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Politica

S.M. di Licodia, consiglio “censura” Presidente Russo

Gabriele Gurgone al Presidente del Consiglio: «Censura come cartellino giallo. Se le imbarazza rappresentare questo consiglio comunale, ne prenda atto e si dimetta». Durante la serata discussi anche altri punti all’ordine del giorno

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Con 6 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti è stata approvata all’interno del consiglio comunale di Santa Maria di Licodia la mozione di censura nei confronti del Presidente del Consiglio Maria Russo, proposta dai consiglieri Mariella Spalletta (prima firmataria), Grazia Ranno, Gabriele Gurgone, Antonino La Delfa ed Enrico Caruso. A presentare la mozione in aula è stata la consigliera Grazia Ranno che ha sin da subito precisato come non si tratti di un «attacco a Maria Russo, ma verso il ruolo che ricopre. La mozione nasce da comportamenti del presidente – ha continuato Ranno – che ci hanno lasciato delusi». Alla base del documento di censura ci sarebbero, a detta dei consiglieri proponenti, delle presunte e ripetute violazioni del regolamento del consiglio comunale da parte del Presidente Russo nonché il mancato rispetto degli obblighi di neutralità ed imparzialità che non sempre sarebbero stati garantiti in aula. «Obbiettivo della mozione» ha spiegato Mariella Spalletta «è quello di rendere il ruolo del Presidente super partes. Alcuni atti ci hanno indotto a sottoscrivere il documento perché non ci sentiamo tutelati da questo Presidente». A non andare giù ad opposizione ed indipendenti, nemmeno la sottoscrizione in maniera congiunta con l’amministrazione, da parte del Presidente, di un comunicato stampa di condanna ai continui rinvii delle sedute consiliari. «In questi 18 mesi lei ha dimostrato di essere uno straordinario assessore perché più volte ha violato il suo ruolo. Il Presidente è un arbitro con la maglia da giocatore ma non può prendere una posizione politica. Se lei ha degli imbarazzi a rappresentare questo consiglio comunale, ne prenda atto e si dimetta», ha duramente commentato il capogruppo di opposizione Gabriele Gurgone.

Su alcuni errori ortografici presenti nella mozione e su tecnicismi legati al mancato invito ad una riunione dei capigruppo, si è invece basata la “difesa” che si è levata dalle fila dei consiglieri rimasti vicini al sindaco Buttò. «Nella forma e nelle parole c’è la sostanza» ha detto Mirella Rizzo. «Venendo meno la forma, viene meno anche la sostanza. Se nella mozione avete coniato nuovi termini che non esistono, non esiste nemmeno l’accusa nei confronti del Presidente. Per quanto mi riguarda la parola è la sostanza. Anche noi esigiamo che il regolamento consiliare venga applicato in maniera rigorosa perché gli atteggiamenti concilianti vengono spesso giudicati come atti di accusa». A difesa del Presidente anche i consiglieri di maggioranza Giuseppe Fazio, Ignazio Sidoti e lo stesso primo cittadino: «frasi scritte nella mozione non sono verità assolute». Nessuna replica, invece, da parte del Presidente del Consiglio Maria Russo che tra una smorfia di stizza, tanto nervosismo celato, qualche sorriso ironico e molta freddezza ha solamente precisato dallo scranno più alto dell’aula che del suo operato «risponderanno i verbali ed il regolamento».

Durante la seduta sono stati trattati anche altri punti all’ordine del giorno tra cui la presa d’atto che il comune non dispone di aree fabbricabili da destinarsi a residenza, ad attività produttive e terziarie per l’anno 2023, una interpellanza sulle modalità di rilascio dei permessi a costruire e le concessioni in sanatoria ed una sull’evento Terra Gourmet. A presentare quest’ultima interpellanza è stato il consigliere Enrico Caruso che ha chiesto al Sindaco licodiese documenti contabili certi che provino come siano stati spesi i 35 mila euro relativi all’organizzazione dell’evento affidato ad una associazione che ne ha curato la realizzazione. «L’associazione a cui abbiamo affidato la realizzazione dell’evento ha fatturato al Comune» ha replicato il Sindaco Giovanni Buttò. «Abbiamo visto che il quadro economico era corrispondente al progetto e la Regione ha accettato la rendicontazione. Le fatture delle spese sostenute dall’associazione non devono essere prodotte a noi». Risposta, quella del primo cittadino, che non ha convinto i firmatari dell’interpellanza che si sono ripromessi di trasmettere tutta la documentazione alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica per accertare eventuali irregolarità nella gestione di questi fondi pubblici. Ad essere ritirato è stato infine il punto sulla “questione pregiudiziale e sospensiva” relativa agli atti economici e finanziari dell’ente perché secondo la sua prima firmataria, Mariella Spalletta, è stata «posta all’ordine del giorno in ritardo rispetto a quando si sarebbe dovuta discutere». I prossimi appuntamenti con il consiglio licodiese sono già fissati per il prossimo 27 dicembre per la discussione ed approvazione del Documento Unico di Programmazione e per il 28 dicembre per il bilancio di previsione 2023-2025.

