“Apprendiamo con profondo sdegno e preoccupazione dell’ennesimo, inaccettabile atto di vandalismo che sta colpendo l’area antistante la chiesa di San Francesco alla Collina, uno dei luoghi simbolo della città di Paternò”.
A scriverlo sono SiciliAntica e l’Archeoclub D’Italia Ibla Major Paternò, attraverso un post pubblicato sulle pagine social delle due associazioni, con il quale hanno denunciato il furto della pavimentazione in pietra lavica. Blocchi di basolato lavico rubati sistematicamente. Ne sarebbero stati trafugati complessivamente almeno una 30 trentina: sembra che l’operazione di devastazione sia iniziata a fine luglio e poi proseguita lentamente, ma in modo costante, nei giorni successivi, fino a quanto la notte scorsa ne sarebbero state trafugate in una sola volta diverse basole.
“Con ogni pezzo che sparisce, scompare anche un frammento della nostra storia, della nostra identità, della nostra dignità come comunità” scrivono SiciliAntica e Archeoclub d’Italia che parlano di uno “scempio culturale, un insulto alla memoria collettiva, una ferita inferta a un patrimonio che dovrebbe essere tutelato, valorizzato e custodito come un bene prezioso. Invece, assistiamo impotenti a un lento e silenzioso smantellamento sotto gli occhi di tutti”. Le due associazioni hanno evidenziato che adesso c’è un pericolo per la sicurezza di pedoni e automobilisti: le lastre mancanti creano voragini nel suolo, mettendo a rischio l’incolumità pubblica.
“Chiediamo un intervento immediato delle autorità competenti per fermare questi atti criminali- si legge nel post- l’installazione di un sistema di videosorveglianza nell’area. Il ripristino urgente del selciato danneggiato. Una campagna di sensibilizzazione sul valore della pietra lavica e sul rispetto dei nostri luoghi storici. Non possiamo restare a guardare. Non possiamo accettare che il silenzio e l’indifferenza diventino complici di questo scempio. Difendere il patrimonio culturale non è un vezzo: è un dovere civile” si chiude cosi il post delle due associazioni.
Inoltre c’è da registrare l’intervento di Francesco Finocchiaro, componente del Direttivo nazionale Archeoclub d’Italia, Angelo Perri Presidente della sezione Ibla Major di Paternò e il vice presidente Paolo Di Caro. “In mancanza di un progetto di valorizzazione complessivo, con molti monumenti abbandonati e privi di un programma di eventi culturali, il rischio è che l’acropoli di Hybla diventa una cava a cielo aperto per chiunque. Serve avviare subito un piano che coinvolga tutti gli attori che lavorano da anni alla sua valorizzazione. Senza un programma specifico e non occasionale difficilmente si risolveranno queste criticità. Ma servono investimenti e incidenti alle associazioni. Forse bisognerebbe dare in gestione alle associazioni: Archeoclub Ibla major, Siciliantica, Archeoclub Paternò e Proloco il convento di San Francesco per usarlo e renderlo vivo e abitato”.
Da parte sua il comune di Paternò condanna il vile gesto di furto delle basole di pietra lavica all’ex Convento S. Francesco alla Collina.
“Si tratta di un atto inqualificabile- dice il sindaco Nino Naso- che colpisce non solo un bene materiale, ma la storia e l’identità della nostra comunità. Quelle pietre, parte integrante del patrimonio culturale e architettonico della città, rappresentano un legame con la nostra memoria e le nostre radici. Un episodio vergognoso che offende l’intera città. Ci auguriamo che i responsabili vengano presto individuati e puniti. Paternò non può e non deve rimanere indifferente di fronte a simili azioni, che ledono il decoro e la dignità della nostra comunità”.
Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza sono già al vaglio degli inquirenti per l’identificazione dei responsabili. L’Amministrazione auspica la “collaborazione di tutta la cittadinanza per fornire eventuali informazioni utili, così da prevenire e scoraggiare episodi di questo genere.
Contestualmente, sono già stati avviati contatti con gli organi competenti per predisporre il ripristino delle basole sottratte. Paternò non si piega davanti a chi tenta di distruggere la nostra storia: la difenderemo con determinazione e con il contributo di tutti i cittadini di buona volontà” ha concluso il sindaco Naso.