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Sicilia, il governatore Schifani lancia il “reddito di povertà” per le famiglie con disagio economico

La parlamentare regionale del Movimento 5 stelle Jose Marano ha evidenziato che “il centrodestra finalmente si sveglia e si accorge che in Sicilia le fasce più deboli della popolazione non ce la fanno più”

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Da martedì 25 febbraio sarà possibile presentare la domanda per richiedere il contributo una tantum a fondo perduto fino a 5 mila euro destinato alle famiglie in difficoltà residenti in Sicilia. È stato pubblicato Il decreto dell’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali che rende attiva la misura del “reddito di povertà” e che stabilisce le tempistiche e i criteri di assegnazione. A disposizione ci sono 30 milioni di euro. L’erogazione avverrà attraverso l’Irfis, incaricata della gestione del fondo. Le domande potranno essere presentate fino al 15 aprile 2025 esclusivamente online sulla piattaforma dedicata che sarà attivata nei prossimi giorni dalla finanziaria regionale. La selezione avverrà sulla base di criteri economici e sociali, con priorità ai nuclei con minori, persone in situazioni di disagio e famiglie monogenitoriali.

“Questo contributo – sottolinea il presidente della Regione Renato Schifani, che ha fortemente voluto il provvedimento – rappresenta un aiuto per le famiglie siciliane che vivono in condizioni di difficoltà economiche, garantendo un sostegno immediato per affrontare le spese essenziali. Il nostro obiettivo è fornire un aiuto tangibile alle persone più vulnerabili, affinché nessuno si senta abbandonato in un momento così delicato. Sappiamo che l’aumento del costo della vita, unito alle difficoltà lavorative, sta mettendo in crisi molte famiglie, per questo motivo abbiamo voluto rendere questa misura accessibile nel modo più semplice, attraverso una piattaforma online intuitiva e con il supporto di un call center dedicato. Questo intervento non è solo un sostegno economico, ma un segnale di vicinanza da parte delle istituzioni regionali. Continueremo a lavorare per individuare soluzioni strutturali che possano garantire maggiore stabilità economica e sociale alle famiglie siciliane. Il nostro impegno è chiaro: nessuno deve essere lasciato indietro”. Al contributo potranno accedere i soggetti residenti in Sicilia da almeno cinque anni, con Isee relativo all’anno 2023 inferiore a 5 mila euro. Verrà stilata una graduatoria in base al punteggio assegnato alla famiglia richiedente.

La parlamentare regionale del Movimento 5 stelle Jose Marano ha evidenziato che “il centrodestra finalmente si sveglia e si accorge che in Sicilia le fasce più deboli della popolazione non ce la fanno più. Il Reddito di povertà proposto dal Governo regionale si pone sulla scia di quella politica di sostegno alle famiglie bisognose che il Movimento Cinquestelle ha ideato e portato avanti in un clima di ostruzionismo e strumentalizzazione da parte delle opposizioni. Siamo felici di constatare che anche a destra la bontà della nostra misura è stata compresa. Una misura che arriva in ritardo, quella approvata da questa maggioranza di governo – prosegue la parlamentare – che andava lanciata prima e strutturata in maniera tale da attenuare l’impatto della fiammata inflazionista e della crisi economica sulle famiglie siciliane. In questi anni, invece, l’Esecutivo guidato dal Presidente Schifani ci ha abituati a interventi tampone e tardivi.  Se il governo intende dare un serio aiuto ai siciliani – conclude – è ancora in tempo, non lasciamo che diventi un intervento circoscritto alla primavera 2025”.

 

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Violenza di genere, i deputati regionali di FI Gennuso e Pellegrino, presentano mozione

I due parlamentari propongono una formazione obbligatoria per giornalisti e professionisti, introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, richiesta di sanzioni nazionali contro la pubblicità che usa il corpo femminile come un oggetto

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Prevenzione culturale, sostegno alle vittime e riforme giudiziarie al centro di una mozione parlamentare presentata dai deputati di Forza Italia Riccardo Gennuso e Stefano Pellegrino, capogruppo all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), al fine di proporre una serie di iniziative e provvedimenti per contrastare la violenza di genere e i femminicidi.

