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Paternò, 12 consiglieri denunciano paralisi e ostruzionismo della macchina amministrativa

Un esposto contenente una lunga lista di disservizi e dell’omissione di atti di competenze degli uffici preposti. Si chiedono urgenti interventi.

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Presentato in conferenza stampa questa mattina un esposto firmato da 12 consiglieri che pone sotto accusa una lunga serie di inadempienze da parte degli Uffici preposti, che di fatto non ha fatto altro che bloccare l’attività consiliare paralizzandone le iniziative. Oltre trenta regolamenti, alcuni fondamentali per la vita sociale e culturale della città, risultano da mesi bloccati negli uffici del 1° Settore Affari Generali. I firmatari parlano apertamente di ostruzionismo da parte dei funzionari, di omissioni gravi e di un evidente danno erariale.

Ecco nello specifico i consiglieri firmatari dell’esposto: Alfio Virgolini, Salvatore Frisenna, Michele Russo, Antonio Tomaselli, Salvatore Tomasello, Aldo Governa, Irene Palumbo, Consolato Paternò, Ilenia D’Amore, Mariabarbara Benfatto, Lorenzo Terranova e Gabriele Di Fazio.

Alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti Alfio Virgolini, Aldo Governa, Salvatore Frisenna, Salvatore Tomasello e Irene Palumbo.

Gli Uffici amministrativi vengono accusati nel documento di un modus operandi gravemente irresponsabile che genera immobilismo e innumerevoli inadempienze che toccano i più disparati aspetti del governo della città: dalla Polizia Mortuaria al verde pubblico, dai Servizi Sociali all’ambiente urbano, dalla gestione degli asili nido ai sistemi di videosorveglianza, dalla gestione del canile comunale al regolamento per la movida notturna e molto altro.

Nel mirino anche i mancati pagamenti alle aziende private per il rimborso delle ore lavorative dei consiglieri, e le indennità mai versate al Nucleo di Valutazione. Una situazione che, secondo i firmatari, vanifica l’intera attività del Consiglio comunale e danneggia l’intera comunità. Ora si attende una risposta dalle autorità competenti.

E sembrano decisi a dar battaglia i 12 firmatari dell’esposto che viene indirizzato all’attenzione di tutte le autorità competenti: il Prefetto di Catania e il Ministro dell’Interno, l’ass. regionale agli Enti locali e la Procura della Repubblica, l’Albo Nazionale Segretari comunali e provinciali e la Corte dei Conti Regione Sicilia, i Commissari Prefettizi componenti la Commissione presso il Comune, il pres. Consiglio Comunale Marco Tripoli e il Segretario generale del Comune di Paternò Loredana Torella.

 

 

 

 

 

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Catania, CGIL e FP CGIL: “La nuova rete ospedaliera ignora i bisogni reali dei territori”

In particolare, la CGIL e la FP evidenziano una grave carenza di attenzione verso le aree interne della provincia etnea – tra tutti Bronte, Biancavilla e Acireale- già pesantemente penalizzate dai processi di razionalizzazione passati

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“La bozza della nuova rete ospedaliera siciliana non risponde alle esigenze di salute delle cittadine e dei cittadini, ma sembra orientata a logiche che nulla hanno a che vedere con il diritto alla cura e con la tutela del lavoro sanitario”. È questa la denuncia della CGIL e della FP di Catania, che per bocca dei rispettivi segretari generali, Carmelo De Caudo e Concetta La Rosa, esprimono forte preoccupazione per l’impianto del piano presentato dalla Regione, giudicato inadeguato, sbilanciato e in contrasto con i principi del Decreto Ministeriale 77.

In particolare, la CGIL e la FP evidenziano una grave carenza di attenzione verso le aree interne della provincia etnea – tra tutti Bronte, Biancavilla e Acireale- già pesantemente penalizzate dai processi di razionalizzazione passati. La riduzione dei posti letto e il focus sulla lunga degenza, a scapito della gestione delle fasi acute, vanno nella direzione opposta rispetto a quanto stabilito dalla riforma nazionale della sanità territoriale.

