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Cronaca

Paternò, ragazzini violentati all’ombra del castello: chiesti 46 anni di carcere

Rito abbreviato per quattro imputati, accusati di violenza (anche di gruppo) su tre giovanissime vittime

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© Foto Etna News 24

L’ orrore, poco più di un anno fa, quando i carabinieri della Stazione di Biancavilla, fecero scattare le manette ai polsi dei quattro presunti pedofili. Ora, per i quattro indagati, è giunta l’ora del giudizio, con il processo, con rito abbreviato ed a porte chiuse, in corso a Catania, giunto quasi alle battute finali.

Oggi è stato il giorno delle richieste di condanna, avanzata dal Pubblico ministero, Anna Trinchillo. Il magistrato, in dettaglio, ha chiesto 16 anni di reclusione per il principale imputato, lo zio di una delle vittime del branco; ed ancora 10 anni di reclusione a testa, per gli altri tre imputati, tutti di Paternò. L’ accusa per loro è di violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne e violenza sessuale di gruppo.

Prossima udienza il prossimo 22 novembre, con la parola che passerà alla difesa. Poi il Gup, Anna Cristaldi, dovrà emettere la sentenza.

Ricostruendo i fatti, l’orribile storia divenne nota nel mese di ottobre dello scorso anno, con gli arresti per tre dei quattro indagati, ad opera dei carabinieri della Stazione di Biancavilla, eseguiti al termine di delicate indagini. Tutto cominciò con la denuncia di una mamma di Biancavilla, che dopo essersi insospettita dell’amicizia, su Facebook, del figlio 13enne, con un 55enne, cominciò a scavare. Dalle risposte del figlio e dagli atteggiamenti dell’uomo, temendo che si potesse trattare di un tentativo di adescamento, presentò denuncia ai militari dell’Arma.

E da quella denuncia emerse l’orrore. Secondo l’indagine dei carabinieri, il principale imputato, il 55enne, avrebbe violentato per mesi, il nipote ed un suo amico, entrambi 13enni all’epoca dei fatti, nel corso di incontri singoli e di gruppo. Partite le indagini ed accertato che il principale imputato aveva un precedente per violenza su minori, con una condanna arrivata nel 1995, i carabinieri decisero di effettuare una verifica sul suo telefono cellulare. E qui venne trovato un gruppo whatsapp, denominato «gruppo di amici», dove c’erano numerosi messaggi di tre adulti e di due ragazzini.

Ci volle poco a capire che il rapporto tra adulti ed adolescenti era un rapporto malato. Da qui il racconto delle vittime, il sopralluogo fatto con i carabinieri nel maggio del 2018, dove i due ragazzini ricostruirono fatti e luoghi degli incontri: la collina storica paternese. Si preferiva il calar della sera, visto che la collina, ormai da anni, è totalmente al buio. La storia sembra andasse avanti da più di un anno.

Poi l’arresto. Insieme al 55enne vennero arrestate altre due persone, di 43 e 21 anni, anche loro paternesi. Successivamente, le manette ai polsi scattarono anche per un 26enne.

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Cronaca

Catania, getta droga nel water ma la Polizia la recupera tra i liquami, 43enne arrestato

Si tratta di 450 grammi di marijuana e 15 grammi di cocaina, mentre è stata ritrovata a seguito di una perquisizione domiciliare una somma pari a circa 27 mila euro

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Avrebbe escogitato un piano per sbarazzarsi della droga attraverso il water per poi recuperarla tramite un pozzo nero realizzato direttamente in casa. L’ideatore sarebbe stato un 43enne catanese che è stato arrestato dalla polizia. Nel corso di un servizio di controllo di Picanello, centro storico di Catania,  i poliziotti hanno notato strani movimenti proprio dinnanzi l’abitazione dell’uomo noto alle forze dell’ordine.

Da qui è scattato il controllo nella casa del 43enne. Non appena hanno bussato al portone di casa, i poliziotti hanno sentito il rumore dello scarico del water in azione e, non appena il proprietario ha aperto la porta è stato avvertito un fortissimo odore di marijuana. Grazie alle tracce d’acqua presenti sul pavimento i poliziotti sono arrivati nella lavanderia, luogo in cui è stata scoperta una botola piazzata proprio al centro della stanza. Una volta sollevato il coperchio è stato possibile scoprire il pozzetto nero, congegnato proprio per disfarsi della droga in modo rapido nel caso di visite indesiderate delle forze dell’ordine.

Infatti, una volta tirato lo sciacquone, la droga gettata nel water passava nel pozzetto dove l’uomo avrebbe potuto recuperarla, individuandola tra i liquami. Recuperati dalla polizia ben 450 grammi di marijuana e 15 grammi di cocaina. La perquisizione è stata estesa all’intero appartamento e ha consentito di ritrovare un’ingente somma di denaro, pari a circa 27 mila euro, ritenuta palesemente provento dell’intenso traffico di droga, considerato che, oltre a non essere occupato in alcuna attività lavorativa, il 43enne ha precedenti di polizia giudiziaria legati al mondo della droga.

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Cronaca

Catania, coniugi nascondevano armi e droga, arrestati dai carabinieri

Durante una perquisizione nella loro abitazione i militari hanno trovato 1.100 grammi di marijuana amnesia, 90 grammi di cocaina nonche due pistole scacciacani modificate, un proiettile calibro 7,65 e due giubbotti anti proiettili

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A Catania una coppia di coniugi, di 59 e 46 anni, è stata arrestata dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale per detenzione abusiva di armi clandestine e per spaccio di sostanze stupefacenti. Durante una perquisizione nella loro abitazione i militari dell’Arma hanno trovato 1.100 grammi di marijuana amnesia, 90 grammi di cocaina e una macchina per la preparazione di confezioni di sottovuoto.

In uno scantinato in uso alla coppia i carabinieri hanno sequestrato due pistole scacciacani modificate e rese offensive e letali considerate pertanto clandestine, un proiettile calibro 7,65 e due giubbotti antiproiettili. La coppia è stata arrestata e messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto per entrambi la misura della custodia cautelare in carcere.

 

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