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Palagonia, in via di ultimazione la chiusura del geyser, attivo dallo scorso 19 aprile

L´intervento previsto è articolato in più fasi operative

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Sono in corso le operazioni di chiusura del flusso d’acqua inquinata e gas, che a partire dallo scorso 19 aprile 2024 vengono emesse, a seguito di eruzione spontanea, dal pozzo (avente una profondità di circa 240 mt) denominato San Sebastiano in contrada Palio Vanghella, nel comune di Palagonia.

Tenuto conto che la colonna d’acqua aveva raggiunto un’altezza di circa 30 mt ed in considerazione dei gravi e imprevedibili risvolti del fenomeno per l’ambiente, viste anche le caratteristiche del pozzo, il DRPC Sicilia congiuntamente con il commissario delegato al superamento dell´emergenza,  si è subito attivato coinvolgendo aziende e tecnici specializzate nel settore petrolifero e minerario, al fine di valutare congiuntamente i possibili interventi per la messa in sicurezza del pozzo. I lavori di messa in sicurezza sono stati avviati a fine luglio scorso.

L´intervento previsto è articolato in più fasi operative. E’ stata delimitata l’area e l´allestimento logistico del cantiere, e vengono costantemente monitorati con specifica strumentazione i valori dei gas presenti con particolare riferimento ai valori di CO2 e delle altre specie gassose presenti (idrocarburi aromatici, composti solforati) al fine di consentire lo svolgimento delle operazioni in condizioni di massima sicurezza. In questi giorni è stato collocato un “assembly” in corrispondenza della testa pozzo (sistema costituito da apposite valvole e tubi) al fine di  deviare il flusso di acqua e consentire agli operatori di lavorare in prossimità del pozzo.Al fine di stabilizzare l’intera struttura è stata realizzata una piattaforma in calcestruzzo armato.

Viste le condizioni della bocca pozzo è stato ritenuto opportuno realizzare una struttura di rinforzo costituita da un guscio in acciaio e da una cerchiatura in cemento armato.Rigidi i controlli per garantire la sicurezza del personale presente in cantiere durante l´esecuzione di tutte le fasi operative. Sono state effettuate altresì delle indagini geoelettriche per evidenziare la eventuale presenza di cavità sotterranee, che potrebbero essersi formate nell’area adiacenti al pozzo a causa dell’emissione incontrollata di acqua.Sono altresì costantemente monitorati e registrati i valori di pressione alla testa del pozzo durante le operazioni di chiusura graduale del flusso che dovrebbero concludersi venerdì prossimo. Nelle prossime settimane saranno opportunamente programmate e pianificate le operazioni per la chiusura mineraria del pozzo.

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Etna, cresce il vulcano, il cratere voragine supera i 3.400 metri

La rilevazione è contenuta nel bollettino settimanale “curato” dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, che lo pubblica sul proprio sito

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Foto Giò Giusa
foto web- Repertorio

Cresce in altezza l’Etna. Con il materiale lavico accumulato con le ultime eruzioni, il cratere voragine ha raggiunto quota 3.400 metri d’altezza, arrivando a toccare 3.403 metri sul livello del mare. La rilevazione è contenuta nel bollettino settimanale “curato” dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, che lo pubblica sul proprio sito.

Il ‘sorpasso’ sul cratere di sud-est, che deteneva il ‘record dal 10 agosto del 2021 e che ultime stime davano alto 3.347 metri, era già avvenuto nello scorso luglio quando la voragine ha toccato quota 3.369 metri d’altezza. Quello precedente, che resisteva dagli anni settanta del secolo scorso, era del cratere di nord-est.

Cresciuto anche il cratere bocca nuova che adesso tocca quota 3.380 metri sul livello del mare. Il cratere voragine, silente da oltre tre anni(ultima emissione di cenere era del 3 aprile del 2021) ha cominciato a ‘crescere’ in altezza dal 14 giugno scorso con una debolissima attività stromboliana che ha poi avuto un progressivo aumento nell’intensità del fenomeno trasformatosi poi in fontane di lava.

Il materiale piroclastico emesso, con l’intensa e frequente attività stromboliana, ha portato ad accumuli sul cratere voragine aumentando la sua altezza, fino a fargli superare i 3.400 metri.

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Belpasso, no del sindaco Caputo ai rifiuti appesi ai ganci dai balconi

Dal primo ottobre gli operatori ecologici non ritireranno più la spazzatura lasciata penzolante

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Il primo cittadino di Belpasso Carlo Caputo ha dichiarato ai sacchetti dei rifiuti appesi ai ganci dai balconi. Una battaglia annunciata dal sindaco belpassese dalla propria pagina social. “Non farò nessuna ordinanza per intimare a non fare più penzolare i rifiuti dal balcone- scrive Caputo- Nessuna sanzione pecuniaria. A partire dal primo ottobre gli operatori ecologici non ritireranno più rifiuti appesi ai ganci”. Inequivocabile il messaggio lanciato dal sindaco contro tutti coloro che “adottano” un sistema ormai antiestetico; d’altronde si parla di un fenomeno prettamente diffuso in altre realtà comunali limitrofe a Belpasso.

“ I rifiuti appesi spesso gocciolano e non sono agevoli neppure per gli operatori ecologici ma soprattutto, una volta rimosse le buste, rimangono ganci penzolanti che possono diventare pericolosi” ha sottolineato Caputo per il quale non esisterebbe alcuna motivazione valida per appendere i rifiuti al balcone. “La differenziata va messa in un contenitore con coperchio anti randagio.

“Prima della raccolta differenziata porta a porta si andavano a buttare i rifiuti facendo non meno di 50 o 100 metri. Adesso vi chiedo di fare qualche rampa di scale. Nessuna sanzione quindi ma gli operatori non ritireranno più dal primo ottobre. Spero che la comunicazione sia sufficiente e vi chiedo di collaborare” chiude così il “post” scritto da Caputo sulla propria pagina “Facebook”.

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