“Un cuore che vede dove c’è bisogno d’amore“, questo il titolo del 7° Report, presentato stamattina e realizzato dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas Diocesana di Catania per monitorare le azioni e gli interventi messi in atto nel corso del 2024 a sostegno delle povertà presenti nel territorio dell’Arcidiocesi.
Migliaia e varie le povertà intercettate: non sempre e non solo c’è fame di pane, spesso c’è fame di ascolto, di attenzione, di trovare un orientamento e di essere salvati dall’isolamento.
Un’urgenza centrata in pieno nelle parole dell’Arcivescovo Luigi Renna:
“Scoprire la bontà del povero, apprezzare la sua cultura, sono compiti ben più profondi di quelli di dargli un abito o un pasto caldo o accoglierlo in un luogo sicuro. Questo sguardo di amore fa sì che il povero si senta ‘a casa sua’, in quella Chiesa che siamo noi, in quella primizia di quel regno di Dio in cui i poveri hanno certamente il primo posto“.
Ma andiamo ai dettagli del Report: Nel corso del 2024 ogni giorno circa 350 persone hanno varcato la soglia dell’Help Center della Caritas diocesana di Catania – erano state circa 300 nel 2023 – per essere ascoltate e ricevere un aiuto calibrato sulle loro esigenze: colazione, cena, vestiario, pagamento utenze, igiene personale, consulenza legale, psicologica e sanitaria, orientamento sociale e al lavoro, titoli di viaggio. Sono per la maggior parte italiani (51%), uomini (70%), disoccupati (77%) e pensionati (10%), di età compresa tra i 25 e i 54 anni (64%), con la licenza media (51,3%) oppure elementare (14%). A loro si rivolge un articolato sistema di supporto, realizzato grazie a un’equipe di professionisti, agli oltre duecento volontari, ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica e a donazioni private, che è stato illustrato stamattina al Seminario Interdiocesano “Regina Apostolorum”.
Oltre 15mila interventi nel corso del 2024, circa 4mila in più del 2023, per diverse necessità tra cui vestiario e igiene personale, alimenti e prodotti per l’infanzia, ma anche pagamento delle utenze, farmaci, orientamento sociale e al lavoro, consulenze legali e mediche. È una richiesta diffusa di aiuto che comincia da un bisogno di base – doccia, pasto caldo, taglio di capelli – e poi si sviluppa nell’accesso a servizi sempre più strutturati coordinati dal Centro di Ascolto dell’Help Center, un vero e proprio pronto soccorso sociale per le variegate esigenze dei più fragili: persone che vivono in condizioni di disagio e povertà estrema, in stato di solitudine cronica e/o con difficoltà mentali e psichiche, afflitti da dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti, o ancora famiglie che vivono in uno stato di deprivazione economica e di grave emarginazione sociale.
A queste realtà, si aggrega anche il dato della Caritas vicariale di Paternò, che include altre 8 parrocchie, per servizi di mensa (140 pasti giornalieri alla Bisaccia del Pellegrino), docce, lavanderia e vestiario (855 ingressi all’anno), e 785 famiglie supportate con aiuti alimentari e contributo utenza. Le parrocchie e le Caritas parrocchiali operano grazie agli aiuti del Banco Alimentare, al supporto di altri enti benefici, alle donazioni private, e anche tramite il coinvolgimento della Caritas diocesana che supporta per gli interventi più complessi come il pagamento delle bollette, un’azione che si sviluppa grazie anche al fondamentale contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica.
Rispetto al quadro complesso delle povertà evidenziate dal Report, ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana di Catania, don Nuccio Puglisi –, la speranza ha un posto ed una considerazione particolare, capace di farsi traino di un maggiore numero di coscienze. Quest’anno, tempo giubilare, è forte più che mai il desiderio di infondere fiducia a coloro che, dal mondo e dal loro ambiente sociale in particolare, fiducia ne ricevono sempre meno, rischiando di dimenticarsi essi stessi del valore incommensurabile della loro umanità“.
“Il nostro è un impegno quotidiano – ha aggiunto la dott.ssa Valeria Pisasale, commissario arcivescovile della Confraternita Maria SS. del Soccorso, ente gestore della Caritas – che viene garantito, nelle prestazioni degli operatori, così come nella logistica e nei beni forniti, dal fondamentale sostegno dell’8xmille alla Chiesa Cattolica e dal cofinanziamento della Diocesi. Decisivo, inoltre, il contributo di altri enti del terzo settore, come il Banco Alimentare, ma anche di forze dell’ordine, aziende, studi medici, farmacie, piccole imprese, esercizi commerciali, scuole e semplici cittadini che, attraverso la donazione di beni e l’erogazione di aiuti economici, consentono ai circa 250 volontari di compiere quotidianamente il loro servizio nei confronti dei più fragili della città“.