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Cronaca

Paternò, arrestato 30enne per tentato omicidio

Il giovane è accusato di porto e detenzione illegale di arma da sparo. Alla base del ferimento ci sarebbero motivi di gelosia

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Arrestato dai carabinieri della compagnia di Paternò un uomo di 30 anni, accusato di tentato omicidio e porto e detenzione illegale di arma da sparo. Da quanto è emerso dalle indagini l’uomo avrebbe esploso tre colpi di pistola e ferito un giovane nella notte tra il 29 e il 30 agosto scorso.

Il tutto ha avuto inizio quando i medici del pronto soccorso dell’ospedale “Santissimo Salvatore” di Paternò hanno segnalato ai Carabinieri la presenza di un 26enne che si era presentato con tre ferite d’arma da fuoco all’arto inferiore destro, di cui due alla gamba e una alla coscia, oltre a ulteriori lesioni al volto. Giunti in ospedale, i militari hanno raccolto le prime dichiarazioni della vittima, e hanno dato avvio alle indagini, recandosi nei luoghi indicati e svolgendo i primi accertamenti tecnici.

Dall’indagine è emerso che, poco prima del ferimento, si sarebbe verificata una rissa tra più giovani all’interno della zona di piazza Ficus, nel quartiere Scala Vecchia, scaturita al culmine di una lite verosimilmente motivata da ragioni di gelosia, tra il fratello minorenne della vittima e l’indagato, poi degenerata. Nel corso della colluttazione, il 30enne avrebbe estratto una pistola e avrebbe esploso tre colpi, che hanno raggiunto alla gamba il fratello maggiore del contendente, poi accompagnato al pronto soccorso da conoscenti.

Secondo quanto ricostruito, dopo gli spari, l’indagato si sarebbe allontanato a bordo di uno scooter insieme a un altro soggetto e, successivamente, specie nelle prime fasi, non si sarebbe più recato né presso la propria abitazione né sul luogo di lavoro rendendosi, di fatto, irreperibile. Le indagini, svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania e della Compagnia di Paternò sono proseguite “mediante acquisizione di testimonianze, escussioni, riscontri documentali, analisi tecniche e l’effettuazione di un riconoscimento fotografico attraverso il quale il fratello minorenne avrebbe individuato nel 30enne come il proprio antagonista nella discussione avvenuta quella sera” scrive la procura.

Nel corso delle attività tecniche sono stati acquisiti ulteriori elementi utili alla ricostruzione a livello di gravità indiziaria del coinvolgimento dell’indagato nei fatti. Dinamica e le modalità degli eventi ricostruiti farebbero ritenere, inoltre, che essi siano maturati anche per il clima di elevata tensione creatosi tra gruppi riconducibili a clan malavitosi operanti nel territorio di Paternò. Infatti, il successivo primo ottobre, l’indagato era stato, a sua volta, raggiunto ad una mano da un colpo di arma da fuoco, che lo costringeva a un successivo ricovero ospedaliero; il 30enne avrebbe falsamente dichiarato ai sanitari di essersi procurato la ferita seguito di un incidente stradale.

L’uomo è stato arrestato perché gli investigatori temono sia “una reiterazione di condotte violente, sia il pericolo di fuga, anche alla luce del comportamento adottato dall’indagato dopo i fatti”. Durante le perquisizioni sono state sequestrate all’indagato una pistola clandestina calibro 9 mm parabellum nonché 27 proiettili cal. 9 mm marca LUGER G.F.L.; 9 proiettili cal. 7,65 mm marca G.F.L.; un proiettile cal. 38 Special marca G.F.L.; un proiettile cal. 38 marca CCSGW.

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