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Cronaca

Adrano in lutto: addio a Erika, Salvo, Manuel e Lucrezia, morti sulla Statale 121

Un’intera città stretta attorno alle bare delle 4 vittime, padre Calombrogio ai ragazzi: «La vita è preziosa»

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Il momento più triste e drammatico per la città di Adrano: dare l’addio ai 4 suoi figli  Salvatore Moschitta, 20 anni, Erika Germanà Bozza, 15 anni, Lucrezia Diolosà Farinato, 28 anni, e Manuel Petronio, 17 anni, deceduti all’alba di domenica scorsa sulla SS121 all’altezza dello svincolo che immette sulla rampa che porta alla zona industriale di Piano Tavola. Una città  a lutto ha salutato nella Chiesa di Santa Lucia i 4 giovani; tutta la comunità si è stretta attorno alle bare dei ragazzi e ai loro familiari.

Circa 1500 persone hanno assiepato l’interno  della Chiesa e il sagrato. A celebrare le esequie padre Giuseppe Calambrogio. “Quella di stasera è una tragedia. In 46 anni di servizio in questa chiesa non avevo mai fatto una celebrazione come questa” sono le parole con cui padre Calambrogio ha aperto l’omelia per il funerale delle 4 vittime dell’incidente di domenica mattina.“Siamo davanti ad un dolore grandissimo che tocca tutti- ha proseguito il prelato- Ero seduto in Chiesa e pregavo. Vedevo la madre di uno dei ragazzi che accarezzava la bara e gli amici che quasi l’abbracciavano. Quell’abbraccio esprimeva amore. E cosa voleva dire quell ’abbracciare questa bara e dare la carezza? Molto semplice “noi ti abbiamo amato non ti vogliamo morto ma vivo.” Ecco la grande verità. Chi ama non ama per un giorno, un mese, un anno ma per sempre”.

Un padre Calombrogio provato ricorda ai partecipanti che “Voi non dimenticherete i vostri cari ma dovete ricordarli pregando. Sant’Agostino durante la sua vita perde un amico carissimo. Sant’Agostino dice “se tu amerai in Dio coloro che ami non morranno mai perché vivono in dio”. Padre Calombrogio chiude l’omelia ricordando che da “questo funerale ricaviamo un insegnamento per la nostra vita. La vita è preziosa, evitiamo il peccato, viviamo da figli di Dio per essere partecipi della sua salvezza.” Davanti all’altare, una accanto all’altra, le bare delle quattro vittime. A ricordarle ci sono tante magliette bianche con i loro nomi, ma anche palloncini e striscioni. Uno di questi, con la scritta “nessuno muore nel cuore di chi resta», è dedicato ai due fidanzati Erika e Salvatore”.

Toccanti le varie testimonianze . La   mamma della 15enne attraverso una lettera ha lanciato un messaggio alla figlia e a Salvo. A leggere un amica di famiglia: “Ti voglio dire che mi mancherai tantissimo. Devo darmi tantissima forza perché devo sostenere tua sorella, ieri mi ha detto che gli sei apparsa in sogno e le hai parlato. Salvo – dice riferendosi al fidanzato – tu eri il figlio maschio che non ho mai avuto”. Una bambina ha letto la letterina che ha inviato il piccolo Giuseppe a mamma Lucrezia: “Mamma, ti vogliamo bene. Anche se non ci sei più accanto a me e Ludovica, voglio dirti che mancherai a tutti noi”. Giuseppe, zio di Salvo Moschitta, ricorda con dolore la morte del  nipote: “Tengo solo lacrime. Da quando sei nato hai dato un senso alla mia vita. Adesso ho bisogno di sapere che stai bene.”

Al termine della cerimonia funebre le 4 bare sono state portate all’esterno della Chiesa, dove sono state allineate l’una accanto all’altra e sollevate in cielo, mentre in contemporanea una tromba intonava il silenzio e decine di palloncini di colore  bianco e rosso liberati in aria.Subito dopo un lungo corteo funebre, con le 4 bare portate a spalla da parenti e amici,  si è avviato verso il cimitero di Adrano dove le salme saranno prossimamente tumulate .

