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Cronaca

Catania, in atto la rimozione della cenere vulcanica dopo il parossismo dell’Etna

In città previsti quattro centri di raccolta presso le isole ecologiche di viale Tirreno e di via Gianni nonche altri due centri di raccolta mobile a Canalicchio in via Mario Berardo Cetrone e Nesima Inferiore nello slargo davanti all’istituto Gemmellaro di Corso Indipendenza

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A Catania, dopo l’ultimo parossismo dell’Etna che ha prodotto una considerazione ricaduta di cenere vulcanica non solo sul capoluogo etneo ma sui comuni della fascia sud- orientale del vulcano, per agevolare il più rapido conferimento nelle piattaforme di raccolta l’amministrazione comunale, d’intesa con le ditte appaltatrici, ha stabilito due specifici centri di raccolta presso le isole ecologiche di viale Tirreno a Trappeto Nord e di via Gianni a Picanello.

Lunedì 8 e Martedì 9 luglio prossimi, inoltre, in via straordinaria dalle ore 07:00 alle ore 17:00, altri due centri di raccolta mobile verranno posizionati a Canalicchio in via Mario Berardo Cetrone (già Largo Merola) e a Nesima Inferiore, nello slargo davanti all’istituto Gemmellaro di Corso Indipendenza.

Pertanto, si invitano i cittadini a utilizzare i centri di raccolti fissi e mobili che sono stati realizzati. La cenere vulcanica esposta davanti alle abitazioni, infatti, potrà essere ritirata solo quando verranno confermate le disponibilità delle piattaforme speciali negli impianti di conferimento. In tutta la città, intanto, dalla giornata di ieri sono all’opera le spazzatrici e gli operatori manuali per eliminare la cenere la cenere vulcanica da strade e marciapiedi, lavoro che verrà completato entro lunedì, ristabilendo le condizioni di sicurezza alla viabilità.

La rimozione della cenere vulcanica è in corso anche nei territori dei comuni interessati dall’attività parossistica delle scorse ore.

Cronaca

Pedara e Trecastagni, controlli della Polizia di Stato nei due comuni etnei

Complessivamente, sono state identificate 160 persone e sono stati controllati 90 veicoli, tra auto e moto, elevando 18 verbali per infrazioni al Codice della Strada, comminando sanzioni amministrative per complessivi 5 mila euro

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Agenti del commissariato di Acireale hanno effettuato controlli accurati a Pedara e Trecastagni, nell’ambito dei servizi finalizzati a prevenire e a contrastare fenomeni di illegalità diffusa, a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini.

Ad agire oltre agenti del commissariato acese anche tre pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e dagli agenti della Polizia Locale di Pedara e di Trecastagni. I poliziotti hanno effettuato accertamenti in via Giovanni XXIII e in via Luigi Capuana a Trecastagni, in corso Ara di Giove, via Pirandello e nella rotatoria d’ingresso a Pedara.

Complessivamente, sono state identificate 160 persone e sono stati controllati 90 veicoli, tra auto e moto, elevando 18 verbali per infrazioni al Codice della Strada, comminando sanzioni amministrative per complessivi 5.000 euro e procedendo ad una decurtazione di complessivi 30 punti sulle patenti.

In due distinti posti di controllo, sono stati sanzionati tre automobilisti trovati alla guida senza l’obbligatoria copertura assicurativa per la responsabilità civile, per cui sono scattati i sequestri dei rispettivi veicoli.

Sei auto, invece, sono state sospese dalla circolazione per l’assenza della revisione periodica del mezzo.  Fermati pure due scooteristi in sella ai mezzi a due ruote senza indossare il casco protettivo, mettendo a repentaglio la propria incolumità. Vista la grave infrazione al Codice della Strada, si è proceduto al fermo amministrativo dei mezzi.

In un altro posto di controllo, una patente è stata ritirata in quanto scaduta, quattro conducenti non hanno esibito i documenti richiesti, uno è stato trovato senza cintura di sicurezza.

Inoltre, è stata fermata un’auto a due posti ma, al suo interno, erano presenti tre persone. Oltre ai controlli in strada, i poliziotti del Commissariato di Acireale hanno condotto un’attività di prevenzione mirata a scongiurare i reati predatori e ad assicurare ai cittadini la presenza costante delle forze di Polizia.

