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amministrazione

Paternò, risarcimento di quasi 1 milione e 300 mila per gli ex doposcuolisti da parte del comune

E nei giorni scorsi il commissario ad acta ha approvato un debito fuori bilancio pari a circa 600 mila euro, la prima tranche della somma che il comune deve agli ex doposcuolisti, il resto dovrebbe essere liquidato nei prossimi mesi

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Ammonta complessivamente a quasi 1 milione e 300 mila euro il risarcimento che dovrà versare il Comune di Paternò in favore di un gruppo di ex doposcuolisti, al termine di una lunga vertenza iniziata oltre dieci anni fa. A comunicarlo in una missiva è l’avvocato degli ex doposcuolisti Dino Caudullo.

La vicenda risale al 2013 quando un gruppo di ex insegnanti di doposcuola aveva avviato una vertenza nei confronti del Comune rivendicando il diritto alla loro immissione in ruolo presso l’Ente e la condanna di quest’ultimo al risarcimento dei danni. Definitosi favorevolmente al Comune il giudizio di primo grado, in esito al giudizio d’appello proposto dai lavoratori assistiti dagli avvocati Dino Caudullo ed Enrico Freni, con sentenza del giugno 2022 la Corte di Appello di Catania ha quindi dichiarato il diritto dei lavoratori di essere assunti dal Comune di Paternò, con la condanna di quest’ultimo al risarcimento del danno. A fronte della mancata spontanea esecuzione della sentenza da parte del Comune, i lavoratori si sono rivolgerti al Tar il quale ha nominato un Commissario ad acta per l’esecuzione coattiva della sentenza.

Lo scorso 13 novembre è stata confermata anche in sede di appello innanzi al CGA di Palermo la chiara prospettazione difensiva dei legali dei lavoratori, il Commissario ad acta ha quindi posto in esecuzione la sentenza della Corte di Appello di Catania, riconoscendo in favore dei lavoratori il risarcimento del danno derivante dall’illegittima condotta del Comune di Paternò protrattasi per lunghi anni.

“È la conclusione di una complessa vicenda – ha dichiarato l’avv. Dino Caudullo che insieme all’Avv. Enrico Freni ha seguito i lavoratori – che, dopo un inatteso esito negativo innanzi al Giudice di primo grado, ha visto il giusto riconoscimento della bontà delle nostre tesi da parte della Corte di Appello di Catania.

Purtroppo la pervicacia con cui il Comune di Paternò si è sottratto alla spontanea integrale esecuzione della sentenza- aggiunge il legale – con l’incidente di percorso dello stato di pre-dissesto finanziario dell’Ente, ha ulteriormente allungato i tempi, costringendoci a chiedere al Tar Catania la nomina di un commissario ad acta. Nonostante il Comune abbia proposto a sua volta appello al CGA avverso la decisione a noi favorevole del Tar, a fronte dell’ennesimo rigetto delle posizioni difensive del Comune, finalmente il commissario ad acta nei giorni scorsi ha potuto emettere gli atti necessari alla corretta applicazione della sentenza, la cui spontanea esecuzione da parte del Comune avrebbe certamente determinato un risparmio di spesa per l’ente che non naviga in buone acque dal punto di vista finanziario”.

E nei giorni scorsi il commissario ad acta Giuseppe Petralia, sostituendosi al consiglio comunale ha approvato un debito fuori bilancio pari a circa 600 mila euro; si tratta della prima tranche della somma che il comune deve agli ex doposcuolisti; il resto dovrebbe essere liquidato nei prossimi mesi. Il risarcimento di circa un milione e 300 mila euro non dovrebbe compromettere il piano di riequilibrio adottato dall’ente comunale paternese in un recente passato. In pratica nelle scorse settimane la Regione Sicilia ha inviato al comune di Paternò, cosi come altri enti comunali in difficoltà economiche,  un milione e 700 mila euro. Buona parte di questa somma sarà destinata per coprire il risarcimento agli ex doposcuolisti.

 

 

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Paternò, ex Esa tra Amianto, incuria e degrado: Presentata interrogazione consiliare

L’interrogazione è stata presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Alfio Virgolini

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Un’area dimenticata, che da anni versa in uno stato di completo abbandono, tra degrado, incuria e timori per la salute pubblica. È la zona dell’ex Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) di via Canonico Renna, a Paternò, al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere comunale Alfio Virgolini, del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.

