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Calcio serie C, pareggio in trasferta del Catania sul difficile campo del Picerno

Si tratta di un punto, dopo i recenti turni di campionato non positivi, che fa “morale” e muove la classifica

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foto pagina ufficiale "Facebook" Catania FC

Muove la classifica il Catania che sul difficile terreno del Picerno porta a casa un pareggio. Etnei in vantaggio con Carpani poi raggiunti da Petito. Toscano ha molto ancora da lavorare soprattutto nella testa dei suoi ragazzi. Il ritiro in Calabria non ha restituito un Catania molto “affamato” e particolarmente “concentrato”. Ma comunque si tratta di un punto, dopo i recenti turni di campionato non positivi, che fa “morale” e classifica. La cronaca

Prima frazione di gioco sostanzialmente equilibrata e avara di emozioni.  Al 21’ conclusione di Bernardotto con Farroni che sventa la minaccia; allo scadere del primo tempo si fa vedere il Catania con Inglese il cui colpo di testa è respinto da Summa.

Ripresa un tantino più frizzante. Prima occasione da rete al 19’ a favore dei padroni di casa. Anastasio è autore di un disimpegno errato, ne approfittano gli avversari con un cross verso l’area di rigore del Catania, ma nessuno degli attaccanti del Picerno è pronto a raccogliere l’invito. Un minuto dopo Catania in vantaggio: cross di Raimo per Carpani la cui conclusione non lascia scampo a Summa.

Subita la rete la partita si accende con il Picerno che si butta in avanti alla ricerca del pari, mentre gli etnei sono pronti a colpire di rimessa, come nel caso di Carpani il cui tiro finisce fuori di poco. Il tecnico del Picerno mette in campo forze fresche per agguantare il pari. Volpicelli, subentrato al 28’ a Maiorino, esalta la bravura di Farroni con una conclusione che il portiere catanese devia in angolo. Da seguente corner arriva il pari con Petito, subentrato da poco a Esposito, con un tiro che si insacca alle spalle di Farroni. Nel finale di partita una occasione per parte.  Dapprima il Catania con Guglielmotti che in buona posizione non centra il bersaglio e successivamente i padroni di casa con Bernadotto, la cui conclusione a botta sicura è respinta da Farroni.

TABELLINO

AZ Picerno-Catania 1-1

Marcatori: ST  20’ Carpani, 36’ Petito.

 

AZ Picerno (4-2-3-1): 22 Summa; 2 Pagliai, 13 Manetta, 3 Nicoletti, 25 Guerra (VK); 34 Maselli, 8 Franco; 7 Energe (29’st 99 Cardoni), 10 Maiorino (28’st 21 Volpicelli), 11 Esposito (K) (28’st 19 Petito); 9 Bernardotto. A disposizione: 1 Merelli; 6 Allegretto, 24 Papini; 30 De Ciancio, 14 Ragone, 77 Graziani; 29 Palazzino. Allenatore: Tomei.

 

Catania (3-4-2-1): 13 Farroni; 27 Castellini (VK), 16 Quaini, 33 Anastasio; 19 Raimo (41’st 44 Guglielmotti), 6 De Rose (K), 10 Jiménez, 23 Lunetta; 20 Carpani (41’st 7 Di Tacchio), 21 Stoppa; 9 Inglese. A disposizione: 57 Dini, 12 Butano; 36 Allegra, 68 Ierardi, 24 Gega; 8 Sturaro, 37 Forti, 47 Ortoli, 3 Celli; 39 Privitera; 32 Montalto, 38 Corallo. Allenatore: Toscano.

 

Arbitro: Domenico Leone di Barletta (Minafra di Roma 2- Lisi di Firenze.

Quarto ufficiale: Riccardo Tropiano (Bari).

 

Note: ammoniti Maselli (P); De Rose, mister Mimmo Toscano (C). Angoli 6-1  per il Picerno; recuperi: PT 1’; ST3’.

 

Cronaca

Catania, picchiato un 30enne, tre giovani raggiunti dall’obbligo di dimora dalle 15 alle 02.30

Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque

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A Catania agenti della Squadra Mobile etnea hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, nei confronti di tre giovani, due 23enni e un 22enne, accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque. L’ordinanza prevede l’obbligo di dimora tutti i giorni dalle 15 alle 02.30.

Secondo l’accusa, i tre farebbero parte di un gruppo che, il 4 gennaio scorso, nella zona della movida, nel centro della città, avrebbero selvaggiamente aggredito, per due volte la stessa sera, un giovane che ha riportato una “frattura pluriframmentaria scomposta del naso”, con prognosi di 30 giorni, diagnostica nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro dove è stato medicato. La vittima alla polizia ha detto di essere stata aggredita da un gruppo di giovani da lui conosciuti, in due distinti momenti e luoghi, “per futili motivi concernenti un banale diverbio avvenuto tempo addietro riconducibile a una ragazza, sorella di uno degli aggressori”.

Grazie alle testimonianze e la visione di filmati pubblicati sui social e di immagini registrate da apparati di videosorveglianza, la Squadra Mobile ha ricostruito “l ruolo ricoperto da ciascuno”, permettendo anche di fare luce su come “gli autori del fatto abbiano seguito la cosiddetta logica del branco, alternandosi, con vari ruoli, nel porre in essere l’azione violenta”.

 

 

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Cronaca

Scordia, Fillea Cgil su decesso imprenditore: “Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato”

“Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura- dice il sindacalista Vincenzo Cubito- È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro”

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Ancora una tragedia nel settore edile, ancora una vita spezzata sul lavoro. Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di Nunzio Mazzone, 65 anni, titolare di un’impresa edile, deceduto dopo una caduta da un ponteggio mentre eseguiva lavori di ristrutturazione su una palazzina a Scordia”.

nella foto l’imprenditore Nunzio Mazzone

A parlare è Vincenzo Cubito segretario generale Fillea Cgil Catania- Caltagirone che cosi interviene dopo l’ennesimo incidete mortale sul lavoro La salma si trova adesso al cimitero di Scordia dove è stata portata subito dopo l’incidente su disposizione della procura di Caltagirone.  A condurre le indagini i carabinieri di Palagonia. A breve dovrebbe essere effettuata l’ispezione cadaverica. “A nome della Fillea Cgil di Catania e Caltagirone, ci stringiamo con dolore attorno alla famiglia della vittima. Ma al cordoglio si accompagna l’indignazione: non possiamo più assistere in silenzio a questa strage continua, consumata nei cantieri, troppo spesso in assenza di adeguate condizioni di sicurezza.

Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato, delle istituzioni, del sistema delle imprese- dice Cubito- Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura.

È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro. Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente e che le autorità competenti verifichino il rispetto delle normative sulla sicurezza nei cantieri. Ma serve un cambio di passo urgente e strutturale: più controlli, più ispettori, più formazione, più prevenzione. La sicurezza sul lavoro non può essere un costo da ridurre, ma un diritto inviolabile da garantire. Lo ripetiamo da anni: il lavoro deve servire a vivere, non a morire” ha concluso così Cubito.

 

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