Sono passati esattamente 70 anni. Era il 26 giugno del 1954, quando sulla collina storica di Paternò si aprirono le porte del nuovo tempio dedicato alla Madonna della Consolazione. Ed oggi vogliamo ricostruire la storia del Santuario e lo facciamo grazie agli “appunti” forniteci dallo storico paternese Alfio Cartalemi. In quel luogo, dove vissero i primi abitanti della gloriosa Hjbla Maior, la tradizione vuole che sul finire del 1500 apparve la Madonna a una pastorella. Sullo sperone roccioso dell’antico vulcano, volle che fosse costruita una chiesa a lei dedicata come luogo di culto. Da quel monte santo, la Madonna avrebbe benedetto le campagne e la città.
Fu costruita una chiesetta, prima dedicata alla Madonna del Pietoso e poi rinominata Madonna della Consolazione. Gli abitanti di Paternò e dei paesi vicini (vedi Santa Maria di Licodia ) attribuiscono a lei molte grazie. Per secoli, i paternesi ogni fine maggio dedicano alla Madonna giorni di giubilo e ringraziamento. Per il numeroso afflusso di fedeli, quella piccola chiesa fu eretta a santuario nel 1935. La crescente devozione alla Madonna della Consolazione, palpabile in ogni animo dei paternesi, sposò l’idea del canonico Filippo Tripi, che immaginava un santuario di grande dimensione accogliente per i numerosi devoti. Già prima della Seconda Guerra Mondiale, fu iniziata una raccolta di fondi per costruire un nuovo tempio. Nel frattempo, la guerra e i terremoti avevano reso la piccola chiesetta insicura. I confrati intrapresero l’opera di costruzione del nuovo santuario, ma presto finirono i soldi. L’ambizioso progetto del santuario in stile romanico, disegnato dall’ingegnere Rosario La Russa, si bloccò. La Russa, che fu podestà e sindaco di Paternò, era anche un geniale urbanista della nuova Paternò.
Rivedendo gli ex voto e le foto dell’epoca, si prova un senso di malinconia per il piccolo vecchio santuario demolito per far posto al nuovo convento. Si sarebbe potuto recuperare la struttura originale e integrarla nella nuova costruzione, come spesso si vede altrove. Quando cominciarono a scarseggiare i fondi per costruire il santuario, fu chiesto aiuto economico a Michelangelo Virgillito. Nel 1948, la gioia per l’intervento economico del commendatore Virgillito fu tale che molte decisioni furono prese in fretta e qualche errore passò inosservato. Il governatore don Barbaro Longo, ad esempio, decise di vendere l’oro degli ex voto dei fedeli per ricavare denaro utile al completamento del Santuario.
Il governatore, salito a bordo della littorina per recarsi a Catania per vendere l’oro, giunto quasi a Piano Tavola, si accorse di aver lasciato la borsetta con dentro gli ex voto d’oro nella biglietteria. Tornò indietro e la ritrovò, gridando al miracolo ma proseguì nel suo intento, vendendo buona parte degli ex voto d’oro. Tuttavia, questo gesto potrebbe essere visto come contrario alla volontà della Madonna, che avrebbe manifestato il suo disappunto facendo ritrovare la borsetta con dentro gli ex voto d’oro presso la biglietteria della circumetnea di Paternò. questioni di punti di vista. Chiesto aiuto a Michelangelo, il munifico benefattore, nipote di Angelo Virgillito, Governatore della Confraternita subito dopo l’unità d’Italia nel 1870, si addossò tutte le spese della costruzione. Rispose così con un telegramma il 10 agosto del 1948: “Avv. Pulvirenti Sindaco di Paternò. Per ridare a Paternò il glorioso Santuario dedicato al culto di Maria SS. della Consolazione retaggio dei nostri padri e per alleviare la disoccupazione dispongo l’inizio immediato dei lavori. Nomino economo amministratore canonico don Luigi Gennaro. Conto sulla sua collaborazione onde semplificare la procedura. Mi impegno formalmente a finanziare i lavori necessari disponendo fondi presso il Credito Italiano, sperando di completare la costruzione entro il mese di maggio 1949 con campanile e concerto di campane. Auspico protezione Vergine Santissima”. Un analogo telegramma fu spedito da Milano al presidente del comitato pro erigendo santuario. Nel giro di pochi anni, i lavori furono completati e nel giugno del 1954 si tenne la consacrazione. Per l’inaugurazione del nuovo santuario, tutta Paternò si vestì a festa per accogliere grandi personalità del mondo ecclesiastico, civile e militare. L’apoteosi più grande naturalmente fu rivolta al benefattore Michelangelo Virgillito.
Nei suoi 70 anni di vita il santuario ha subito alcune modifiche strutturali, come lo spostamento dell’altare adeguato alle normi Conciliari. La messa in sicurezza del campanile e le nuove le campane riposizionate in occasione dei suoi 25 anni di vita.
Per anni, la guida spirituale del Santuario fu affidata ai padri domenicani, poi passata ai Figli della Divina Provvidenza di San Luigi Orione. Da ben 56 anni, il magnifico santuario, luogo di preghiera e aggregazione, è reso accogliente grazie ai sacerdoti della piccola comunità Orionina, che svolgono giornalmente un lavoro silenzioso con don Miguel Sanchez, don Achille Morabito e don Salvatore Latina. In occasione del 70° anniversario della consacrazione, non sono previste celebrazioni particolari oltre alla consueta celebrazione eucaristica. I lunghi lavori di restauro e messa in sicurezza del santuario impediscono di celebrare con enfasi questo prestigioso traguardo. Il rettore del santuario, don Miguel Sanchez, rimanda ogni festeggiamento al 2027, ovvero per il 50° anniversario della morte di Michelangelo Virgillito, quando tutti i lavori di restauro saranno completati.
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