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Cultura

Restaurato il dipinto della Madonna dell’Itria: l’opera in esposizione a Milano

I dettagli dell’intervento sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa, tenutasi nella Parrocchia dell’ex Monastero, a Paternò.

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Sofonisba Anguissola, torna a far parlare di sè. Dopo 450 anni, la pittrice, tra le prime in Italia, torna protagonista nella città che lei sicuramente ha amato. Qui ha vissuto anni felici ma anche dolorosi. Secondo gli storici ha soggiornato alle pendici dell’Etna tra il 1571 e il 1579, quando sposò Fabrizio Moncada, poi la disgrazia in mare, la morte del marito e la scelta di lasciare la città per trasferirsi in Spagna, alla corte di Filippo II.

I riflettori si accendono su questa donna grazie a due sue opere la “Madonna dell’Itria” e la “Madonna del Riparo”, entrambe custodite a Paternò e interessate da un’operazione di restauro realizzata grazie alla collaborazione tra la Parrocchia di S.Maria dell’Alto (detentrice dei due beni artistici) e il Comune di Cremona (città che ha dato le origini alla pittrice) che ha finanziato il restauro, realizzato da Domenico Cretti, all’interno delle sale del museo cremonese.

Per la “Madonna dell’Itria”, realizzata tra il 1576 e il 1578, l’intervento di recupero è stato ultimato, con il dipinto su tavola trasferito ora a Milano, per partecipare alla mostra “Le signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”, curata da Gioia Mori”, al Palazzo Reale, in programma dal 2 marzo al 25 luglio prossimi. Successivamente l’opera verrà portata a Cremona, per un’altra mostra, con il ritorno a Paternò, previsto per il giugno del 2022, insieme alla “Madonna del Riparo”. Le due opere saranno collocate nella nuova cappella che la Parrocchia ha in programma di realizzare. Per riuscire ad ottenere i necessari finanziamenti si vuole promuovere una raccolta pubblica tramite un crowdfunding, con la Parrocchia che ha chiesto l’intervento del Comune.

Nella Parrocchia dell’ex Monastero, si è tenuta una conferenza stampa per presentare le operazioni di restauro compiute. Ad aprire i lavori, don Salvatore Patanè, parroco di Santa Maria dell’Alto che non nasconde la sua emozione visto l’importanza dell’evento. Presenti, tra gli altri: Antonio Caruso, direttore dell’intervento di restauro; Alfredo Nicotra, critico d’arte e al quale si deve la prima attribuzione, nel 1995, della Madonna dell’Itria a Sofonisba Anguissola; Francesco Giordano, della commissione cultura della Parrocchia; il sindaco di Paternò, Nino Naso.