Intano sul fronte delle indagini sono ancora diversi gli aspetti da chiarire che ruotano attorno all’incidente. A partire dalla velocità con cui viaggiava la macchina, guidata da Giuseppe Cusimano, 40 anni,diretta ad Adrano dopo la notte che i giovani avevano trascorso in discoteca. Il guidatore, indagato per omicidio stradale,  è stato sottoposto anche all’alcol test ma, almeno per il momento, non si conoscono i risultati.

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Cronaca

Etna, sindaco di Belpasso Caputo critica presenza escursionisti durante attività stromboliana

“L’eruzione ha provocato il crollo di una parte del cratere di Sud-Est, generando una colonna di fumo alta chilometri e flussi piroclastici, portando gli escursionisti a lasciare in fretta e furia i sentieri. Abbiamo corso un grave pericolo” ha detto Caputo

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foto profilo Facebook - Boris Behncke

“Abbiamo corso un grave pericolo e mi dispiace se che ne parli poco” ha detto il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, dopo che nella giornata di ieri un flusso piroclastico sull’Etna dove era in corso l’attività stromboliana, ha messo in pericolo escursionisti e turisti. Ieri mattina alle 5:30 è scattato il sistema di preavviso Etnas con un’allerta di “altissima probabilità di accadimento”

L’eruzione ha provocato il crollo di una parte del cratere di Sud-Est, generando una colonna di fumo alta chilometri e flussi piroclastici, portando gli escursionisti a lasciare in fretta e furia i sentieri. L’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) aveva confermato che il tremore vulcanico aveva raggiunto livelli molto elevati.

Il primo cittadino ha voluto sottolineare l’efficacia del sistema Etnas, strumento prezioso fortemente voluto dal dirigente della Protezione Civile, Salvo Cocina. Tuttavia, ha lamentato la chiara assenza di azioni conseguenti all’allerta. “Il sistema di preavviso Etnas funziona benissimo, ma a cosa serve se poi non si prendono provvedimenti? A svegliarti di notte o di primo mattino?”, ha aggiunto evidenziando il rischio corso e la necessità di una maggiore consapevolezza sui pericoli legati all’attività vulcanica.

“Perché è stato consentito portare turisti in quota? Ieri è stata solo fortuna, ma non si può contare sempre sul caso,” ha affermato, criticando la scelta di permettere l’accesso ai turisti in quota nonostante l’evidente allerta, e ribadendo con forza la necessità di misure più restrittive e immediate.

“Serve una forte presa di coscienza sui rischi e bisogna interdire il perimetro individuato dalla Protezione Civile, quando necessario. Non possiamo pensare solo al denaro,” ha aggiunto, mettendo in luce la priorità della sicurezza sulla semplice speculazione economica.

“Le autorità competenti devono adottare misure più incisive per garantire la sicurezza della popolazione e dei visitatori, anteponendo la tutela della vita umana a qualsiasi altra considerazione. Porterò io stesso, all’attenzione del nuovo Prefetto, la situazione,” ha concluso il Sindaco.

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Cronaca

Lavoro, due incidenti mortali, deceduti un 48enne e un 80enne, indagini in corso

A perdere la vita a Pachino(SR) un 48enne di Biancavilla Carmelo Magistro, mentre a Mineo, in un fondo agricolo, è morto l’80enne Francesco Piccolo

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Giornata nera, quella di ieri, Festa della Repubblica, per il mondo del lavoro visto il decesso di due uomini, residenti nella provincia etnea, mentre stavano lavorando. A Pachino nel siracusano, è morto Carmelo Magistro, 48 anni, originario di Biancavilla, deceduto a causa delle gravi ferite riportate a seguito dell’incidente. Sul caso sono in corso accertamenti da parte delle forze dell’ordine, chiamate a ricostruire la dinamica dell’incidente.

A Mineo all’interno di un fondo agricolo ubicato in contrada Mulino Badia, un uomo di 80 anni Francesco Piccolo è morto a seguito del ribaltamento del trattore.  Da una prima ricostruzione sembra che alla guida del mezzo vi fosse proprio la vittima anche se al momento sono in corso gli opportuni accertamenti da parte delle forze dell’ordine.  Sul posto carabinieri della compagnia di Palagonia e i vigili del fuoco del distaccamento di Caltagirone.

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