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Cultura

S.M. di Licodia, Torre d’Argento: premiato direttore TG1 Chiocci

Il direttore Gian Marco Chiocci ha ritirato il premio nella serata di ieri all’interno della sala consiliare

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Continua a rappresentare una celebrazione dei nomi di spicco della cultura e del giornalismo italiano, il premio “Torre d’Argento” che ogni anno si svolge a Santa Maria di Licodia, ideato dal suo direttore artistico Giancarlo Santanocito ed organizzato dall’associazione “La Radice”, giunto alla sua XXXV edizione. Ad essere premiato, nella serata di ieri, il direttore del TG1 Gian Marco Chiocci che ha ricevuto, all’interno della sala consiliare del palazzo di città, la riproduzione in argento della torre arabo-normanna simbolo del piccolo centro etneo. Il direttore, che non era potuto essere presente lo scorso settembre durante la manifestazione principale, si è intrattenuto durante la serata con i cittadini presenti dialogando con loro sul mondo del giornalismo e sul gravoso impegno che ne deriva dall’essere alla guida della principale testata giornalistica italiana.

Una carriera giornalistica, quella di Chiocci, che ha iniziato a perseguire sin da giovane, collaborando inizialmente con alcune testate locali per poi approdare a “Il Tempo”, “Il Giornale” dove ha svolto il suo ruolo di cronista seguendo diversi fatti di cronaca italiana ed estera. De “Il Tempo” ne diventa direttore, carica poi ricoperta anche per “Adnkronos”. Tra i suoi risultati professionali, anche una storica intervista a Papa Francesco nel 2020, in piena pandemia, prima di approdare alla direzione del TG1 nel giugno 2023. Ad inviare i saluti, nella serata di ieri, anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. «Voglio esprimere i miei più sinceri apprezzamenti per il direttore Chiocci» ha scritto nel suo messaggio il presidente dell’ARS «per l’instancabile lavoro  che quotidianamente svolge al servizio dell’informazione pubblica. Un caloroso saluto va, inoltre, al direttore artistico di “Torre d’Argento” Giancarlo Santanocito a cui auguro di portare avanti, ancora per tanti anni questa importante manifestazione». A presentare la serata ed a dialogare con il direttore, la giornalista Mary Sottile. Il premio è stato consegnato dal professore ordinario di Fisiologia presso l’Università degli Studi di Catania Rosario Giuffrida – che a settembre era stato insignito dello stesso premio – e l’onorevole Ars Giuseppe Castiglione.

 

Cultura

Paternò, il canto dei Cantastorie nelle piazze, stasera tappa al Piccolo Teatro

L’iniziativa fa parte del progetto “Paternò e le piazze del mondo. Busacca e i cantastorie”, finanziato dall’Assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica della Regione Siciliana

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Continua il canto dei cantastorie nelle piazze di Paternò. Dopo la presentazione del progetto lo scorso 14 settembre e l’esibizione a Piazza Urna ad inizi ottobre, l’appuntamento per gli appassionati si sposta al Piccolo Teatro. Tre degli imprescindibili tratti distintivi dell’arte dei poeti-cantastorie sono, certamente, l’essere autori o poeti di storie e ballate di propria composizione che invitino a far riflettere il pubblico su fatti storici precedentemente osservati e ragionati; organizzare una qualche forma di spettacolo “esportabile”, cioè in grado di essere portata e compresa in tutte le piazze del mondo, reali e virtuali che siano; il realismo poetico ossia quel “guardare da una certa distanza” i fatti che ci circondano caro anche a Verga come a molti altri narratori e poeti, dai trovatori del Medioevo sino a Brecht.

Con lo spettacolo Di piazza in piazza, cantando cose vere. Concerto di cantastorie tra passato, presente e futuro, l’Associazione culturale Cantastorie Busacca ha inteso così riportare al centro dell’attenzione proprio quei caratteri che contraddistinguono e fondano l’opera non solo spettacolare ma osservativa, poetica e politica dei cantastorie. Uno spettacolo in cui – questa sera alle ore 17,30 presso il Piccolo teatro di Paternò –  attraverso la partecipazione di cantastorie come Francesca Busacca, Mauro Geraci, la piccola Ginevra Giuffrida, Turi Marchese e Giacomo Sferlazzo, il pubblico avrà la possibilità di riapprezzare l’originalità del lavoro compositivo del cantastorie in un Teatro dialettico assunto come Piazza del Mondo.

