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S. M. di Licodia, sventata truffa specchietto: sindaco conferisce encomio a Polizia Municipale

Altro encomio conferito, sempre agli uomini della Municipale licodiese, per l’attività di vigilanza svolta durante il periodo Covid

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Era il 25 settembre 2024 quando grazie all’attento e tempestivo intervento degli agenti della Polizia Municipale di Santa Maria di Licodia fu sventata una truffa specchietto, fenomeno sempre più diffuso sulle strade italiane, che rischiava di colpire una innocente automobilista. È quanto reso noto dal Sindaco del piccolo centro etneo Giovanni Butto, attraverso un proprio decreto di conferimento di encomio agli Ispettori Capo Salvatore Spitaleri e Giovanni Caruso e al sig. Angelo Giuseppe Lanza, intervenuti a seguito di una segnalazione giunta al comando. L’episodio, secondo quanto appreso, è avvenuto in una delle vie principali del comune etneo dove una donna automobilista ha allertato la Polizia locale chiedendo l’intervento immediato. Gli agenti intervenuti, giunti sul posto, hanno individuato con celerità i malfattori pronti a scappare, bloccandoli sul posto dove avevano già compiuto l’atto delittuoso. Uno dei due soggetti era riuscito a dileguarsi, ma è stato immediatamente individuato e bloccato. L’episodio che ha portato all’encomio, non è solo una dimostrazione di efficacia operativa, ma anche un esempio di come la sinergia tra forze dell’ordine e cittadinanza possa rendere la comunità più forte e sicura. La truffa dello specchietto, purtroppo, è un fenomeno che colpisce ogni anno numerosi automobilisti in tutta Italia.

Sempre in materia di encomi, il sindaco licodiese ha conferito agli Ispettori Capo Giuseppe Longo, Antonino Carbonaro (entrambi già posti in quiescenza per raggiunti limiti di età) e Giovanni Caruso e Salvatore Spitaleri per l’attività di vigilanza svolta durante il periodo Covid.

Cronaca

Misterbianco, l’ultimo saluto alla piccola Maria Rosa

A celebrare le esequie in forma privata Don Nino Vitanza

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Hanno avuto inizio, all’interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Misterbianco, le esequie in forma privata per dare l’ultimo saluto alla piccola Maria Rosa, la bambina di soli sette mesi lanciata dal balcone della propria abitazione dalla madre. Un corteo commosso e composto, quello che ha accompagnato pochi minuti prima il corpo della piccola dalla sua abitazione alla parrocchia dove ha celebrato l’eucarestia Don Nino Vitanza.

Il corpo della piccola, aveva fatto ritorno nella sua casa di via Marchese dopo che era stata eseguita l’autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Catania. Ad accoglierla era stata l’intera comunità di Misterbianco, profondamente scossa da quanto accaduto. Una città sconvolta da una tragedia che ha colpito nel profondo di tutti. A dare l’ultimo saluto, oggi, una piazza gremita di cittadini, che si sono comunque voluti stringere attorno alla famiglia della vittima. “Conosco bene i miei concittadini e posso dire che Misterbianco è rimasta senza parole. Siamo tutti sconvolti. Come sindaco e come padre, provo un dolore difficile da descrivere. È una sofferenza enorme per la famiglia coinvolta”, ha dichiarato il sindaco Marco Corsaro.

Nel frattempo, è stato convalidato l’arresto della madre della piccola da parte del GIP Simona Ragazzi, accusata di omicidio volontario. Il giudice ha inoltre richiesto alla Procura ulteriori accertamenti per verificare se vi siano responsabilità di terze parti, in particolare da parte di enti pubblici che erano informati delle condizioni psichiche precarie della donna. La quarantenne era infatti in carico al Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Catania ed era seguita da un amministratore di sostegno – il padre, medico operante fuori dalla Sicilia – nominato dal Tribunale di Catania lo scorso febbraio.

Attualmente la donna si trova detenuta nel carcere di Piazza Lanza. Tuttavia, come ha precisato il suo legale, l’avvocato Alfio Grasso, qualora la struttura penitenziaria non fosse in grado di garantirle un’adeguata assistenza sanitaria, si potrebbe prendere in considerazione il trasferimento in un istituto più attrezzato per gestire casi psichiatrici complessi. Durante l’udienza di convalida, la donna avrebbe mostrato segni di pentimento e avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Ora si attende la valutazione delle sue condizioni mentali. Non è escluso che la Procura di Catania, guidata in questo caso dal sostituto procuratore Francesco Rio, possa nominare uno specialista per stabilire se la madre della bambina fosse in grado di intendere e volere al momento dei fatti. Anche la difesa potrebbe decidere di avvalersi di una perizia psichiatrica.

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Cronaca

Paternò, Fiamme e degrado al plesso scolastico “Falconieri”

L’incendio è divampato all’interno della zona vandalizzata, da tempo rifugio di fortuna per senzatetto e migranti.

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Stamani, intorno alle 9:30 nell’istituto comprensivo “G.Marconi” del plesso di via Falconieri di Paternò,  un incendio è divampato all’interno della zona vandalizzata dell’edificio, da tempo rifugio di fortuna per senzatetto e migranti. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero scaturite da un fuoco acceso da uno degli occupanti, probabilmente intento a cucinare.

L’allarme è stato immediato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che, con grande tempestività, sono riusciti a domare il rogo ed evitare il peggio, mentre, l’uomo, alla vista dei soccorritori, si sarebbe dato alla fuga. La situazione resta critica. La parte dell’edificio interessata, già ampiamente compromessa da atti vandalici e da precedenti incendi, versa in condizioni disastrose. Una vera e propria minaccia, come hanno avuto modo di constatare i vigili del fuoco intervenuti sul posto poiché l’edificio è esposto al serio rischio di crollo, troppi incendi nel tempo e, l’accumulo di rifiuti, legna e vecchi mobili, potrebbero favorire nuovi episodi di grande pericolosità.

A rendere ancora più inquietante il quadro è la vicinanza con le sezioni regolarmente attive della scuola, frequentate ogni giorno da bambini della materna e delle elementari. Solo una parete separa infatti le aule scolastiche dall’area fatiscente.Insegnanti, genitori e la dirigente scolastica hanno più volte segnalato il problema alle autorità competenti e anche alla Procura, senza però ottenere interventi risolutivi. Nonostante i numerosi blitz della Polizia Municipale e i sigilli apposti per impedire l’accesso all’edificio vandalizzato, gli occupanti sono tornati a più riprese, abbattendo reti e barricate.

La vicenda riaccende l’attenzione su un’emergenza che appare sempre più urgente, tra rischi per la sicurezza e il degrado di un’area che continua a rappresentare una minaccia concreta per l’intera comunità scolastica.

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