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S.M. di Licodia, Buttò replica all’opposizione su revoca concessione a “Tennis Club”

Giovanni Buttò: “l’amministrazione non perseguita i cittadini o le associazioni, ma persegue solo ed esclusivamente gli interessi della collettività”

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Riceviamo e pubblichiamo la replica del primo cittadino di Santa Maria di Licodia ai consiglieri di opposizione che negli scorsi giorni hanno approvato in consiglio comunale una mozione di indirizzo (rileggi l’articolo) (rileggi la nota del legale del comune) finalizzata alla revoca in autotutela della determina di risoluzione contrattuale nei confronti dell’Associazione “Tennis Club” che gestisce parte degli impianti sportivi di via Bartali (rileggi l’articolo).

LA NOTA

In risposta alla nota dei consiglieri di opposizione, è doveroso premettere che l’amministrazione non perseguita i cittadini o le associazioni, ma persegue solo ed esclusivamente gli interessi della collettività. Per anni il Comune ha incassato solo qualche euro dai concessionari dei beni pubblici in questione che, ovviamente, appartengono a tutti noi, seppur gestiti dai privati. Gli uffici competenti hanno semplicemente adempiuto i loro obblighi di recupero delle somme dovute per legge, per evitare un danno erariale perseguibile dalla Corte dei Conti e per rimpinguare, com’è giusto che sia, le casse del Comune, in modo da garantire più servizi a tutti.

In particolare, nel rispetto del contraddittorio, l’ufficio ha convocato più volte le parti interessate per invitarle alla regolarizzazione delle loro posizioni: solo una delle due associazioni ha versato interamente il canone pregresso e ha accettato un piano di rientro che comprende le sole spese legate alle utenze elettrica e idrica; l’altra associazione, dopo essersi impegnata a pagare il canone dovuto dal lontano 2023 e a nominare un perito che confermasse i dubbi del rappresentante legale sull’effettivo consumo di energia elettrica, non ha fatto alcunché. Infatti, sebbene gli impianti sportivi siano stati oggetto di due concessioni, esiste da sempre un solo contatore, che le due parti non si sono mai preoccupate di volturare o di regolarizzare. Addirittura, non è mai stai pagato un solo euro di energia elettrica che, quindi, il Comune ha interamente pagato al loro posto, dal novembre 2021 al 2024, ossia fino a quando una delle due non ha finalmente richiesto un proprio contatore.

L’ente, dunque, sta solo tentando il recupero di quanto versato e, davanti all’inerzia protratta dell’associazione, ha scelto la strada della revoca amministrativa, più celere rispetto alla causa civilistica, scegliendo, cioè, la strada del risparmio dell’ente e della soluzione immediata. Non vi è motivo alcuno di ritenere che la determina sia viziata da illegittimità. In caso contrario, sarà il giudice competente a valutare l’inadempimento dell’associazione e a disporre le giuste determinazioni. Ai consiglieri voglio ricordare che questo atto è di stretta competenza gestionale e che la politica non può dare indirizzi ai funzionari, i quali devono solo rispettare la legge, agendo in trasparenza, posto che si assumono la responsabilità degli atti che firmano.

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