“Il paese è piccolo e la gente mormora”. Così diceva un vecchio detto. E a mormorare, nell’ “agorà” di Santa Maria di Licodia, in queste settimane, sono veramente in tanti. Alla base, ci sarebbe un audio che registrerebbe una conversazione privata avvenuta tra alcuni esponenti politici del piccolo centro etneo e che potrebbe trasformarsi in un boomerang per i già precari equilibri della politica locale. Non è nostro intento, di certo, per obbligo deontologico, entrare nei dettagli del contenuto della registrazione o diffonderne eventuali virgolettati delle conversazioni. Sul fatto di questi giorni, laddove sono stati commessi reati, dovranno essere gli organi competenti a fare luce sull’autore di tale gesto, delineando anche come tale registrazione sia sfuggita al controllo del proprietario per essere impropriamente diffusa a diversi cittadini licodiesi.
Una cosa è certa, la politica di oggi non ha più il sapore di una volta, quella politica dai valori alti, che tanto fu decantata a partire da Platone per arrivare ai grandi “padri” della nostra nazione. Una politica, quella a cui assistiamo da molti – troppi – anni, che senza graziare né i vari Governi nazionali né le governance degli ultimi e sperduti centri del “belpaese”, è spesso contornata da interessi, da favori, da inciuci e da maldicenza. Oggi, forse, chi ha sentito il contenuto dell’audio, chi l’ha prodotto e chi l’ha diffuso, dovrebbe fermarsi un attimo e pensare: “tutto ciò, giova alla comunità licodiese?”. E chiedersi ancora: “tutto questo non può rendere ancora più difficile la rinascita ed il riscatto di questo piccolo centro etneo?”. Queste e tante altre domande ci poniamo noi e tanti cittadini, che tra una risata, una giustificazione su ciò che è ingiustificabile ed una non sempre conseguente condanna dell’atto, continuano ad assistere inermi all’ennesimo sfacelo della politica italiana.