In un documento stampa, diffuso dalla Parrocchia, i dettagli storici legati al dipinto della Madonna dell’Itria. «La pala, realizzata tra il 1576 e il 1578 dalla pittrice cremonese con la collaborazione del marito Fabrizio – si legge nella nota -, all’epoca della donazione si trovava collocata nella chiesa di San Giovanni Evangelista (oggi non più esistente) e, che in seguito all’atto di donazione fu quindi trasferita nella chiesa di San Francesco alla collina dove rimase dal 1579 al 1693, quando fu travolta dal crollo del tetto della chiesa in seguito al terribile sisma che distrusse buona parte delle città del Val di Noto. In seguito al crollo del tetto, il dipinto fu trasferito nella Chiesa matrice di S. Maria dell’Alto dove rimase fino agli Anni ’30 del Novecento, quando per ragioni di sicurezza fu spostato nella Chiesa dell’ex Monastero della SS. Annunziata, dove nel frattempo si era trasferita la sede operativa della Parrocchia Matrice. Grazie all’opera divulgatrice del dott. Nicotra, di diversi altri studiosi e della stampa, l’opera ha acquisito nel tempo sempre più visibilità in ambito nazionale ed internazionale, contemporaneamente ad un sempre maggiore interesse della critica internazionale per la figura di Sofonisba Anguissola, che a prescindere dalle notevolissime doti artistiche, celebrate anche dai suoi contemporanei, ebbe una vita per certi versi avventurosa che la vide protagonista prima in terra natia e poi in Spagna alla corte regia e quindi, per due volte, in Sicilia, dove le sue spoglie riposano. L’interesse per il periodo siciliano di Sofonisba ha avuto un suo culmine nel 2019, con due importanti eventi:la conferenza su Sofonisba Anguissola, Pittora di natura et miraculosa, svoltasi il 21 marzo nella Chiesa della SS. Annunziata, a cura della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Catania, con la partecipazione dell’Arcidiocesi di Catania e dell’Archeoclub d’Italia sezione Ibla Major di Paternò;la Giornata di Studi del 13 aprile del 2019, organizzata dall’Università di Catania in collaborazione con la Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, dove diversi studiosi hanno presentato nuovi studi ed approfondimenti sull’opera della pittrice. Nel 2019, inoltre, un’immagine della tavola raffigurante la Madonna dell’Itria è stata pubblicata nel catalogo di una importante mostra che si è tenuta al Museo del Prado di Madrid sull’opera di Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, aumentando l’interesse per l’opera in ambito internazionale. In occasione della giornata di studi, un gruppo di studiosi, tra cui il Prof. Mario Marubbi (conservatore del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona), la Prof.ssa Gioia Mori (docente di storia dell’arte e curatrice diimportanti mostre) e il Prof. Domenico Cretti, hanno visitato la chiesa dell’ex Monastero della SS.Annunziata per visionare la Madonna dell’Itria e verificarne lo stato di conservazione. Nel sopralluogo si è evidenziata l’opportunità di sottoporre l’opera ad un attento lavoro di restauro, in considerazione delle condizioni non ottimali di conservazione. Negli stessi giorni, in seguito ad un altro sopralluogo presso la Chiesa matrice di S. Maria dell’Alto è stata attenzionata un’altra opera pittorica, la tela della Madonna della Raccomandata (anche nota come Madonna del Riparo o del Popolo), le cui vicende storiche erano già state in parte ricostruite dal Prof. Francesco Giordano e che già in occasione del conferenza del marzo 2019 era stata avvicinata all’opera di Sofonisba Anguissola dalla Dott.ssa Roberta Carchiolo della Sovrintendenza di Catania. In occasione del sopralluogo il Prof. Marubbi, il Dott. Nicotra e il Prof. Cretti, hanno quindi deciso di attribuire formalmente il dipinto a Sofonisba Anguissola, individuando anche tra i notabili raffigurati sotto al manto della Vergine l’autoritratto di Sofonisba e la raffigurazione del marito Fabrizio e della cognata Aloisia de Luna. Grazie all’attenta opera di intermediazione del Dott. Nicotra, del Prof. Marubbi e della Prof.ssa Mori, il Comune di Cremona si è quindi proposto per sostenere i costi per il restauro sia della Madonna dell’Itria chedella Madonna della Raccomandata, con un ulteriore contributo della Galleria di Palazzo Reale di Milano, il tutto nell’ambito di un processo di valorizzazione dei due dipinti, che culminerà in alcune mostre evento che li vedranno protagonisti fino alla metà del 2022. I lavori di restauro sono stati effettuati dal restauratore Prof. Domenico Cretti, con la direzione dell’Arch.Antonio Caruso, la supervisione del Prof. Mario Marubbi e la sorveglianza delle funzionarie della Soprintendenza di Catania Dott.sse Roberta Carchiolo e Carmela Di Blasi. Nel mese di marzo inizieranno inoltre i lavori di restauro della tela raffigurante la Madonna della Raccomandata. Così come già avvenuto per la Madonna dell’Itria, i lavori si svolgeranno nel Museo Ala Ponzone di Cremona e il museo organizzerà delle visite guidate specifiche per chiunque fosse interessato.»

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Cultura

Paternò, gemellaggio tra la città paternese e Brionne, comune della Normandia

“Questo legame suggella un importante ponte tra la Sicilia e la Normandia, basato su una storia normanna condivisa” dicono dal comune

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Paternò e la Normandia sempre più vicino.  È stato ufficialmente siglato, nelle scorse ore, all’interno di Palazzo Alessi, il gemellaggio tra le città di Paternò e Brionne, una piccola cittadina di circa 4500 abitanti che si trova proprio In Francia. “Questo legame suggella un importante ponte tra la Sicilia e la Normandia, basato su una storia normanna condivisa” dicono dal comune di Paternò.

L’incontro ha visto la partecipazione della delegazione ufficiale di Brionne, rappresentata dal Vicesindaco e Assessore alla Cultura e al Patrimonio, Janine Lerouvillois, e dal Segretario Comunale, Aurélie Lefebvre. Ad accogliere la delegazione sono stati il sindaco Nino Naso, l’assessore alla cultura e al turismo Giovambattista Caruso, gli assessori Giuseppe Torrisi e Antonello Longo, la Presidente della Pro Loco Salvina Sambataro, il cerimoniere Franco Tartareso e i ragazzi del Servizio Civile.

Nel corso della cerimonia il sindaco Naso ha specificato che questo “gemellaggio non è solo un atto formale, ma un simbolo della volontà di costruire un futuro basato su radici comuni e valori condivisi. Attraverso la cultura, il dialogo e il turismo, possiamo rafforzare i legami tra le nostre comunità e offrire nuove opportunità di crescita per entrambe le città.”

Il Vicesindaco di Brionne, Janine Lerouvillois, entusiasta si è detta “onorata ad essere qui per celebrare questo legame storico. Le nostre città condividono una ricchezza culturale e storica unica, e questo gemellaggio rappresenta un’occasione per approfondire la conoscenza reciproca e costruire una collaborazione duratura”.