Cronaca

Tremestieri Etneo, il Consiglio dei Ministri scioglie per mafia il comune etneo

Disposto l’affidamento della gestione a una commissione straordinaria per la durata di diciotto mesi

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Il comune di Tremestieri Etneo è stato sciolto per mafia. A disporlo il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, “in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali” .

Disposto l’affidamento della gestione a una commissione straordinaria per la durata di diciotto mesi. Ricordiamo che l’ex sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando, coinvolto nell’inchiesta Pandora, è stato  condannato ad otto anni per voto di scambio politico-mafioso.

Intanto sono stati indetti i comizi elettorali in vista delle Amministrative che si terranno il 25 e il 26 maggio in nove Comuni siciliani. Lo stabilisce un decreto dell’assessore regionale alle Autonomie Locali e alla funzione pubblica Andrea Messina.

A essere coinvolti dal voto saranno comuni, tutti commissariati: Realmonte, in provincia di Agrigento; Montemaggiore Belsito e Prizzi, nel Palermitano; Solarino, in provincia di Siracusa; Favignana, nel Trapanese; mentre, in provincia di Catania sono chiamati alle urne Castiglione di Sicilia, Palagonia, Raddusa e Ramacca, dove intanto sono diventate definitive le dimissioni presentate dal sindaco.

Una decima amministrazione, quella di Tremestieri Etneo, inizialmente coinvolta nella tornata elettorale, non andrà invece al voto a maggio a causa dello scioglimento per mafia deliberato oggi dal Consiglio dei ministri. L’assessorato provvederà dunque a emettere un nuovo provvedimento per escludere il comune del Catanese dalle prossime Amministrative.

“Con l’indizione di queste elezioni – dichiara l’assessore Messina – restituiamo voce ai cittadini e alle comunità locali, garantendo il ritorno alla piena legittimazione democratica delle amministrazioni comunali. La funzione del commissario è temporanea ed è solo attraverso il voto che può realizzarsi pienamente l’autonomia locale sancita dalla nostra Costituzione e dallo Statuto regionale. Questo passaggio rappresenta non solo un atto formale, ma un segnale di fiducia nelle istituzioni e nella partecipazione attiva della cittadinanza”.

Le elezioni, come deliberato dal governo regionale lo scorso 19 marzo, si svolgeranno domenica 25 maggio dalle 7 alle 23 e lunedì 26 maggio dalle 7 alle 15. L’eventuale ballottaggio è fissato per domenica 8 giugno, sempre dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15, in coincidenza con la tornata referendaria. Dei Comuni chiamati al voto, solo in uno, a Palagonia, i seggi saranno assegnati con il sistema proporzionale, poiché gli abitanti sono più di 15 mila. In tutte le altre amministrazioni si voterà con il maggioritario.

 

 

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In Primo Piano

FI, congressi locali ed elezione nuovi segretari, a Paternò confermato Rinina

Congressi svolti, oltre nella città paternese, anche a Randazzo, Linguaglossa e Castiglione di Sicilia

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Dopo una campagna di tesseramento che ha fatto registrare numeri positivi, Forza Italia dà ufficialmente il via alla stagione congressuale in provincia di Catania. Una fase cruciale per il rilancio del partito a livello locale, che vede protagonisti iscritti e militanti nella scelta della nuova classe dirigente. La nostra bandiera sventola ormai in ogni centro del Catanese – dichiara l’eurodeputato Marco Falcone, segretario provinciale del partito – grazie a una comunità politica che si consolida puntando su partecipazione, entusiasmo e radicamento sul territorio.

Tra i primi risultati concreti della stagione congressuale sicuramente l’elezione di tre nuovi segretari comunali: a Randazzo eletta Cettina Foti, già segretaria organizzativa provinciale e con esperienza amministrativa; a Linguaglossa è Cettina Cacciola, ex assessore comunale, ad aver preso le redini della sezione azzurra; a Castiglione di Sicilia, il nuovo segretario è Concetto Stagnitti, già amministratore locale, che sarà anche candidato sindaco alle elezioni amministrative del 25 e 26 maggio prossimi.

Intensa anche l’attività a Paternò, dove ieri, 25 marzo, si è svolta l’assemblea congressuale cittadina. Confermato, alla guida del partito, Francesco Rinina, affiancato da Michele Russo (vice vicario) e Vito Palumbo (vice segretario e tesoriere). Completano la squadra Alfio Parisi (portavoce e responsabile per il Terzo Settore e l’Inclusione sociale), Ornella Contino (deleghe a scuola, famiglia e Azzurro Donna), Salvatore Malerba (relazioni con enti pubblici) e Alfio Coppola (segretario organizzativo). Numerosi gli interventi durante l’incontro, che ha visto la partecipazione di amministratori locali e rappresentanti delle realtà giovanili e associative del territorio, tra questi, il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro, l’assessore comunale di Catania, Giovanni Petralia, il coordinatore di Forza Italia Giovani di Paternò, Francesco Ventura, il consigliere comunale di Belpasso, Andrea Paparo.

A condurre i lavori congressuali nei vari comuni il vice segretario provinciale Antonio Villardita, che ha definito il momento di grande valore politico e simbolico, all’insegna della partecipazione, del merito e della vicinanza concreta ai territori.

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