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Cronaca

S.M. di Licodia. Sindaco tende la mano, consiglieri rifiutano l’offerta e vanno avanti

Giovanni Buttò: «Nella vita si sbaglia e sicuramente qualcosa l’ho sbagliata. Sono sempre pronto al dialogo». Enrico Caruso replica: «Quanto detto in aula dal sindaco andava fatto subito dopo la mia lettera di dimissioni. Io messo alla porta»

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Si è tenuto questa mattina, con un’ora di rinvio per mancanza del numero legale, il consiglio comunale di Santa Maria di Licodia che avrebbe dovuto trattare il rendiconto finanziario anno 2022 e due interpellanze presentate dall’opposizione. A dare subito all’occhio, la disposizione dei consiglieri negli scranni del palazzo comunale. Da un lato, nei banchi della maggioranza, erano presenti solo i consiglieri Giuseppe Fazio e Ignazio Sidoti, supportati a poca distanza dai consiglieri Mirella Rizzo e nella sedia più alta dell’aula dal presidente Maria Russo. Dall’altra parte, tra le sedie riservate all’opposizione, oltre ai consiglieri di minoranza Gabriele Gurgone, Mariella Spalletta e Simona Pinzone anche i neo indipendenti Enrico Caruso, Grazia Ranno, Antonino La Delfa e Fabiana Patti con accanto la consigliera Caterina Piemonte già dichiaratasi indipendente in aula diversi mesi fa. Non solo parole, dunque, per sottolineare la spaccatura con la maggioranza ma anche un simbolismo che fanno trasparire in maniera netta e forte la nuova geografia politica licodiese.

Un consiglio comunale acceso ed infuocato soprattutto tra i banchi dell’opposizione, così come ci si aspettava ormai da diverse settimane, che ha visto affrontare nella parte iniziale la spinosa e calda situazione politica delineatasi a partire da fine agosto nel piccolo centro etneo. Così come anticipato, è stato il sindaco Giovanni Buttò ad aprire la discussione attraverso la lettura di una propria nota rivolta a tutto il consiglio comunale. «Era giusto che esprimessi il mio pensiero nel luogo più appropriato, l’aula consiliare, evitando di rilasciare dichiarazioni che certamente avrebbero potuto essere fraintese o mal interpretate» ha detto il primo cittadino Giovanni Buttò. «Ho letto attentamente le dichiarazione presentate e sono rimasto molto amareggiato ed angustiato da quanto scritto. Giusto il 28 giugno scorso, la lettura della relazione annuale aveva riportato il plauso e l’approvazione della maggioranza che mi sosteneva».

E poi, interrogando se stesso, il sindaco ha continuato a dire «è successa qualcosa in questi ultimi mesi? Può darsi. Ricordo che questa amministrazione comunale e la sua maggioranza si è formata con il preciso compito di cambiare modo di amministrare rispetto al decennio precedente. Certamente questo non è stato facile farlo ed ancora forse occorre tempo. In nome di questo impegno, da parte mia, c’è ancora tutto l’entusiasmo e tutta la voglia di un anno fa e sono ancora fiducioso che questo impegno comune nei confronti della cittadinanza ci sia da parte di tutti i consiglieri e assessori». Poi, il tendere la mano a chi, fino a ieri, ha sostenuto l’amministrazione Buttò e che oggi invece siede accanto all’opposizione. «Nella vita si sbaglia e sicuramente qualcosa l’ho sbagliata per arrivare a delle prese di posizione così chiare. E di questo me ne faccio carico. Tuttavia sono sempre per il dialogo perché sono convinto che parlando si costruisce e come credo che l’impegno di ogni consigliere qui presente è sicuramente di poter lavorare per fare del bene e per farlo per la comunità licodiese. Ribadisco la mia piena disponibilità ad un dialogo aperto a 360 gradi. Molte volte si sbaglia senza rendersene conto e rimediare agli errori commessi è segno di maturità da parte di ciascuno di noi. L’amministrazione che guido sono sicuro che ha ancora voglia di lavorare in sinergia con tutti per garantire ai cittadini serenità di governo e unione dei soggetti politici che scendono in campo e che vogliono proporre buone pratiche nell’esclusivo bene del comune di Santa Maria di Licodia. Consegno questa breve ma sentita riflessione ad ognuno di voi consiglieri ed al consiglio comunale nella sua interezza» ha poi concluso il sindaco licodiese.