“Da immemorabili anni i terreni dell’ex ESA si trovano totalmente abbandonati, ridotti in uno stato di degrado e non più utilizzati per scopi agricoli”, scrive Virgolini, sottolineando come la mancanza di manutenzione e cura abbia generato una situazione tutt’altro che idilliaca dal punto di vista della sicurezza, della pubblica incolumità e della salute, aggravata dalla possibile presenza di amianto.

Alla luce delle continue segnalazioni dei residenti delle zone limitrofe – in particolare via Sardegna e Villetta  – e dei genitori degli alunni che frequentano l’Istituto scolastico di via Vulcano, il consigliere rilancia una proposta di rigenerazione urbana: demolire le strutture esistenti per realizzare spazi verdi, parcheggi, aree di sosta e una possibile base per la Protezione Civile da attivare in caso di emergenze o calamità naturali.Virgolini ricorda che la Protezione Civile locale, pur svolgendo un ruolo fondamentale nella gestione delle emergenze, opera senza un piano strategico aggiornato, scaduto intorno al 2012. Una lacuna che, a suo avviso, va colmata con urgenza.Per questo motivo, il consigliere ritiene “necessario che l’Amministrazione Comunale provveda a far elaborare un progetto esecutivo”, e chiede che gli enti regionali competenti valutino la cessione dell’area, al fine di individuare soluzioni concrete per la sua valorizzazione.

“È utile –  scrive ancora – il coinvolgimento della comunità locale nel processo di pianificazione, affinché l’utilizzo futuro dell’area sia coerente con le esigenze e le aspettative della popolazione”.

Nel dettaglio, il consigliere Virgolini interroga il Sindaco per sapere: Se siano stati avviati contatti con i responsabili dell’ex ESA per verificare la disponibilità alla cessione dei terreni; Se vi siano state interlocuzioni con l’Assessorato Regionale alla Protezione Civile per individuare finanziamenti da destinare alla riqualificazione dell’area; Quali interventil’Amministrazione Comunale intenda adottare.

Virgolini conclude auspicando l’apertura di un tavolo di concertazione, affinché l’Amministrazione possa cominciare a prospettare soluzioni idonee per restituire alla città un’area oggi inutilizzata, ma dal grande potenziale.

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Sicilia, dal governo regionale 26 milioni di euro per imprese danneggiate dal Covid-19

Agevolazioni previste per circa 500 nuovi beneficiari e che consistono in un finanziamento a tasso zero, compreso tra un minimo di 10 mila e un massimo di 100 mila euro

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Ammontano a quasi 26 milioni di euro le risorse che, su proposta del dipartimento della Programmazione, il governo regionale impiegherà per rifinanziare l’avviso pubblico del 2022 destinato alle piccole, medie e micro imprese danneggiate dalla pandemia di Covid-19.

“L’emergenza sanitaria – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – ha messo in ginocchio numerose aziende siciliane e sono molte le difficoltà che gli imprenditori sono costretti a fronteggiare ancora oggi. È volontà del mio governo, quindi, impiegare risorse che non sono state utilizzate per fornire liquidità immediata alle imprese che ne hanno bisogno, agevolando l’accesso al credito e incentivando investimenti in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità”.

La giunta di governo, infatti, nella seduta odierna ha approvato la riprogrammazione di economie e mancati utilizzi di fondi provenienti da altre misure. Questo consentirà lo scorrimento della graduatoria, ferma perché a fronte di una dotazione finanziaria pari a 187 milioni di euro erano pervenute istanze per 274 milioni.

I 25.849.647 euro recuperati consentiranno di concedere le agevolazioni previste dall’avviso a circa 500 nuovi beneficiari. La misura, gestita dall’Irfis-FinSicilia, è rivolta a micro, piccole e medie imprese con sede legale o operativa in Sicilia, che avevano presentato domanda e che, a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, hanno registrato nel 2020 una riduzione del fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019. L’agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero, compreso tra un minimo di 10 mila e un massimo di 100 mila euro.

 

 

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