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Cronaca

S.M.di Licodia, scempio di rifiuti su viale Strasburgo. In una busta, anche un cane morto

Il sacchetto con l’animale morto sarebbe lì da diversi giorni

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Se nella vicina città a vocazione turistica di Taormina il sindaco De Luca fa da “Sceriffo di Nottingham” sul fronte dei rifiuti, nel comune di Santa Maria di Licodia qualcosa sembrerebbe andare ancora storto in merito all’abbandono selvaggio di immondizia da parte degli zozzoni di turno che rimangono ancora una volta impuniti. Diversi sono i cittadini che hanno segnalato in queste ore alcune criticità concentrate principalmente su viale Strasburgo, che meriterebbero certamente una maggiore attenzione ed una tempestiva bonifica. “C’è un cucciolo di cane morto, con un collarino, abbandonato da diversi giorni all’interno di un sacchetto e nessuno si occupa del suo smaltimento”, ci segnala un cittadino licodiese che aveva notato già ad inizio settimana la presenza della carcassa dell’animale abbandonata sul ciglio della strada, insieme ad altri sacchi contenenti vari rifiuti.

Nella giornata di ieri, era stato un altro cittadino ad aver pubblicato su Facebook alcune foto che ritraevano una montagna di rifiuti abbandonati – tra cui anche due copertoni di auto -, nei terreni sottostanti la “Panoramica”. “A S. M. di Licodia chi è nato prima?” alludendo sicuramente all’inciviltà. “Abbiamo anche la pianta che produce il “Frutto Immondizia” – scrive il licodiese – e anche i campi di indifferenziata. La razza umana, scusate, questi esseri peggiori degli animali, fanno veramente schifo.” Multe salate e controlli serrati nei punti caldi del paese potrebbero essere la soluzione al problema? Questo devono essere le istituzioni a valutarlo. Nel frattempo, la parte sana del paese cerca di affrontare la problematica dell’abbandono dei rifiuti proponendo azioni concrete. “Armiamoci di guanti, pinze e buona volontà e andiamo a pulire” scrive Antonino Giuffrida, referente di Plastic Free sul comune di Santa Maria di Licodia. “Sarà un gesto forte e il messaggio arriverà di certo”.

Una soluzione, quella proposta, di non immediata attuazione, che richiederebbe una preparazione come replicato da Rosario Contarino, chimico ed esperto in materia di rifiuti. “La logistica per lo svolgimento delle operazioni non è immediata. Dovremmo essere muniti di DPI adeguati (guanti antitaglio, tute in tyvek, ecc.), servirebbero pale, carriole, pale meccaniche, Bobcat e servirebbero diversi mezzi per la raccolta. Consideriamo che vi è la presenza di rifiuti urbani differenziati e indifferenziati, oltre alla presenza di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, che andrebbero classificati con corretto codice EER e smaltiti in maniera adeguata. Per le proprietà private, dove sono presenti gli pneumatici, lo smaltimento dovrebbe essere a carico del proprietario, ma se il comune intercede, chiedendo l’autorizzazione all’accesso, si potrebbe provare a ripulire. Serve l’autorizzazione alla raccolta (credo basti che venga rilasciata dal comune) e soprattutto avere un deposito temporaneo nel quale stoccare i rifiuti, all’interno di Big Bag o cassoni chiusi. Serve trovare un impianto adeguato per lo smaltimento dei rifiuti raccolti. Se il comune collabora fornendo quanto necessario, DPI, mezzi e autorizzazioni varie, potremmo provare a lanciare una petizione o una raccolta firme e con l’aiuto delle varie associazioni presenti sul nostro territorio, coinvolgere il maggior numero di cittadini volenterosi. Se riusciamo a fare tutto ciò, possiamo organizzarci”, conclude il licodiese.