“Siamo davanti a una visione distorta – dichiarano De Caudo e La Rosa – che privilegia l’ospedalizzazione, senza investire sulla medicina di prossimità, sulla presa in carico del paziente e sull’integrazione sociosanitaria. Tutto ciò rappresenta l’esatto contrario di quanto previsto dal DM 77, che impone una riorganizzazione centrata sulla prevenzione, l’assistenza territoriale e la continuità delle cure”.

Il sindacato sottolinea inoltre la totale assenza di un piano di potenziamento dei Pronto Soccorso, oggi tra i settori più critici del sistema sanitario regionale, colpiti da gravi carenze di organico e strutture inadeguate. “Non si può continuare a ignorare il collasso del primo presidio d’emergenza. Manca personale, mancano risposte, e ora manca anche una strategia”.

A rendere ancora più allarmante la bozza è l’assenza di una articolazione chiara delle strutture sanitarie: non vengono indicati i numeri delle strutture complesse, semplici o dipartimentali. “Questo – affermano i due segretari – rischia di aprire la porta a decisioni discrezionali e politiche, non basate su criteri oggettivi di salute pubblica, ma su dinamiche territoriali e spartizioni di potere”.

Il piano, così com’è stato redatto, viola apertamente quanto previsto dal DM 77, che impone la comunicazione della distribuzione del personale tra le varie articolazioni. Una violazione che potrebbe persino aprire la strada a una impugnazione da parte del Governo nazionale.

Per tutte queste ragioni, la CGIL Catania è FP CGIL chiedono l’immediata sospensione del piano e l’apertura urgente di un tavolo di confronto con le parti sociali e con le rappresentanze dei territori. “Non si costruisce il futuro della sanità pubblica calando dall’alto un modello sbagliato. Il diritto alla salute non è una variabile di bilancio né uno spazio di manovra politica. È un diritto costituzionale che va rispettato, garantito e costruito insieme a chi ogni giorno lo difende nei reparti, nei territori e nelle istituzioni”.

 

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Catania, auto della municipale di Biancavilla, multata dai vigili urbani del capoluogo etneo

Inizialmente si pensava che la Panda multata fosse in uso alla polizia municipale catanese.

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Un’auto della polizia municipale di Biancavilla in missione a Catania, in sosta in modo non appropriato, è stata multata dai vigili urbani del capoluogo etneo in via Gabriele Carnazza. Il fatto è successo nella giornata di ieri e a portare alla luce, soprattutto sui social, è stato l’avvocato Mattia Iachino Serpotta, molto attivo sui social. Il suo post è stato successivamente condiviso dal sindaco di Catania, Enrico Trantino.

Inizialmente si pensava che la Panda multata fosse in uso alla polizia municipale catanese e sanzionata da un vigile urbano in borghese. “Signore e Signori, con la voce rotta dall’emozione, nell’anno del Signore 2025, segnalo una macchina della Polizia locale di Catania (meglio noti come vigili urbani) multata da un loro collega in borghese, in via Gabriele Carnazza- si legge su “Facebook”- Non si vedevano queste cose dal ’65. Mi sono commosso. E Zurigo muta. Se io ti posso multare e voi potete multarmi, tutto il mondo si può multare” scriveva sui social l’avvocato Serpotta.

Tuttavia, come ha rilevato successivamente “Video Star”, l’auto multata appartiene al corpo della Polizia municipale di Biancavilla. Lo stesso sindaco di Catania Enrico Trantino aveva precisato che l’autovettura in questione è in dotazione ai vigili urbani di un altro Comune etneo.

“Non usiamo più Panda da quando abbiamo le nuove auto ibride ed elettriche”, fanno sapere da piazza Spedini.  Venuto a conoscenza della novità l’avvocato Serpotta ha aggiornato la “notizia”: “La  Polizia locale di Catania smentisce che sia una loro auto. Mi sembra ci sia materiale per un ricorso allora” ha scritto l’avvocato Serpotta.

 

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