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Cultura

Ragalna, “Carmina in Orto”, poesia, letteratura, fiabe e teologia: le essenze della XXII edizione

Il tema di quest’anno è stato “Arbores”, la teologia dell’albero, la poesia del libro, l’incanto della musica. Ispirato, come afferma l’organizzatore, l’architetto Francesco Finocchiaro, dal libro di Maurizio Oddo

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Un sabato sera a casa Finocchiaro non è una semplice cena tra amici, ma un appuntamento culturale che ricorda quei raduni conviviali dove ci si dà appuntamento al ristorante o in pizzeria. Solo che, in questo caso, i “piatti di portata” non si mangiano: si ascoltano, si respirano, si sentono dentro. Le quattro portate della serata sono poesia, letteratura, fiabe e teologia.

Dal 2003, “Carmina in Orto” si svolge sotto i castagni del giardino di casa Finocchiaro: un evento biennale giunto alla sua dodicesima edizione. Il tema di quest’anno è stato “Arbores”, la teologia dell’albero, la poesia del libro, l’incanto della musica. Ispirato come dice il padrone di casa l’architetto Francesco Finocchiaro dal libro (anzi librone considerata la sua consistenza) di Maurizio Oddo.

In una società (come per esempio quella di Paternò), dove lo spazio urbano spesso sacrifica il verde, riflettere sull’albero assume un significato profondo e ambivalente, tra ecologia e spiritualità. L’albero della vita, l’albero della conoscenza del bene e del male, la croce – simbolo cristiano per eccellenza – diventano immagini forti, come la salvezza dell’umanità.

Prima di giungere al cuore di queste riflessioni, la professoressa e critica teatrale Loredana Pitino ha riportato idealmente gli ospiti tra i banchi di scuola. Ha evocato i versi di Giovanni Pascoli, da La siepe a La quercia caduta, restituendo il dialogo poetico tra uomo e natura. In sottofondo, i cani del vicinato abbaiavano – mai fastidiosi – quasi a voler partecipare anche loro al racconto, in un coro spontaneo di natura e parola.

Nel dialogo poetico, la saggista e docente Dora Marchese, pur lottando con una ribelle ciocca di capelli, ha saputo portare in scena immagini potenti: dal mito il talamo nuziale di Osside, al mitico albero degli zecchini d’oro in Pinocchio. Come una sfida intellettuale tra le due studiose su chi meglio potesse incarnare l’immagine dell’albero nella letteratura: Verga con I Malavoglia e la casa del Nespolo, D’Annunzio, Montale, i limoni liguri.

Dora Marchese, nel suo intervento, ha anche rievocato l’ulivo nei testi di Pirandello, richiamando gli ultimi istanti del drammaturgo e il suo “I giganti della montagna”. Per questioni di tempo, la scena tornata a Loredana Pitino ha concluso con un richiamo a Pier Paolo Pasolini, altra figura centrale nel panorama letterario e poetico italiano.

La cena intellettuale di casa Finocchiaro è stata senza dubbio ricca di fascino e fantasia. Un esempio è la fiaba scritta da Alessandra Muscella, scrittrice e psicologa, che ha portato in scena Circe, una bambina dotata di immaginazione, e una radice dai capelli strani che parla. Ma gli alberi parlano agli uomini? Forse bisognerebbe chiederlo alle mimose, strappate da idioti ogni 8 marzo da mani ignoranti ecc…

Sì, gli alberi parlano. Ne è profondamente convinto il filosofo Giovanni Basile, che nella sua riflessione – tanto ironica quanto profonda – ha ricordato non solo l’albero del peccato nella Genesi, ma anche una pianta di peperoncino, ricevuta in regalo di nozze che da dieci anni cresce nel suo giardino, a cui quotidianamente rivolge la sua parola. Per Basile, gli alberi – con il loro silenzio – sanno essere più saggi degli uomini, che spesso sprecano il tempo parlando, e non sempre con saggezza.

Una serata bella, mai noiosa, ben organizzata in collaborazione con l’associazione Archeoclub Ibla Maior. Non è stata una celebrazione della fine dell’estate, né l’inizio simbolico dell’autunno – anche perché il clima, secco e caldo in Sicilia non lo permette.

Personalmente la serata mi ha tanto ricordato la canzone del 1977, per fare un albero ci vuole un fiore per fare tutto ci vuole un albero, appunto l’albero della vita. Il tema profondamente ecologico della serata ha lasciato un segno: ci spinge a riflettere sull’importanza di avere cura del creato, di pensare seriamente a salvare il mondo.

 

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