L’abbandono dei rifiuti e l’eventuale presenza di atti di crudeltà commessi verso animali – tutti da accertare – sono questioni che richiedono un impegno collettivo per essere risolte. Ognuno ha la responsabilità di preservare l’ambiente e rispettare la vita di tutte le creature che condividono il nostro pianeta. Con l’educazione, la sensibilizzazione e l’azione legale, sarà possibile lavorare insieme per porre fine a queste pratiche distruttive e costruire un futuro più sostenibile e pulito.

amministrazione

Mascalucia, Mosema: 13 indagati per bancarotta fraudolenta, fra questi sindaci ed ex amministratori

L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell’azienda

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La Procura della Repubblica di Catania ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a 13 persone, accusate di bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Mosema, la società che si occupava della gestione dei rifiuti nel Comune di Mascalucia, dichiarata fallita nel 2020. L’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Fabio Saponara e Margherita Brianese, è nata da una relazione redatta dal curatore fallimentare nominato per la gestione della società. L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell’azienda.

Tra gli indagati, come riportato dal quotidiano La Sicilia, figurano nomi di rilievo delle istituzioni locali: l’attuale sindaco di Mascalucia Vincenzo Antonio Magra, l’ex primo cittadino Giovanni Leonardi, l’attuale presidente di Kalatambiente Concetta Italia, e il commercialista Fabio Sciuto.

Le accuse

Le ipotesi di reato si articolano in due distinti capi d’imputazione: la Manipolazione dei bilanci che riguarda -scrive ancora il quotidiano “La Sicilia”- gli ultimi presidenti del consiglio di amministrazione della Mosema: Concetta Italia, Gaetano Antonino Belfiore, Fabio Sciuto, Angelo Spina. Coinvolti anche il liquidatore Maurizio Verona, in carica dal maggio 2019, e i consiglieri delegati Maria LombardoGiuseppe Finocchiaro e Salvatore Fazio. Secondo l’accusa, avrebbero deliberatamente fornito dati falsi o omesso informazioni rilevanti sulla reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’azienda, già in crisi dal 2013.

Il secondo capo d’imputazione- si legge ancora nel quotidiano “La Sicilia”- coinvolge gli amministratori e funzionari del Comune di Mascalucia, socio di maggioranza della Mosema. Oltre ai sindaci Leonardi (in carica dal 2013 al 2018) e Magra (dal 2018), risultano indagati: Danilo Ambra, ex responsabile dell’area finanziaria Alfio Raffaele Gibilisco, ex responsabile dell’area tecnico-urbanistica, Filippo Pesce.

Secondo i magistrati, le condotte dolose degli indagati avrebbero causato direttamente il dissesto finanziario della Mosema, compromettendo definitivamente l’operatività dell’azienda pubblica.

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Cronaca

Adrano, consegnati i lavori per la realizzazione della Casa della Comunità

La struttura è classificata come “hub”, e avrà al suo interno dei servizi aggiuntivi rispetto alla “spoke”, quali punto prelievi, radiologia e Consultorio.

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Sono stati consegnati, ieri, i lavori per la realizzazione della Casa di Comunità di Adrano.

L’iter burocratico rappresenta un primo significativo passo in avanti per la realizzazione dell’opera che, secondo le intenzioni, punterebbe a migliorare e ad ottimizzare l’offerta sanitaria pubblica nel territorio. La Casa di Comunità di Adrano è classificata come “hub”, e avrà al suo interno dei servizi aggiuntivi rispetto alla “spoke”, quali punto prelievi, radiologia e Consultorio.

L’intervento è finanziato con le risorse della Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ha un importo complessivo di 1.656.132,80 euro. L’opera deve essere ultimata entro dicembre 2025.

Alla consegna dei lavori il responsabile unico del progetto (RUP), Nicolò Alberio, la Direzione dei lavori e i rappresentanti dell’impresa aggiudicataria.

Il progetto rientra nel programma più ampio delle 29 Case di Comunità per le quali l’Asp di Catania ha ottenuto i finanziamenti per creare presidi aperti 24 ore su 24, sette giorni sette, in cui i cittadini potranno trovare un’offerta integrata di servizi assistenziali, quali medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri di famiglia e di comunità, insieme ad altri professionisti sanitari, che opereranno in sinergia e saranno supportati da adeguata strumentazione diagnostica per l’espletamento delle funzioni.

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