Su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, i carabinieri del Nucleo operativo di Paternò hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di due persone, entrambi con precedenti di polizia. Si tratta di Angelo Gulisano, di 32 anni e Vincenzo Spitaleri, di 47 anni, accusati di “rapina aggravata in concorso”.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura etnea e svolte da gennaio a marzo di quest’anno, che hanno consentito di raccogliere elementi rispetto alla messa a segno da parte dei due uomini di una rapina compiuta lo scorso 2 gennaio, al distributore di carburante del centralissimo Corso Italia, “Iblea Petroli”.
L’attività investigativa supportata anche dai filmati di videosorveglianza presenti nell’area e sulle vie d’accesso e fuga, ha permesso di ricostruire quanto accaduto.
I due con il volto coperto da passamontagna e con in testa dei cappucci, sono arrivati alle 13 circa a bordo di uno scooter un Honda SH nero, con targa oscurata. Alla guida ci sarebbe stato Vincenzo Spitaleri, mentre Angelo Gulisano, sceso dallo scooter dopo aver estratto una pistola, sembrerebbe una 9×21, ha minacciato un dipendente e strattonandolo lo ha portato dentro l’ufficio, dove c’è la cassa. Il rapinatore si è fatto consegnare l’incasso dell’intero fine settimana di capodanno, calcolato in oltre 9.000 euro, pronunciando la frase “se chiami i Carabinieri ti ammazziamo la famiglia”. Un’azione rapidissima, portata a conclusione in appena 2 minuti. I due sono quindi fuggiti.
Nella ricostruzione dei fatti, particolarmente significativi due episodi registrati dai vari impianti di videosorveglianza esaminati dai Carabinieri.
Il primo, riguarda le fasi immediatamente antecedenti alla rapina, durante le quali un cliente del distributore, probabilmente ignaro di cosa stesse per accadere, salutava uno degli indagati qualche istante prima del raid, riconoscendolo a bordo dello scooter. Le indagini hanno permesso d’identificare il casuale avventore in uno zio di Angelo Gulisano, elemento che ha ulteriormente rinforzato il quadro indiziario a carico dei due indagati.
Il secondo riguarda invece i momenti successivi all’azione criminale, in cui i presunti rapinatori, venivano ripresi mentre stavano rincasando a bordo di uno scooter SH nero – come quello utilizzato nella rapina – e con gli stessi abiti indossati dai malviventi alcuni minuti prima.
Entrambi gli indagati sono stati arrestati e portati nel carcere di Piazza Lanza, a Catania.