Il 25 gennaio 2025, la Chiesa del Monastero della Santissima Annunziata di Paternò è stata teatro di un evento straordinario: il concerto inaugurale dell’organo monumentale Mascioni Opus 518, restaurato dopo decenni di silenzio. Questo capolavoro di arte organaria, costruito nel 1939 dalla prestigiosa ditta Vincenzo Mascioni, è tornato a risplendere grazie a un restauro minuzioso, realizzato con il contributo dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica e della Fondazione Opera Michelangelo Virgillito di Paternò.
La serata è stata presentata dalla giornalista Mary Sottile e ha visto la partecipazione del sindaco di Paternò, Nino Naso, e dei rappresentanti comunali, trasformandosi in una celebrazione collettiva. Un ringraziamento particolare va al parroco Salvatore Patané, figura instancabile e sempre attiva nel promuovere iniziative culturali e spirituali; grazie alla sua intraprendenza, la comunità di Paternò ha potuto vivere un evento di rara bellezza e importanza. Il direttore artistico Alfredo Marino e il Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania hanno ulteriormente impreziosito la serata, dimostrando il grande valore dei talenti siciliani attraverso l’esibizione dell’Orchestra Barocca.
Un viaggio musicale tra Barocco e Romanticismo
A concludere il concerto è stata l’esibizione della talentuosa organista Elena Guglielmino, che ha eseguito l’ “Étude Symphonique, Op. 78” di Marco Enrico Bossi, una composizione romantica di straordinaria complessità tecnica. La Guglielmino ha impressionato il pubblico con la sua maestria nell’uso di mani e piedi, necessaria per dominare la tastiera e i pedali dell’organo, evidenziando la coordinazione e la precisione richieste da uno strumento pneumatico come il Mascioni.
In un’intervista, la musicista ha spiegato che uno degli aspetti più impegnativi del suonare questo organo è la latenza tra i registri superiori e inferiori, una caratteristica tipica degli strumenti pneumatici, ma che in questo caso è stata magistralmente bilanciata grazie al restauro. La Guglielmino ha anche sottolineato come il Mascioni Opus 518, con il suo timbro caldo e avvolgente, si presti perfettamente al repertorio romantico e del Novecento, pur avendo osato proporre anche brani barocchi di Johann Sebastian Bach. La scelta è stata premiata dagli applausi entusiasti del pubblico.
Un simbolo di rinascita culturale
L’organo Mascioni, dotato di 2 manuali, pedaliera, 34 registri e ben 2096 canne, rappresenta non solo un gioiello musicale, ma anche un simbolo di rinascita per la comunità di Paternò. Il restauro, avviato nel gennaio 2023 e concluso nel giugno 2024, è stato supervisionato dall’architetto Antonio Caruso con la collaborazione dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali.
Questo strumento, costruito originariamente per arricchire le liturgie e celebrare la bellezza della musica sacra, torna ora a essere il cuore pulsante di eventi culturali e artistici. Il parroco Salvatore Patanè ha sottolineato come l’inaugurazione dell’organo sia il preludio a una stagione ricca di iniziative volte a promuovere il patrimonio artistico locale, con il coinvolgimento di istituzioni e associazioni, come l’Associazione Insieme per Sofonisba.
Un messaggio per il futuro
Con la restituzione di questo organo alla comunità cittadina, Paternò riafferma il suo impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico e musicale, offrendo alle nuove generazioni un’eredità culturale di grande valore. La serata del 25 gennaio, con il suo intreccio di storia, arte e musica, ha costituito un momento di orgoglio e speranza per tutta la comunità.