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Associazionismo

Paternò, carità e unione: la Festa di San Martino e la ripartenza di Città Viva

“Non regaliamo soldi alle socie, ma sorrisi e allegria alle nostre associate e al territorio”, è il messaggio che Grazia Scavo, la presidente dell’associazione, lancia poco prima della benedizione che segna l’inizio ufficiale delle attività

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L’associazione Città Viva Paternò riparte con rinnovato vigore, per la ventottesima volta, sotto la guida salda della presidente Grazia Scavo, pronta a prendere il timone di un nuovo anno sociale che si apre all’insegna della gioia, della solidarietà e dell’impegno condiviso.

“Non regaliamo soldi alle socie, ma sorrisi e allegria alle nostre associate e al territorio”, è il messaggio che Grazia lancia, in perfetta sintonia con lo spirito di questa comunità, poco prima della benedizione che segna l’inizio ufficiale delle attività.

È la festa di San Martino a dare il via a questo momento di ripartenza, una festività che, purtroppo, in tempi moderni sembra perdere parte del suo significato tradizionale. Anche quest’anno, infatti, il cambiamento climatico ha reso meno visibile il gesto simbolico della giornata: l’estate che non vuole finire ci consente ancora di indossare maniche corte, mentre la storia di San Martino, che generosamente divise il suo mantello con un povero infreddolito, appare distante da una realtà che, nel suo riscaldamento, rende difficile comprendere appieno il significato di quel gesto.

È proprio nella memoria di quel gesto di carità che risiede il cuore della festa, con il suo messaggio universale di condivisione e amore fraterno.

In occasione della festa, l’orionino don Achille Morabito ha saputo spiegare con profondità il vero significato del dono, invitando tutti a riflettere sul valore della carità.

Prima di invocare la benedizione divina su chi, con spirito di volontariato, si mette al servizio degli altri, don Achille ha richiamato le parole del Vangelo: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” Un forte invito a vivere ogni giorno con il cuore aperto, pronti a donare e ad accogliere, proprio come San Martino ha fatto con il suo mantello.

La benedizione, sulle socie e su tutti coloro che si dedicano al volontariato, non è un semplice atto scaramantico, ma un gesto profondo che riprende una tradizione cattolica molto sentita: il “sabbenerica”. Benedire chiunque si incontra, benedire i figli, i nipoti e ogni persona che entra nella propria vita, come segno di amore e protezione.

Come sempre, la tavola preparata dall’amorevole gesto delle socie è stata imbandita con dolci e pane, ma quest’anno un particolare tocco locale: pane (omaggiato dal panificio Corsaro) cunzato e olio buono, offerti a tutti gratuitamente, in segno di partecipazione e condivisione. Un momento di festa e di aggregazione, un’opportunità di stare insieme anche per chi magari, in una giornata come quella, sarebbe rimasto solo a casa.

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