Dalla piazza al web, dalla tradizione orale al palco teatrale, il cantastorie si evolve. Per restare una figura contemporanea, anche il suo repertorio si adatta ai temi attuali. Un tempo culla di questa tradizione, Paternò perde oggi questo primato, mentre l’antica piazza Urna, ormai trasformata in un angolo di archeologia urbana, non offre più spazi per manifestazioni di spettacolo libero. In questo contesto, la piccola Ragalna (almeno per una sera) si propone come sede ideale per ospitare le performance dei cantastorie, nel suggestivo palmento Arena.
Ieri sera il teatro era stracolmo per assistere allo spettacolo “Per amor del vero. Viaggio tra le storie e le ballate dei Cantastorie siciliani”, un evento di beneficenza organizzato dal Circolo medici di Paternò, dall’Associazione Culturale Busacca, con il patrocinio del Comune di Ragalna.

Nel saluto iniziale Saro Crisafi, presidente dell’Associazione dei Medici di Paternò, ha spiegato che l’obiettivo della serata era duplice: fare del bene, devolvendo il ricavato alla “Bisaccia del pellegrino” di Paternò, e regalarsi un tuffo nel passato, rivivendo i magici momenti di quando, da bambini, si assisteva a spettacoli di cantastorie proprio a Paternò, con la mano dei genitori, e certamente per non perdere la tradizione del territorio. Lontani dalle loro attività quotidiane, eventi e de informatori scientifici, i medici con la famiglia hanno scelto di regalarsi una serata indimenticabile, pur nel segno di una causa nobile. Anche l’assessore alla Cultura Enzo Messina ha salutato il pubblico, sottolineando come la cultura, in tutte le sue forme, possa rappresentare una vera e propria cura per l’anima.
La serata è stata un’opportunità per staccare dalla frenesia delle strade e delle spiagge affollate, godendo invece del clima ancora fresco e asciutto di Ragalna, che, con la sua bellezza e tranquillità, si conferma sede ideale per trascorrere piacevoli serate di settembre. E non è ancora finito.
A riaccendere i ricordi d’infanzia sono stati Francesca Busacca, presidente dell’Associazione Culturale Busacca, e l’antropologo e cantastorie Mauro Geraci. La data del 20 settembre, infatti, accomuna diversi eventi significativi per la cultura siciliana: la nascita del grande poeta Ignazio Buttitta (19 settembre 1899), l’anniversario della morte del cantastorie Ciccio Busacca (11 settembre 1989) e la scomparsa della folksinger Rosa Balistreri (20 settembre 1990). La serata si è aperta con una ninna nanna inedita, mai incisa, di Rosa Balistreri “Picciriddi unni jti, e poi lo spettacolo è proseguito, incantando il pubblico.

Il cantastorie moderno, come abbiamo detto, si evolve e adatta il proprio repertorio a temi attualissimi, dalla cronaca alla politica, fino alle questioni ambientali. Non tutti però la pensano come il professor Mauro Geraci, che, con il suo stile “radical chic”, ha trattato con ironia argomenti scottanti della politica internazionale: “Meghiu della verra, la paci nilla terra”. Chi non è d’accordo? Il femminicidio, un tema attuale e doloroso, è stato trattato con grande sensibilità, ricordando Giulia Cecchettini, suscitando applausi già prima dell’inizio dello spettacolo.
Uno momento di alta intensità espressiva è stato il contrasto tra la morte e la figura del miliardario, interpretato in modo magistrale da Francesca Busacca, con Mauro Geraci alla chitarra. Non sono mancati momenti più leggeri, come un viaggio sulla luna scritto da Ciccio Busacca, o la riflessione sull’inflazione e la figura di Pantalone l’emigrante “Le ferie” un tema ironico scritto da Trincale. “Rinaldo si trova a la buscaglia” di Otello Profazio. Ricordato anche Vito Santangelo.

E l’umorismo non è mancato, “Scaricalapp” e la ricerca sul caricabatterie universale del telefonino indossabile, una trovata di Geraci che mescola ironia erotica e tecnologica, inevitabili le risate a crepa pelle del pubblico.
Eppure, tra le risate, sono emersi messaggi forti: Va bene dire no alle armi, bene il cinghiale che prima o poi dopo la spazzatura mangerà anche le armi. No alla violenza alle donne. No alla guerra. No al telefonino. No all’inflazione. No al ponte? E invece si, lo vuole l’Europa che si evolve, appunto come i cantastorie.
Lo spettacolo chiuso con “La Sicilia camina” di Ciccio Busacca è stato certamente un omaggio a grandi artisti siciliani che, con il loro vasto repertorio poetico e musicale, ci permettono di riascoltare storie, ballate e riflessioni che non solo arricchiscono la nostra memoria culturale, ma ci spingono anche a riflettere sui temi della contemporaneità. Francesca Busacca e Mauro Geraci sono riusciti a mantenere alta l’attenzione del pubblico per tutta la serata, regalandoci un’esperienza indimenticabile.