Mozione che mira ad intervenire su più fronti: dalla formazione obbligatoria per giornalisti e professionisti coinvolti nella gestione dei casi di violenza, all’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, fino alla richiesta di sanzioni nazionali contro la pubblicità che oggettivizza il corpo femminile. “La violenza di genere non è un’emergenza sporadica, ma un fenomeno strutturale radicato in disuguaglianze culturali e normative” hanno dichiarato i due firmatari. “Serve un piano che agisca sulle cause profonde: stereotipi tossici, linguaggio e spesso rappresentazione mediatica distorti e carenze educative, senza dimenticare il rafforzamento del sistema giudiziario e dei servizi sociali”.

La mozione articola le sue proposte su due livelli: azioni regionali e sollecitazioni al Governo nazionale.

Sul piano nazionale, spicca la proposta di corsi di formazione per tutti i professionisti (fra cui vengono indicati anche i giornalisti) coinvolti a vario titolo nella prevenzione o gestione dei casi di femminicidio. L’obiettivo specifico, per quanto riguarda gli operatori dell’informazione, è quello di garantire un linguaggio mediatico corretto, evitando narrazioni che associano il femminicidio a presunti “raptus” o “amori malati”, sminuendo la premeditazione o colpevolizzando indirettamente le vittime.

Ma non solo, proposta anche l’introduzione di percorsi obbligatori di educazione affettiva e relazionale in tutte le scuole, con un monte ore dedicato alla prevenzione della violenza di genere.  Altro elemento caratterizzante è la richiesta al Governo nazionale di rivedere le norme sulla comunicazione pubblicitaria, introducendo sanzioni efficaci per le campagne che riducono le donne a oggetti o perpetuano stereotipi di genere.   Accanto alle proposte preventive, la mozione sollecita interventi repressivi: l’introduzione del reato autonomo di femminicidio nel Codice penale, con pene più severe, e il rafforzamento degli organici di questure, uffici giudiziari e servizi sociali che gestiscono i casi di “codice rosso”.

Sul piano regionale, si chiede la creazione di un Osservatorio permanente sulla violenza di genere, incaricato di monitorare il fenomeno, raccogliere dati e segnalare rappresentazioni sessiste nei media locali e di potenziare i centri antiviolenza siciliani e di istituire protocolli integrati tra Comuni, ASP e scuole per identificare precocemente situazioni a rischio, con particolare attenzione alle aree periferiche e ai contesti socialmente vulnerabili.

“Combattere i femminicidi richiede coraggio: quello di investire nella cultura, di sfidare stereotipi radicati e di pretendere giustizia tempestiva. Con questa mozione, vogliamo dare un segnale chiaro: basta vittime, basta complicità” cosi concludono Gennuso e Pellegrino

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Biancavilla, Monte Calvario: interrogazione di Adorno (M5S) all’Ars

“Dopo 25 anni di attese, vogliamo sapere come stanno realmente procedendo i lavori”

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Un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla bonifica di Monte Calvario. A presentarla è Lidia Adorno, deputata del Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale Siciliana, che chiede trasparenza sull’andamento dei lavori di messa in sicurezza e ripristino ambientale nella cava contaminata nel territorio di Biancavilla. Nella cava di Monte Calvario, a lungo utilizzata per l’estrazione di pietrisco lavico, nel 1997 è emerso il problema della pericolosa presenza  di fluoro-edenite,  minerale cancerogeno simile all’amianto.

Nonostante l’inserimento del sito tra quelli di Interesse Nazionale (SIN) nel 2001, i lavori di bonifica sono partiti solo a gennaio 2025, dopo anni di ritardi e rimpalli istituzionali. “Venticinque anni di promesse non mantenute, poi l’avvio del cantiere. Ora è il momento della verità. Vogliamo sapere, dichiara Adorno – come il governo regionale, guidato da Renato Schifani, stia monitorando l’esecuzione dei lavori e quali garanzie può offrire ai cittadini. Finalmente qualcosa si è mosso – prosegue la deputata pentastellata – ma è fondamentale sapere come si sta operando, quali misure di sicurezza sono state adottate e, soprattutto, quando verrà completata l’opera”.

La parlamentare denuncia il lungo silenzio istituzionale che ha accompagnato un’emergenza sanitaria silenziosa e, con la sua interrogazione, chiede risposte puntuali: dallo stato di avanzamento dei lavori alle modalità con cui si sta evitando una nuova dispersione di polveri pericolose. “Non vogliamo dichiarazioni vaghe – conclude – ma dati certi, accessibili e verificabili. Biancavilla ha già pagato un prezzo altissimo. Ora servono controllo, trasparenza e rispetto per i cittadini”.

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