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Cronaca

Piedimonte Etneo, carabinieri scoprono una coltivazione di marijuana in zona rurale

In realtà i militari erano intervenuti a seguito della segnalazione di alcune volontarie di associazioni animaliste; quest’ultime hanno riferito alle forze dell’ordine che sarebbero state allevate pecore e galline rinchiuse in spazi angusti e in pessimo stato di salute

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Quello che doveva essere un intervento a tutela di alcuni animali da cortile, si è rapidamente trasformato in una vera e propria operazione antidroga. I carabinieri del comando stazione di Piedimonte Etneo, a seguito della segnalazione di alcune volontarie di associazioni animaliste, sono intervenuti in una zona rurale di Piedimonte, dove vivono due coniugi di 44 e 42 anni.

In particolare, le volontarie avevano riferito agli uomini dell’Arma che, nel terreno adiacente l’abitazione della coppia, sarebbero state allevate pecore e galline rinchiuse, però, in spazi angusti e in pessimo stato di salute. Le donne avrebbero anche tentato di parlare con i proprietari per risolvere la situazione però questi, di contro, non solo le avrebbero insultate e minacciate, ma addirittura la 44enne avrebbe colpito una di loro con una catena. L’uomo, invece, un 42enne di origini sudamericane, pregiudicato, sarebbe scappato a piedi nelle campagne circostanti assieme al figlio minorenne. Per far luce sulla vicenda e verificare la situazione di ovini e volatili, due pattuglie hanno raggiunto la casa di campagna dove, però, hanno trovato una situazione ben più complessa.

La donna, infatti, alla vista dei carabinieri ha reagito barricandosi in casa; dopo ripetute richieste e una breve negoziazione, i militari sono comunque riusciti ad entrare nell’abitazione anche con il supporto dei Vigili del Fuoco. Una volta all’interno, le pattuglie hanno trovato la donna in stato di forte agitazione, verosimilmente dovuta all’assunzione di droghe, e hanno quindi richiesto l’intervento dei sanitari del 118. Tuttavia, all’arrivo del personale medico, la 44enne si è nascosta sotto un letto, rifiutando qualsiasi tipo di assistenza sanitaria.

Nel frattempo, una squadra di militari si è recata nel cortile per cercare gli animali segnalati dalle animaliste ma, invece degli ovini e dei pennuti, i carabinieri hanno recuperato 20 piante di marijuana di varie altezze, coltivate tra pomodori e ortaggi. I due conviventi, dunque, sono stati denunciati a piede libero per coltivazione illecita di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale

Cronaca

Bronte, una nuova condotta contro la crisi idrica nella parte bassa della città

Una condotta che collega i 2 pozzi Musa, che alimentano la zona alta del paese, con la vasca di raccolta in contrada Rinazzo, da cui l’acqua viene poi distribuita al popoloso quartiere Sciarotta

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Dopo settimane di emergenza idrica, arriva finalmente una soluzione concreta per la parte bassa di Bronte, messa in difficoltà dalla drastica riduzione della portata d’acqua da parte dell’Acoset, passata da 36 a soli 16 litri al secondo.  Il Comune ha attivato una nuova condotta idrica che collega i 2 pozzi Musa, che alimentano la zona alta del paese, con la vasca di raccolta in contrada Rinazzo, da cui l’acqua viene poi distribuita al popoloso quartiere Sciarotta.

Il progetto ideato dal geometra Nino Saitta, responsabile della VI Area Tecnica comunale, ha richiesto l’implementazione di un sistema sofisticato per superare i circa 5 chilometri di distanza in linea d’aria e i dislivelli altimetrici che separano i due punti. Una soluzione all’apparenza semplice, ma frutto di un accurato lavoro di ingegneria.

Quando l’acqua ha finalmente raggiunto la vasca di Rinazzo, tra i presenti è scattato un applauso liberatorio. Oltre a Saitta, erano presenti il sindaco Pino Firrarello e il responsabile dello staff comunale, Nunzio Giuffrida. “Permettetemi di ringraziare gli uomini che hanno concretizzato questo risultato – ha dichiarato Saitta – Senza l’impegno di Nino Zingali, Nino Longhitano, Luigi Russo e Salvo Castiglione e dell’impiantista Giuseppe Cassarà non saremmo riusciti a raggiungere questo obiettivo”.

La nuova condotta è stata realizzata nell’ambito del progetto di ottimizzazione della rete idrica comunale, finanziato con 5 milioni di euro. “Abbiamo – ha spiegato Saitta – collegato i pozzi Musa al partitore di Poggio San Marco e, da lì, utilizzando una vecchia condotta in disuso da circa 15 anni, siamo riusciti a raggiungere contrada Rinazzo”. Secondo le stime tecniche, il nuovo impianto garantirà circa 5 litri d’acqua al secondo in più, che si aggiungono ai 16 forniti da Acoset.

“Dovrebbero bastare – conclude Saitta – per risolvere l’attuale emergenza”. Negli ultimi tempi, nella parte bassa del paese l’acqua arrivava per poche ore al giorno e con una pressione insufficiente a riempire le cisterne sui tetti delle abitazioni. Ora i cittadini sperano che la situazione possa finalmente tornare alla normalità. “Abbiamo fatto un lavoro enorme per garantire acqua a tutti – ha affermato il sindaco Firrarello- È stato un intervento complesso, difficile anche da spiegare nei dettagli, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ritengo che entro una settimana la situazione possa stabilizzarsi”.

Nel frattempo si attende la messa in funzione del terzo pozzo Musa, scavato di recente, e le relative analisi sulla qualità dell’acqua.

 

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Cronaca

Sigonella, dopo attacchi a Teheran si alza il livello di attenzione

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha annunciato l’innalzamento al massimo livello di attenzione nelle basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano, per timore di possibili ritorsioni annunciate dall’Iran

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FOTO "ANSA"

E’ allerta massima nelle basi americane in Italia dopo l’attacco statunitense in Iran della notte scorsa.  Da Aviano a Sigonella l’attenzione è massima.

Rafforzati i dispositivi messi in campo per garantire la sicurezza dei militari. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha annunciato l’innalzamento al massimo livello di attenzione nelle basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano, per timore di possibili ritorsioni annunciate da Teheran.

Situata nei pressi di Catania, Sigonella è una base mista, sotto comando italiano ma utilizzata estensivamente da Marina e Aeronautica statunitensi. È soprannominata “la portaerei del Mediterraneo” per la sua centralità nelle missioni USA in Nord Africa, Medio Oriente e Sahel.

Vi operano anche droni “MQ-9 Reaper” e velivoli da sorveglianza come gli “EP-3″. È un nodo strategico per la guerra elettronica e per il comando Africom, responsabile delle operazioni statunitensi nel continente africano.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha specificato che  le basi aeree americane in Italia “sono disciplinate da un accordo dei primi anni cinquanta, molto antico, che prevede che loro possano utilizzarle soltanto spiegando per cosa le vogliono utilizzare e solo dopo l’autorizzazione del governo italiano. Non è stata ancora chiesta, non è mai stata chiesta questa autorizzazione”.

 

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