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S.M. Di Licodia, abbattuto palo della pubblica illuminazione in viale Strasburgo

Alla base di quanto accaduto ieri sera, porrebbe esserci un incidente stradale

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Potrebbe essere un presunto incidente stradale la causa del palo della pubblica illuminazione abbattuto nella tarda serata di ieri lungo viale Strasburgo a Santa Maria di Licodia. Un palo spezzato e diversi vetri sull’asfalto sono gli unici segni rimasti sul luogo del probabile impatto. Dell’auto che avrebbe causato tutto ciò, invece, nemmeno l’ombra. Uno scenario che in assenza di testimoni oculari lascerebbe aperte diverse ipotesi sulle cause dell’incidente, tra cui quella che il conducente dell’auto possa aver perso il controllo del veicolo a seguito dell’alta velocità all’uscita del lungo curvone presente in questa strada. Poi, la rimozione del veicolo coinvolto dopo il fatto, forse dagli stessi passeggeri o da altri soggetti giunti in aiuto.

Tuttavia, senza prove concrete o testimoni che possano confermare questa teoria, la stessa rimane solo una supposizione. In attesa che venga fatta luce sulle dinamiche dell’incidente,  anche attraverso  l’ausilio delle telecamere di video sorveglianza cittadina presente a poca distanza dal luogo del sinistro, torna nuovamente viva la tematica della sicurezza stradale in paese ed in particolare su questa arteria a sud del centro abitato. Una strada lungo la quale ogni sera stazionano diversi giovani, vissuta come luogo di ritrovo e di aggregazione, che viene spesso percorsa ad altissima velocità da diversi automobilisti, purtroppo non immune da incidenti stradali anche mortali. Diversi negli anni sono stati gli appelli da parte dei cittadini che hanno invocato la messa in sicurezza del viale Strasburgo, rivolti alle  amministrazioni comunali che si sono succedute, rimasti purtroppo tutti inevasi. Adesso, laddove il caso rimanesse irrisolto, dovrà essere il comune licodiese a doversi fare carico dei costi di ripristino del palo della pubblica illuminazione.

Cronaca

Catania, picchiato un 30enne, tre giovani raggiunti dall’obbligo di dimora dalle 15 alle 02.30

Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque

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A Catania agenti della Squadra Mobile etnea hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, nei confronti di tre giovani, due 23enni e un 22enne, accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque. L’ordinanza prevede l’obbligo di dimora tutti i giorni dalle 15 alle 02.30.

Secondo l’accusa, i tre farebbero parte di un gruppo che, il 4 gennaio scorso, nella zona della movida, nel centro della città, avrebbero selvaggiamente aggredito, per due volte la stessa sera, un giovane che ha riportato una “frattura pluriframmentaria scomposta del naso”, con prognosi di 30 giorni, diagnostica nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro dove è stato medicato. La vittima alla polizia ha detto di essere stata aggredita da un gruppo di giovani da lui conosciuti, in due distinti momenti e luoghi, “per futili motivi concernenti un banale diverbio avvenuto tempo addietro riconducibile a una ragazza, sorella di uno degli aggressori”.

Grazie alle testimonianze e la visione di filmati pubblicati sui social e di immagini registrate da apparati di videosorveglianza, la Squadra Mobile ha ricostruito “l ruolo ricoperto da ciascuno”, permettendo anche di fare luce su come “gli autori del fatto abbiano seguito la cosiddetta logica del branco, alternandosi, con vari ruoli, nel porre in essere l’azione violenta”.

 

 

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Cronaca

Scordia, Fillea Cgil su decesso imprenditore: “Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato”

“Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura- dice il sindacalista Vincenzo Cubito- È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro”

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Ancora una tragedia nel settore edile, ancora una vita spezzata sul lavoro. Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di Nunzio Mazzone, 65 anni, titolare di un’impresa edile, deceduto dopo una caduta da un ponteggio mentre eseguiva lavori di ristrutturazione su una palazzina a Scordia”.

nella foto l’imprenditore Nunzio Mazzone

A parlare è Vincenzo Cubito segretario generale Fillea Cgil Catania- Caltagirone che cosi interviene dopo l’ennesimo incidete mortale sul lavoro La salma si trova adesso al cimitero di Scordia dove è stata portata subito dopo l’incidente su disposizione della procura di Caltagirone.  A condurre le indagini i carabinieri di Palagonia. A breve dovrebbe essere effettuata l’ispezione cadaverica. “A nome della Fillea Cgil di Catania e Caltagirone, ci stringiamo con dolore attorno alla famiglia della vittima. Ma al cordoglio si accompagna l’indignazione: non possiamo più assistere in silenzio a questa strage continua, consumata nei cantieri, troppo spesso in assenza di adeguate condizioni di sicurezza.

Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato, delle istituzioni, del sistema delle imprese- dice Cubito- Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura.

È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro. Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente e che le autorità competenti verifichino il rispetto delle normative sulla sicurezza nei cantieri. Ma serve un cambio di passo urgente e strutturale: più controlli, più ispettori, più formazione, più prevenzione. La sicurezza sul lavoro non può essere un costo da ridurre, ma un diritto inviolabile da garantire. Lo ripetiamo da anni: il lavoro deve servire a vivere, non a morire” ha concluso così Cubito.

 

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