Dichiarazione, quella del primo cittadino, all’interno della quale, per ben tre volte, ricorre il verbo “sbagliare”, seguito dalla volontà di farsi carico di eventuali errori commessi e col proposito di migliorarsi, tendendo la mano agli ex amici di un tempo che forse difficilmente potranno ritornare tali. Abbastanza dure le posizioni dei consiglieri indipendenti, tra cui anche quella di Enrico Caruso, ex assessore che ha dato il “La” al terremoto politico licodiese presentando le sue dimissioni da assessore. «Quanto detto in aula dal sindaco – ha spiegato il consigliere Caruso – non andava fatto oggi ma andava fatto subito dopo la mia lettera di dimissioni dall’incarico di assessore. Sono stato messo alla porta, mentre lui cercava già un nuovo sostituto, come assessore. Ho apprezzato che gli altri consiglieri non abbiano accettato la carica costituzionale, questo a dimostrazione che a noi non interessano le poltrone. Da parte nostra ci sarà sempre il dialogo, necessario in politica. Semmai ci fossero, in futuro, decisioni valide, presentate in aula, le approveremo e le sosterremo. Caso contrario non mi farò problemi – ha concluso duramente Caruso – a trasmettere il tutto alle autorità competenti».

Attento e critico è stato, tra le file dell’opposizione, anche il capogruppo Gabriele Gurgone il quale ha voluto rimarcare la crisi politica che si è venuta a creare in consiglio rassicurando allo stesso tempo i cittadini licodiesi. «In consiglio è emerso quanto già era noto, ovvero che poco dopo più di un anno il sindaco non ha la maggioranza consiliare. Un evento, penso, unico per la politica licodiese, che evidenza come questa amministrazione verrà ricordata in negativo. Da parte nostra, in aula, abbiamo invitato il sindaco a prendere atto di tale criticità, che rischia di creare uno stop alle azioni rivolte alla cittadinanza. Oggi Licodia ha un sindaco di minoranza che ha dimostrato di non avere nessun tipo di leadership, causando, di fatto, l’emorragia di consiglieri. Il paese si trova ad essere di fronte ad una ingovernabilità da parte del sindaco, ma sarà senz’altro amministrato dalla responsabilità dei consiglieri comunali. Come gruppo di opposizione, abbiamo espresso vicinanza ai colleghi che hanno deciso di fuoriuscire dalla maggioranza, comprendendo appieno lo stato d’animo di coloro che hanno vinto le scorse elezioni, partecipando ad un progetto politico che hanno visto infrangersi dopo pochi mesi».

Dopo la discussione prettamente politica, è stata trattata l’interpellanza relativa al mancato introito di alcune somme legate ad oneri di urbanizzazione. «L’assessore Nicolosi mi ha risposto che il chiarimento in merito alla nostra interpellanza non è di sua competenza» ha detto Gabriele Gurgone. «Mi ritengo insoddisfatto e ribadisco che siamo davanti ad un grave danno economico per l’ente». La seduta, su proposta del consigliere Caruso, è stata poi rinviata al 9 ottobre alle ore 18:30.

Cronaca

Catania, riscontrate delle criticità in una macelleria, elevate sanzioni per 9 mila euro

I poliziotti hanno identificato, oltre al titolare, anche la moglie e due figli, di 6 e 8 anni, trovati a giocare su un materasso sudicio buttato a terra ed infilato in un anfratto della cucina. Bimbi che giocherebbero e dormirebbero in un anfratto accanto ai fornelli

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Controlli della task force coordinata dalla Polizia di Stato nel quartiere San Berillo a Catania . Obiettivo accertare l’osservanza delle prescrizioni delle licenze per la vendita degli alimenti, nonché la tracciabilità e la genuinità dei prodotti, a garanzia della legalità, della sicurezza alimentare e della salute dei consumatori. Controllata una macelleria in via Di Prima, in cui sono state riscontrate delle criticità. A conclusione delle verifiche, per le diverse irregolarità amministrative, il titolare è stato sanzionato, complessivamente, per un importo di oltre 8.700 euro.

