Una città allo sbando. È questa l’immagine che Paternò, giorno dopo giorno, restituisce ai suoi cittadini. Una città ferita da furti, aggressioni, rapine e vandalismi, dove l’insicurezza è diventata compagna quotidiana e il degrado sembra ormai l’unica regola.
Il furto sventato in Piazza Regina Margherita
L’ultimo episodio in ordine di tempo ha avuto come teatro Piazza Regina Margherita: un tentato furto ai danni di un distributore automatico di sigarette. A sventarlo, non un presidio costante delle forze dell’ordine, ma la prontezza di un finanziere libero dal servizio che ha colto i malviventi in azione. A dare l’allarme era stato anche il titolare della tabaccheria, che abita nelle vicinanze e, sentendo strani rumori, ha subito allertato le autorità.
Un episodio che, se da un lato ha evitato l’ennesimo colpo portato a termine, dall’altro sottolinea un dato drammatico, l’insicurezza è diffusa e incontrollata.

Sparatore e rapine
Non è passato molto tempo da quando due giovani sono stati protagonisti e vittime di in una sparatoria che ha avuto luogo nel parcheggio alle spalle della chiesa “Spirito Santo” e poi proseguita in zona Scala Vecchia, evento che ha scosso l’intera comunità.
Ma la cronaca non si ferma qui. Le rapine, sempre più frequenti, alimentano un clima di paura che stravolge la vita quotidiana. C’è chi teme perfino di fare la spesa o di uscire la sera, consapevole che nessun luogo, dal supermercato al piccolo negozio di quartiere, è davvero al riparo.
A questo si aggiungono atti vandalici che sfiorano l’assurdo: citofoni smontati e rubati dalle abitazioni del centro storico (ci si chiede a quale pro); colonnine dei parcheggi distrutte per racimolare pochi spiccioli, segno di una deriva che non conosce né logica né freni; auto abbandonate da chissà quanto tempo e che oramai (zona Scala Vecchia per esempio) diventano parte integrante del paesaggio urbano.Non dimentichiamo il furto di oltre quaranta basole in pietra laviche a San Francesco alla collina, nel bel mezzo del ferragosto.

Vandalismo senza logica,
Il centro storico, un tempo cuore pulsante e orgoglioso della città, oggi è diventato il simbolo di un degrado che avanza come un morbo, propagandosi dalle strade principali alle periferie.
Le fontane pubbliche, che dovrebbero essere patrimonio di tutti, sono state trasformate in lavatoi improvvisati. È assurdo che in pieno centro storico (per non parlare del giardino Moncada) si assiste a scene indecorose, di uomini intenti a lavarsi, a lavare i loro panni, sotto gli occhi increduli dei cittadini. Uno spettacolo umiliante, che ferisce il decoro e l’immagine della città. Altro che salotto!
Paternò non vive, si nasconde, si piega, si consuma. L’ordine pubblico sembra un miraggio, la sicurezza una promessa mai mantenuta. Le forze dell’ordine, pur impegnate, non bastano a contenere un’ondata di criminalità che cresce di giorno in giorno. E i cittadini, ormai, non si sente più al sicuro.

O si reagisce, o si muore come comunità
Perché una città che tollera il crimine, che si abitua alla sporcizia, che accetta come normale vivere nella paura, è una città condannata.Paternò non merita di essere una prigione a cielo aperto. Servono azioni concrete, istituzioni presenti, cittadini più consapevoli. Utopia, certo.Ma serve svegliarsi da questo lungo, turpe, brutto sogno.