L’intervento di Mauro Geraci (studioso dei cantastorie e cantastorie egli stesso), dell’etnomusicologo Mario Sarica come della pittrice cartellonista Carmen Busacca, contribuiranno anche a mettere in evidenza altri aspetti che fanno di un cantastorie un cantastorie e non un “semplice” cantante, folk singer, cantautore o musicista: la multimedialità di cui la pittura cartellonistica è elemento fondamentale; il muoversi tra il registro cantato, parlato e recitato con un sapiente padroneggiamento teatrale e gestuale; la mediazione che egli ha sempre svolto, tra cultura popolare, di massa e borghese, anche trovando infinite possibilità espressive tra lingua e dialetto; il porsi quale narratore disincantato ed estraniato dei fatti e, al tempo stesso, poeta popolare che scova, partecipa e denuncia come diceva il cantastorie di Avola Salvatore Di Stefano – le “cose che non quadrano”. In questo senso, l’Associazione culturale Cantastorie Busacca – che sin dal 2016 continua a rivitalizzare con tante iniziative il cantastorie per riportarlo ai suoi specifici spazi poetici, politici ed espressivi – con quest’altra, prossima iniziativa punta a riproporre le specificità proprie dello spettacolo del cantastorie, l’unico, osservava già Carlo Levi, per il quale “molti meridionali si sentono ancora partecipi più che spettatori passivi”.  L’iniziativa fa parte del progetto “Paternò e le piazze del mondo. Busacca e i cantastorie”, finanziato dall’Assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica della Regione Siciliana.

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Cultura

Catania, saranno rimosse le 700 foto del “Cantico di Librino” voluto dal mecenate Antonio Presti

Lunedì 7 ottobre inizia quindi la disinstallazione dell’opera d’arte e le foto verranno smontate e regalate ai soggetti ritratti che ne faranno richiesta

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A Catania inizia la disinstallazione delle foto del “Cantico di Librino” l’opera voluta dal mecenate Antonio Presti. Le 700 foto, ritraenti tantissimi librinesi – site nello stesso cavalcavia che dal 2009 ospita la Porta della Bellezza – verranno sostituite con alcuni scatti della fotografa americana Lynn Johnson: un progetto che vuole eternizzare la quotidianità delle famiglie di Librino entrando nei loro ambienti, come i soggiorni, le cucine e le camere da letto. Insomma, i ritratti del “Cantico” allargano il proprio campo, rappresentando anche gli spazi vissuti dai cittadini del quartiere.

Concluso nel 2019, “Il Cantico di Librino” era un gigantesco murale contenente 700 ritratti. Foto di donne, uomini, bambini ed anziani, tutti provenienti da quel quartiere su cui Antonio Presti opera da più di trent’anni. Le foto erano poste in uno degli ingressi di Librino, accogliendo abitanti e visitatori in questo percorso di visi e sorrisi, legati da quelle parole che hanno dato inizio alla letteratura italiana: “Il Cantico delle Creature” di San Francesco.

Secondo l’idea di Presti, infatti, i volti dei librinesi erano le note di un inno alla natura ed alla bellezza, e creavano un percorso fisico, ma anche artistico e spirituale, in cui era possibile perdersi per rinascere più luminosi. Il racconto di una vita che iniziava con gli sguardi dei più piccoli, procedendo via via per i visi degli adulti e le rughe degli anziani, fino alla “Sorella Morte” che chiudeva la prima fase del murale per ricominciare ancora, un altro ciclo, un altro percorso, un’altra danza. Come aveva dichiarato il mecenate prima dell’installazione dell’opera: “Il cittadino di Librino, incontrando ogni giorno un’immagine familiare accompagnata da una parola del Cantico, anche solo per un istante, si ricongiungerà a un suo Valore Universale. La mente, dopo essersi disconnessa dal suo ordinario quotidiano, si ricongiunge all’improvviso con il suo Sublime. Sarà quell’attimo di Eternità dal quale non si torna indietro uguali a prima. Sarà come entrare in una lavatrice spirituale e ricevere una sorta di battesimo di luce”.

Per realizzare gli scatti, Presti si è rivolto a diversi fotografi siciliani: Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal fotoreporter catanese Antonio Parrinello. Lunedì inizia quindi la disinstallazione dell’opera d’arte: le foto verranno smontate e regalate ai soggetti ritratti che ne faranno richiesta, portando il loro valore artistico e spirituale nelle case dei librinesi: “È bello pensare ad un’opera d’arte che si smonta e che si distribuisce nelle case delle gente: il Cantico così continuerà a vivere”. Da Lunedì 7 Ottobre, dalle 9:00 alle 17:00, i soggetti ritratti potranno recarsi presso “Il Cantico di Librino” a richiedere la loro fotografia.

 

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