“Grazie a questo gemellaggio, Paternò, Brionne e Catania si impegnano a lavorare insieme, unendo le proprie risorse e competenze per valorizzare il patrimonio storico, culturale e architettonico che le accomuna. Nel corso della visita, è stato dedicato ampio spazio alla scoperta dei monumenti simbolo di Paternò: dalla suggestiva cappella del Santissimo Crocifisso, alla panoramica collina che  domina la città, passando per gli straordinari quadri di Sofonisba Anguissola, autentiche gemme d’arte che raccontano la storia e l’anima del territorio.

A seguire, la visita si sposterà verso i maestosi castelli di Motta e Adrano, custodi di leggende, battaglie e memorie che ancora oggi parlano ai visitatori con tutta la forza della loro imponenza. Non mancherà poi una tappa a Catania, città ricca di storia millenaria e di un patrimonio culturale unico, che completa questo itinerario denso di emozioni e significati. Un percorso che non solo rinsalda il legame tra Paternò, Brionne e  Catania, ma che celebra la bellezza, la storia e la cultura come ponti di un’amicizia destinata a durare nel tempo”.

 

Alla fine dal comune paternese hanno evidenziato che “grazie a questo gemellaggio, Paternò e Brionne si impegnano a lavorare insieme, unendo le proprie risorse e competenze per valorizzare il patrimonio storico, culturale e architettonico che le accomuna”.

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Cultura

Pachino, Inverdurata 2025: Mosaici di ortaggi celebrano Agrigento

Ortaggi, semi, spicchi e pomodorini per creare opere d’arte a cielo aperto

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Tre giornate all’insegna dell’arte, della cultura e della valorizzazione del territorio hanno trasformato la centralissima via Cavour di Pachino in una straordinaria galleria d’arte a cielo aperto, in occasione della 19ª edizione dell’“Inverdurata”. Il tema scelto per quest’anno è stato “Agrigento 2025 – Un lungo viaggio tra storia, arte e cultura”, in omaggio alla nomina della città siciliana a Capitale Italiana della Cultura.

Artisti e volontari locali hanno dato vita a spettacolari mosaici realizzati con ortaggi freschi – pomodori, zucchine, cipolle, sedano – per raccontare storie legate al patrimonio culturale e artistico di Agrigento, celebrandone i grandi autori, da Pirandello al “commissario Montalbano” di Andrea Camilleri, e le sue bellezze paesaggistiche. Non è mancato, in questa splendida cornice, anche un omaggio a Papa Francesco.

Come da tradizione, l’evento si svolge ogni anno nella seconda domenica di maggio e durante le tre giornate, migliaia di visitatori hanno potuto assistere alla creazione dei mosaici, degustare prodotti tipici locali, curiosare tra i mercatini artigianali e godere di spettacoli musicali. Una vera e propria esperienza immersiva che ha saputo coniugare arte, tradizione e valorizzazione dell’agroalimentare locale, a partire proprio dal prodotto simbolo del territorio: il pomodoro.

Alla realizzazione delle opere hanno contribuito associazioni, parrocchie e l’Associazione Inverdurata di Pachino, con il sostegno della BCC, del Consorzio del Pomodoro di Pachino IGP e di numerose aziende ortofrutticole. Cubetti, spicchi, semi, frutta e verdura provengono dal territorio e sono riciclati, dando così una seconda vita a prodotti di scarto.

«Abbiamo onorato Agrigento e celebrato questo importante traguardo insieme alla città», ha dichiarato Paola Vizzini, direttrice artistica dell’evento. «I 16 bozzetti realizzati dimostrano quanta creatività e passione possano nascere dalla collaborazione e dalla condivisione».

Manifestazioni come l’Inverdurata non sono soltanto espressioni artistiche di grande impatto visivo, ma custodiscono anche un profondo significato sociale e culturale. Esse rappresentano un omaggio all’agricoltura, settore che costituisce la colonna portante dell’economia locale e simbolo di un’identità territoriale radicata e viva. Eventi di questo tipo sono il risultato di un’organizzazione meticolosa, resa possibile grazie alla sinergia virtuosa tra istituzioni, associazioni locali, operatori economici e cittadini comuni: un esempio concreto di come la collaborazione possa generare bellezza, partecipazione e senso di appartenenza.

Purtroppo, modelli così efficaci e partecipativi stentano a emergere in molte aree dell’hinterland etneo. Qui non mancano le idee né il potenziale umano e culturale; ciò che spesso viene a mancare è la volontà collettiva di agire, di mettersi in gioco, di costruire insieme. Prevale talvolta un atteggiamento di sfiducia verso il proprio territorio, una tendenza a cercare valore altrove, ignorando le ricchezze – materiali e immateriali – che la propria comunità possiede. È proprio questo disinteresse che rischia di impoverire il tessuto sociale e di frenare ogni possibile percorso di valorizzazione locale.

Recuperare il senso di comunità e la fiducia nelle proprie risorse è oggi una sfida fondamentale. Solo riscoprendo il valore della collaborazione e del radicamento si può immaginare uno sviluppo sostenibile e duraturo, capace di far fiorire le potenzialità che troppo spesso restano inespresse.

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