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Chiesa

Paternò, compie 60 anni la Chiesa Parrocchiale di San Michele, un giorno da ricordare

La celebrazione della consacrazione fu presieduta dall’arcivescovo di Catania Guido Bentivoglio, che durante il rito murò nella pietra centrale dell’altare le reliquie di Santa Barbara, patrona di Paternò, di Sant’Agata, patrona di Catania, e di Sant’Euplio, tutti martiri catanesi

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Compie oggi 60 anni la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo di Paternò. Trascorsi 60 anni dal giorno della sua consacrazione, e ancora oggi essa svolge il proprio apostolato nel territorio.

Era il 25 maggio 1965 quando, nel tardo pomeriggio, una solenne processione eucaristica- con la partecipazione di autorità politiche, civili e militari, appartenenti ai vari ordini religiosi, alle associazioni cattoliche e numerosi fedeli- partì dalla chiesa del Monastero. In religioso raccoglimento, la processione sfilò lungo via Vittorio Emanuele, attraversando i Quattro Canti, fino a giungere in via G.B. Nicolosi, dove una folla numerosa attendeva con emozione il suo arrivo.

La celebrazione della consacrazione fu presieduta dall’arcivescovo, Sua Eccellenza Mons. Guido Bentivoglio, che durante il rito murò nella pietra centrale dell’altare le reliquie di Santa Barbara, patrona di Paternò, di Sant’Agata, patrona di Catania, e di Sant’Euplio, tutti martiri catanesi.

La costruzione della chiesa fu resa possibile grazie alla generosa munificenza del Comm. Michelangelo Virgillito. L’edificio fu realizzato su progetto dell’architetto Carmelo Borzì : con il suo snello campanile che domina il quartiere, la chiesa è oggi considerata un vero gioiello di arte moderna.

Alle spalle dell’altare, campeggia un grandioso dipinto raffigurante l’Arcangelo San Michele, opera del pittore catanese Archimede Cirinnà.

Quel fine maggio del 1965 fu un momento di grande gioia per tutta la popolazione, che visse con emozione la presenza del Comm. Virgillito, tornato da Milano per condividere l’evento con i suoi concittadini. In quell’occasione venne inaugurato anche il salone parrocchiale.

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Biancavilla, restaurati gli affreschi della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata

“Un tassello prezioso del nostro patrimonio che restituiamo alla città, alle famiglie, ai fedeli, alle nuove generazioni” ha detto il primo cittadino Antonio Bonanno

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foto profilo Facebook sindaco Antonio Bonanno

Con immensa gioia e profondo orgoglio ho avuto il privilegio di festeggiare insieme alla comunità la conclusione dei lavori di restauro della navata centrale della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata. Un luogo caro a tutti noi, simbolo della nostra identità storica e spirituale, che oggi torna a splendere nella sua straordinaria bellezza”.

A parlare è il sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno, il quale ha partecipato, alla presenza del capo della Chiesa catanese l’arcivescovo Mons. Luigi Renna, alla “cerimonia” di riconsegna degli affreschi da poco restaurati del pittore Giuseppe Tamo da Brescia. “Un tassello prezioso del nostro patrimonio che restituiamo alla città, alle famiglie, ai fedeli, alle nuove generazioni- ha detto il primo cittadino- Un sentito ringraziamento a don Giosuè Messina, giovane parroco che ha saputo imprimere nuovo slancio a questa comunità, coinvolgendo con entusiasmo tanti giovani nelle attività parrocchiali. La sua guida è segno di rinnovamento e di speranza. Grazie anche a Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, che ha presieduto la celebrazione. La sua presenza conferma l’attenzione e la vicinanza della Chiesa alla nostra città”.

A restaurare gli affreschi Giuseppe Galvagna. Direttore dei lavori l’architetto Antonio Caruso.

La chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, con la sua storia e la sua fede, continua a essere cuore pulsante del centro storico di Biancavilla. “La nostra Chiesa è un ponte tra passato e futuro. E’ importante custodire e valorizzare le nostre radici- ha concluso Bonanno- La mia amministrazione è orgogliosa di avere contribuito al progetto di restauro”.

Mons. Luigi Renna ha specificato che “questa Chiesa già bella è diventata ancora più bella perchè sono stati recuperati parte degli affreschi . Quell’esplosione di colore che già vediamo è stata ulteriormente arricchita. La Casa di Dio rispecchia la bellezza di un popolo che si raduna tra le sue mura chiamato alla salvezza. La parrocchia  è stata molto responsabile perchè non ha attinto ad alcuno finanziamento o ecclesiale quelli dell 8 x mille; ha tinto a proprie risorse e ad un lascito che è stato orientato da una parrocchiana al restauro. Incoraggio le comunità ad interventi simili, senza necessariamente aspettare aiuti esterni, ma cercano di fare il possibile magari con gradualità;  è bello vedere che certi recuperi sono frutti del proprio sacrificio”.

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Belpasso, dopo 120 anni risuona lo storico organo “Laudani-Giudici”

L’inaugurazione venerdì 4 Luglio nella chiesa S. Antonio Abate alla presenza dell’arcivescovo Renna. Strumento restaurato con fondi di Cei e Regione

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Venerdì 4 luglio alle ore 19, nella chiesa di Sant’Antonio Abate, sarà inaugurato lo storico organo a canne “Laudani‑Giudici”, dopo il recente restauro. Costruito nel 1904‑1905 ad opera dell’importante bottega siciliana guidata da Alfio Laudani e Giovanni Giudici, venne realizzato per sostituire l’organo distrutto dal ciclone del 1902.
Il progetto di restauro è stato reso possibile grazie a finanziamenti congiunti della Cei (Conferenza episcopale italiana) attraverso i fondi dell’8×1000 della CEI e della Regione Siciliana. Fondamentale l’opera della ditta organaria F.lli Cimino di Aragona (AG), che ha curato le operazioni di pulitura, accordatura, revisione della tastiera e sincronizzazione delle canne metalliche.
Durante la cerimonia, l’arcivescovo metropolita di Catania, mons. Luigi Renna e il Capitolo dei Canonici della Collegiata presiederanno la benedizione dell’organo. A seguire, il concerto inaugurale, proposto dal maestro Diego Cannizzaro – organista titolare della Basilica Cattedrale di Cefalù e figura di spicco nel panorama degli organisti siciliani – sarà accompagnato dalla Schola Cantorum Aetnensis e dalla Corale Canticum Vitae. “Lo strumento non è solo un ‘gioiello’ liturgico – commenta il parroco, padre Francesco Abate – ma un simbolo della vita storica e artistica di questa comunità e dell’intera città di Belpasso. La sua ritrovata presenza, dopo il restauro, restituisce un importante elemento di continuità con il passato e una nuova risorsa per la promozione culturale e spirituale attraverso il linguaggio della musica, con cui si esprime preghiera e bellezza”.

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