancora arrivata, non perché non sia disponibile, semplicemente l’acqua immessa nel canale principale non riesce ad arrivare a destinazione.

Il problema è legato alla condotta di distribuzione che registra numerosissimi punti di rottura, con il risultato di disperdere l’acqua.

“Lo ribadiamo da anni, la condotta è fatiscente ed in queste condizioni nonostante l’acqua sia nel canale da inizio mese, gran parte degli agricoltori non riesce a riceverla – evidenzia il presidente di Confagricoltura Catania, Giosué Arcoria -. Quotidianamente è una corsa contro il tempo. Gli operai del Consorzio riparano un guasto, ma subito se ne ripresenta un altro.  Ad oggi, il 60% degli agricoltori della piana etnea, in particolare per i Comuni di Paternò, Belpasso, Motta Sant’Anastasia, Ramacca, Centuripe, Catenanuova e altri, tra le province di Catania ed Enna, non hanno ricevuto l’acqua. La situazione più grave è sicuramente per i fondi di quota 150, dove l’acqua arriva per sollevamento. Nonostante l’attivazione dei motori di contrada Tanazzi, non è stato possibile distribuire l’acqua ai fondi agricoli. Nessuno ha ricevuto l’acqua in queste zone”.

Se ad inizio mese la distribuzione sembrava funzionare, i guasti hanno impedito che gli agricoltori, con i fondi agricoli più lontani rispetto al canale principale, ricevessero l’acqua.  Il presidente Arcoria è fortemente preoccupato per la situazione attuale ma anche per lo scenario che si prospetta.

“Siamo ben consapevoli degli importanti interventi posti in essere dalla Regione Siciliana per fronteggiare la crisi idrica in Sicilia – evidenzia ancora il presidente Arcoria -. È sotto gli occhi di tutti il lavoro che ha svolto, con importanti risultati, l’assessore regionale all’agricoltura, Salvatore Barbagallo. Grazie alla sua programmazione, molti lavori sono già stati portati a termine, altri sono ancora in atto.

Interventi importanti che non erano mai stati realizzati prima. Questo però non attenua il disastro per noi agricoltori se l’acqua non si riesce a portare fino ai fondi agricoli. È necessario investire con importanti risorse per rifare tutta la rete di distribuzione vecchia di circa 60 anni. A questo aggiungiamo che occorre rapidamente l’attesa riforma dei Consorzi di Bonifica. Gli agricoltori sono sconfortati”

 

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Catania, emergenza irrigazione in Sicilia: c’è acqua ma le condotte saltano

Cia Sicilia Orientale lancia l’allarme: “La rete idrica è al collasso, servono investimenti urgenti”

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Foto WEB- Guida Sicilia

Una situazione paradossale sta mettendo in ginocchio l’agricoltura siciliana: c’è acqua negli invasi, ma le condotte non reggono. A denunciarlo è Giosuè Catania, presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Sicilia Orientale, che parla senza mezzi termini di una vera e propria beffa.

Nella diga Ogliastro l’acqua c’è, ma non arriva ai campi per colpa di tubazioni saltate”, afferma Catania, sottolineando come le criticità strutturali del sistema idrico stiano vanificando anche le poche risorse idriche disponibili, dopo due anni di siccità devastante.

A rendere ancora più difficile la stagione irrigua – iniziata il 1° luglio – è lo stato di fatiscenza delle infrastrutture. “Il bacino imbrifero necessita di un piano straordinario di manutenzione: il sistema fluviale, distributivo e scolante è inefficiente. Non si può più fare affidamento su condotte obsolete che cedono continuamente”, incalza il presidente della CIA.

La situazione è particolarmente drammatica nella Piana di Catania, dove molte aree restano senz’acqua o ricevono forniture a singhiozzo, come quelle servite dalla diga Pozzillo, attualmente sottoutilizzata a causa di lavori di pulizia dei fondali che ne limitano la capacità a circa 25 milioni di metri cubi.

Gravi le conseguenze per le aziende agricole più piccole e meno attrezzate, che faticano a garantire irrigazioni di soccorso. “Si perde fino al 50% dell’acqua – denuncia Catania – e questo compromette la sopravvivenza stessa di interi comparti produttivi, come quello del carciofo, simbolo della zona”.

Il grido d’allarme è chiaro: servono investimenti urgenti e mirati per rifare da capo la rete idrica primaria e secondaria, con fondi adeguati e una visione strategica. “Basta promesse. O si interviene ora, o il futuro dell’agricoltura siciliana è a rischio”, conclude Catania, auspicando anche che il costruendo invaso di Pietrarossa possa segnare una svolta dopo anni di inefficienze e sprechi.

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