 

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Cronaca

Adrano, chiede soldi ai familiari: minaccia la madre e picchia la zia, arrestato

L’uomo di 43 anni, fermato dagli agenti di polizia del locale commissariato, è accusato di atti persecutori, tentata estorsione aggravata e lesioni.

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Avrebbe picchiato l’anziano zia compendola con un pugno in faccia e avrebbe minacciato, ancora una volta, la madre di 79 anni dopo l’ennesima richiesta di soldi. Il tutto è successo ad Adrano dove agenti di polizia del locale commissariato hanno arrestato un 43enne accusato di atti persecutori, tentata estorsione aggravata e lesioni.

Da quanto ricostruito dai poliziotti adraniti, intervenuti dopo la segnalazione dell’aggressione, l’uomo si sarebbe presentato in casa della madre, dopo pranzo, già particolarmente esagitato, per chiederle una somma di denaro, con una certa insistenza, già manifestata, peraltro, in altre occasioni.

Esasperata dall’atteggiamento vessatorio del figlio, l’anziana non avrebbe più assecondato le sue continue richieste di soldi, anche per cercare di metterlo al riparo da eventuali abusi nella consumazione di alcolici, acquistati, probabilmente, proprio con il denaro ottenuto di volta in volta dai familiari.

Al rifiuto della donna, il 43enne sarebbe andato su tutte le furie, rivolgendole pesanti minacce fino al punto di tentare di aggredirla fisicamente; per fortuna, sarebbe intervenuta, appena in tempo, la sorella della signora, allarmata da quanto stava accadendo.

La donna, anche lei anziana, si sarebbe frapposta tra madre e figlio nel tentativo di proteggere la sorella terrorizzata e in lacrime e per cercare di convincere il nipote a fermarsi e a calmarsi, invitandolo ad andare via e a lasciarle in pace.

Per tutta risposta, il 43enne si sarebbe scagliato contro la zia, colpendola con un violento pugno in pieno volto, al punto da provocarle una copiosa fuoriuscita di sangue dal naso.

Nonostante tutto, la donna con il suo intervento sarebbe riuscita a distrarre il nipote per alcuni minuti, consentendo alla sorella di dare l’allarme e di chiedere aiuto attraverso il Numero Unico di Emergenza 112.  Giunta la segnalazione alla sala operativa del commissariato i poliziotti hanno immediatamente raggiunto l’abitazione, trovando le due anziane sorelle ancora visibilmente provate per la brutale aggressione, mentre il 43enne, nel frattempo, si era allontanato, facendo ritorno a casa sua. È qui che i poliziotti l’hanno trovato, chiuso in camera da letto.

Prima di ricostruire i fatti, i poliziotti hanno cercato di tranquillizzare le donne e hanno richiesto l’intervento di un’ambulanza del 118 per prestare le necessarie cure sanitarie all’anziana aggredita fisicamente. Per lei si è reso necessario il trasferimento all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla dove è stata visitata e sottoposta ad alcuni accertamenti dai medici che hanno riscontrato lesioni giudicate guaribili in sette giorni.  Gli agenti hanno acquisito le testimonianze delle due donne e gli elementi utili per comprendere cosa fosse accaduto.

In passato, gli agenti della squadra volanti del Commissariato erano intervenuti per situazioni analoghe, scongiurando conseguenze più gravi per l’incolumità dell’anziana. Infatti, in un altro episodio, l’uomo si era presentato dalla madre visibilmente ubriaco e con un coltello a serramanico, avvertendola che, se non avesse consegnato subito i soldi richiesti, avrebbe dato fuoco alla sua abitazione.

Per questa ragione, il 43enne era stato denunciato e nei suoi confronti il Questore di Catania aveva emesso un provvedimento di ammonimento.

Considerate le modalità di richiesta di denaro a tutti gli effetti estorsive e vista la situazione degenerata in una vera e propria aggressione nei confronti della zia, l’uomo è stato arrestato dai poliziotti.

Sentito il PM di turno, il 43enne adranita è stato condotto in carcere a Catania, dove si trova attualmente ristretto su disposizione del Gip, che ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere, ritenendo particolarmente elevato il rischio di reiterazione delle condotte violente.

 

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