Mentre a Ragalna nel corso di “EtnaForum” si parla di turismo con la valorizzazione del brand “Etna” alla presenza del Ministro Daniela Santanchè, alcune zone del territorio del Parco dell’Etna affogano nei rifiuti.
Un esempio è la discarica lunga diversi chilometri che si estende lungo la strada che collega Ragalna con Belpasso: ossia Viale Lunghe in territorio di Ragalna che va a congiungersi con via Calatafimi in territorio di Belpasso.

Spazzatura, quindi di ogni tipo, che oltre a trovarsi ai margini della sede stradale, in diversi punti, invece si mescola con la vegetazione, e più in generale ai boschi presenti lungo questa arteria viaria dove sono presenti rifiuti di ogni tipo: si va dalla cercasse di elettrodomestici, per passare a materassi abbandonati, per arrivare a materiale di risulta, lastre di eternit e copertoni consumati.

Insomma un vero e proprio scempio che deturpa l’ambiente e non è un biglietto da visita “vincente”, soprattutto visto che meno di 24 ore addietro si parlava di come meglio valorizzare il brand “Etna”. In alcune zone della arteria viaria ignoti hanno anche rubato il guard-rail o i cavi della telefonia.

Una zona altamente degradata. In certi punti della strada parte della lunga discarica è andata a fuoco.
Ragalna e Belpasso sono due comuni che fanno parte del Parco dell’Etna (che racchiude una ventina di comuni), il cui territorio è spesso caratterizzato dalla presenza indiscriminata di rifiuti. Fino adesso non è stata trovata una appropriata soluzione al problema.

La competenza relativa alla rimozione delle discariche spetta ai singoli comuni che fanno parte del Parco ma il poco personale disponibile e le scarse risorse economiche limiterebbero l’azione dei singoli sindaci.
Discariche anche in altre zone dell’Etna. Ricordiamo la scoperta avvenuta qualche settimana addietro della discarica presente nella zona Milia in territorio di Biancavilla, esattamente nei pressi della “Trazzera Stagliata Dieci Salme” Rifiuti di ogni tipo come mobili antichi fatti a pezzi, materiale di risulta, bottiglie di vetro, indumenti, plastica. Una immagine degradante visto che la discarica era presente proprio all’interno dell’area boschiva della zona Milia. Non sappiamo se l’area è stata bonificata.