In particolare, i tecnici del Servizio Igiene Pubblica dell’Asp hanno constatato alcune carenze igienico-sanitarie legate alla presenza di tracce di umidità nei locali adibiti a servizi igienici. Pertanto, è stato intimato al titolare il ripristino delle condizioni igieniche entro trenta giorni, altrimenti, in caso di inottemperanza, scatterà la sanzione di 2000 euro e la sospensione.

I medici del Servizio veterinari dell’ASP e il Nucleo Operativo Regionale Agroalimentare Sicilia del Corpo Forestale hanno trovato e sequestrato 10 chili di carne, del tutto priva del necessario requisito della tracciabilità. Dal momento che non è stato possibile risalire all’esatta provenienza, si è resa necessaria la distruzione della carne non tracciata a salvaguardia della salute dei potenziali acquirenti. Analogamente, sono stati sequestrati 10 litri di olio, anche in questo caso privo di tracciabilità. Al riguardo, il titolare è stato sanzionato amministrativamente per 1500 euro.

Durante le fasi dei controlli, gli agenti del settore “Annona” della Polizia Locale hanno avuto modo di appurare l’ampliamento della superficie di vendita in modo del tutto irregolare. In questo caso, si è provveduto a sanzionare il titolare della macelleria per 3.098 euro. Inoltre, sono state rilevate ulteriori infrazioni amministrative relative all’assenza della tabella oraria, all’installazione di insegne esterne non autorizzate e alla mancata esposizione del prezziario. Per queste irregolarità, la Polizia Locale ha provveduto a contestare verbali con sanzioni pecuniarie pari a poco più di 2.100 euro.

I poliziotti hanno identificato, oltre al titolare, anche la moglie e due figli, di 6 e 8 anni, trovati a giocare su un materasso sudicio buttato a terra ed infilato in un anfratto della cucina. Gravi i pericoli corsi dai bambini, considerato che giocherebbero e dormirebbero in un anfratto accanto ai fornelli.

I genitori hanno dichiarato di dormire lì saltuariamente e che avrebbero provveduto a trovare un luogo idoneo per far giocare i bambini.

 

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Cronaca

Adrano, sospesa per 7 giorni attività di un bar, ritenuto ritrovo abituale di pregiudicati

La presenza di questi clienti non è risultata sporadica, ma è stata riscontrata in molteplici accertamenti, al punto da rappresentare un rischio concreto per l’ordine e la sicurezza pubblica

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Ad Adrano agenti del locale commissariato hanno sospeso temporaneamente l’attività di un bar in quanto ritenuto ritrovo abituale di pregiudicati.  Il provvedimento di sospensione ha una durata di 7 giorni ed è stato emesso dal Questore di Catania, secondo le prerogative previste dall’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che prevede la momentanea chiusura di un esercizio pubblico, abituale ritrovo di persone pregiudicate, per garantire l’ordine e la sicurezza dei cittadini, come pure per assicurare le legittime aspirazioni a vivere in una comunità sicura.

Un provvedimento nato a seguito delle costanti attività di controllo di bar, pub ed esercizi commerciali di somministrazione di bevande e alimenti, finalizzate a tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico.

In particolare, i poliziotti del locale commissariato hanno avuto modo di constatare, in diversi controlli effettuati in specifiche occasioni, come il locale, situato nel quartiere Cappellone, fosse diventato un luogo di incontro abituale di pregiudicati ritenuti responsabili di reati contro la persona e il patrimonio, tra cui spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, truffa e rissa, costituendo una situazione di particolare allarme sociale.

La presenza di questi clienti non è risultata sporadica, ma è stata riscontrata in molteplici accertamenti, al punto da rappresentare un rischio concreto per l’ordine e la sicurezza pubblica. Disposta, pertanto, la chiusura del bar e l’apposizione dei sigilli per 7 giorni.

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