In un comunicato diffuso nelle ultime ore, l’osservatorio politico-sociale Sicilia del Fare interviene sullo stato della città di Paternò, tracciando un’analisi critica degli ultimi anni amministrativi e del clima politico che ha accompagnato la recente crisi istituzionale. Il documento, a firma di Salvo Lombardo e Mirko Oliveri, richiama le responsabilità diffuse, denuncia silenzi e mancate opposizioni, e invita a superare la fase delle contrapposizioni per aprire una nuova stagione fondata su trasparenza, regole e partecipazione civica, con un appello diretto ai giovani e alla cosiddetta “classe pensante” della città.

Ecco il testo integrale.
“Qualsiasi organizzazione politica o partitica dovrebbe avere il buon gusto di restare in silenzio sugli ultimi anni amministrativi di Paternò. Il risveglio delle anime pure a ridosso di una campagna elettorale che si avvicina sempre più e “il Mandare al rogo” un’amministrazione sulla quale, chi avrebbe dovuto vigilare o condannare nelle fasi cruenti non lo ha fatto oggi, non ha più spazio. Inveire su una già drammatica situazione dove già un’inchiesta e un commissariamento comunale in corso lascia un’idea di avvoltoi che restano in attesa della carcassa e pronti a finirne i resti. Nessuno può essere degno con slogan e con condanne verbali di porre fine ad un periodo, sicuramente il più oscuro, degli ultimi decenni di questa città. Siamo tutti responsabili e lo siamo stati quando nella famosa campagna elettorale del 2017 andavamo a braccetto col Miglior offerente e promettente. É stata messa in atto a quel tempo una compravendita di pseudo incarichi e promesse che di fondamento avevano una sola realtà: consegnare la città a quel sistema! Gridare allo scandalo su ciò che era prevedibilissimo ma stranamente rimandato fino all’epilogo ultimo. C’è una città allo sbaraglio.
Una città confusa, senza riferimenti, senza personalità e senza identità. Ci troviamo difronte un territorio su cui oggi puoi solo programmare il da farsi e di certo non mancheranno proposte da inserire, perché, la qualsiasi anche la più inutile risulterebbe comunque migliore del nulla e del vuoto. Paternò non ha più una classe dirigente, ha solo subito gli ultimi colpi di coda di dinosauri ancora in preda al delirio di supremazia e potere. Coloro che hanno “monopolizzato” modi di agire e di fare dei tempi del podestà. Gli stessi che hanno creduto possibile, perché mai realmente contrastati, di gestire e umiliare una città che ha nella storia ben altro da elevare, calpestando i principi Democratici e Sociali su cui si fondano i nostri principi Nazionali e Costituzionali. Oggi noi non vogliamo parlare delle Persone e del Sindaco Naso in quanto tale. Le sue azioni non rientrano nel giudizio comune né in quello mediatico, sarà compito degli addetti capirne il suo comportamento. Dovrebbe essere fatta un’attenta analisi sulla politica adottata, che non ha cambiato nulla sui presagi annunciati, già nella ancora citata campagna elettorale del 2017. Condanniamo i silenzi, gli assenzi e le mancate occasioni avute anche da parte di una opposizione che, non ha avuto un ruolo centrale. La mancanza di comunicazione e il timore di non essere più protagonisti e la più vivida sensazione che oggi hanno colto i cittadini ormai martoriati e delusi. Paternò andrebbe veramente rivoltato come un calzino e per non citare “scatolette di tonno” andrebbe sbattuto come un tappeto sporco e che per tanto tempo ha coperto ed è stato rifugio di una politica da noi non condivisa. Oggi possiamo solo silenziarci e lasciare che il passato si cristallizzi aprendo spazi a nuove programmazioni, a nuove idee e a un nuovo modo di pensare alla Politica, libero di agire nell’esclusivo interesse della città, senza alcun timore dei soliti sapienti dinosauri. C’è una classe pensante Paternese che si è auto emarginata, che si è allontanata e spesso trasferita in comuni limitrofi, stanca di non potersi rendere utile socialmente e politicamente o attivamente e passivamente
Una classe fatta di molti giovani a cui è stata tolta la possibilità di essere integrata perché destabilizzante al “Sistema”. Noi della Sicilia del Fare, come osservatorio politico sociale, gli chiediamo di mettersi in gioco e tornare ad essere protagonisti “senza pretese” e di riconsegnare alle imminenti generazioni quello che gli è dovuto. E non è difficile trovare una chiave di riforma immediata basata su poche e reali azioni: Sicurezza, Ordine Pubblico, Regole e Trasparenza. Questa è la base mancante su cui poter amministrare. Noi siamo pronti a spenderci senza grandi sponsor e bandiere politiche, siamo pronti a metterci all’ascolto e raccogliere consensi anche con eventuali forze politiche disposte a trattare su un tavolo di vetro dove tutto deve essere limpido e fuori dai giochi di palazzo. Sappiamo benissimo che noi non possiamo far a meno delle istituzioni politiche ma le stesse non possono far a meno di noi. Non più nelle stanze bensì nelle piazze. Mai come adesso la classe politica, quella disposta a mettersi a nudo, ha bisogno di questo processo di risanamento e di ripresa della fiducia da parte degli elettori e noi siamo pronti ad offrire questa occasione. Abbiamo le idee chiare e siamo già ben organizzati in tanti comuni della provincia e mai abbiamo pensato di lasciare Paternò come qualcuno ci contestava.”