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In Primo Piano

Catania, Rete ospedaliera: tagli in provincia, rinforzi a Paternò e Biancavilla

Confronto sulla nuova proposta di rete ospedaliera provinciale presentata dall’assessore regionale, Faraoni. Il sindaco Lombardo: “Tagli a Caltagirone è un massacro”

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Si accende il confronto sulla nuova proposta di rete ospedaliera provinciale presentata dall’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, durante la Conferenza dei Sindaci della Città Metropolitana di Catania. Dopo l’incontro, il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio, ha avviato una serie di consultazioni telefoniche con i sindaci dei Comuni sede di presidi ospedalieri, in vista di incontri mirati previsti per la prossima settimana.

La proposta, che approderà all’Assemblea Regionale Siciliana il 23 luglio, intende ridisegnare l’intera organizzazione ospedaliera regionale, cercando un equilibrio tra sostenibilità, appropriatezza delle cure e risposte ai bisogni dei territori. Tuttavia, non mancano le tensioni.

Biancavilla: nuove prospettive e fondi in arrivo

Tra le novità positive, spiccano i casi di Paternò e Biancavilla. 

Per quanto riguarda Paternò, in aumento i posti i letti e arrivano a 63. Nella riunione è stata data la possibilità di avanzare proposte e osservazioni e nero martedì 15 luglio da far pervenire alla città metropolitana. Il primo cittadino, Nino Naso, rintracciato dalla nostra redazione fa sapere che verranno avanzate le seguenti proposte per apportare migliorie ai servizi dell’ospedale paternese e completare la proposta presentata ieri in Conferenza.”C’è un attenzione verso il nosocomio paternese” come ha ribadito il primo cittadino alla provincia regionale di Catania alla presenza dell’assessore regionale,  dei manager dell’asp e i 58 sindaci provinciali.

Per quanto concerne l’ospedale di Biancavilla, il sindaco, Antonio Bonanno, ha ottenuto rassicurazioni importanti: la nuova rete prevede l’attivazione di reparti di Cardiologia, Unità Coronarica, Pneumologia, Malattie Infettive e, in valutazione, anche Oncologia.Chiesta anche la salvaguardia dell’Ortopedia, reparto a rischio chiusura, oltre al potenziamento della Chirurgia, della Fisiatria (30mila accessi nel solo 2024) e la proposta di avviare un reparto di Gastroenterologia. Confermato l’impegno per mantenere attivo il Punto Nascite, con oltre 400 parti l’anno. In arrivo anche una risonanza magnetica, già prevista nel bilancio 2026 dell’Asp.

Tagli generalizzati: 100 posti letto in meno in provincia

Ma il quadro complessivo solleva forti preoccupazioni. I sindaci chiedono più tempo per esaminare una bozza che, numeri alla mano, prevede una riduzione netta di circa 100 posti letto nei vari ospedali della provincia.

I principali tagli riguardano: Policlinico Rodolico-San Marco: Terapia intensiva da 49 a 37 posti (-12); Terapia semi-intensiva da 30 a zero; Pneumologia semi-intensiva da 6 a zero; Totale letti: da 928 a 911 (-17). Ospedale Garibaldi: Semi-intensiva da 26 a 16 posti (-10); Totale letti: da 615 a 570 (-45). Ospedale Cannizzaro: Semi-intensiva eliminata (-16); Totale letti: da 565 a 544 (-21). Asp Catania: Terapia intensiva da 34 a 32 (-2); Semi-intensiva eliminata (-16), Totale letti: da 810 a 728 (-82)Non compaiono, inoltre, i 40 posti letto dell’ospedale Humanitas per Ortopedia e Neurochirurgia, già riconosciuti da una sentenza del TAR e in attesa di reinserimento.

Caltagirone nel mirino, Lombardo: «È un massacro»

Punta il dito contro la proposta anche il deputato regionale MPA, Giuseppe Lombardo, che denuncia un taglio di 20 posti letto per acuti e oltre 30 per post-acuti all’ospedale “Gravina” di Caltagirone. “Un vero e proprio massacro – dichiara – in un territorio dove la domanda sanitaria è già superiore all’offerta. Così si impoverisce l’intero comprensorio del Calatino, con il rischio di sovraccaricare gli ospedali metropolitani”.

Lombardo chiede una revisione immediata della rete: “Non si può potenziare solo l’area metropolitana, lasciando indietro i territori più distanti. Serve una distribuzione equa e razionale, basata sui reali bisogni dei cittadini”.

Aspra critiche da parte di Nuccio Di Paolo,  vice presidente dell’ARS e Coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle,  intervenuto a Gela dove, su impulso del primo cittadino, si è discussa la bozza di rete ospedaliera presentata dal governo Schifani.

Mentre Fratelli d’Italia va in frantumi, il presidente Schifani approfitta per proporre una rete ospedaliera che sembra rispondere a logiche di spartizione politica per una sua ricandidatura a discapito del diritto alla salute dei siciliani. Saltano posti letto negli ospedali di comuni dove non ci sono amici di partito o dove ci sono avversari politici come a Gela, mentre aumentano laddove vi sono sponsor politici come a Paternò, città di La Russa. Ci opporremo con fermezza a questa bozza che non ha nessun criterio oggettivo, lottando a muso duro nell’interesse di tutti i siciliani. “Il Presidente Schifani vuole accelerare con la sua azione politica disastrosa per riproporre la sua ricandidatura.”

In Primo Piano

Bronte, il nuovo piano sanitario regionale depotenzierebbe l’ospedale, proteste

“La proposta di riordino della rete ospedaliera siciliana, e in particolare le recenti modifiche all’assetto dei presidi, sollevano gravi interrogativi sulla loro legittimità e sulla trasparenza dei criteri adottati- si legge in una nota di Giuseppe Gullotta dell’associazione “Aiace”

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Dalla bozza del nuovo piano sanitario regionale, illustrato nei giorni scorsi ai sindaci della provincia di Catania, l’ospedale “Castiglione- Prestianni” di Bronte uscirebbe con le ossa rotta. A denunciare il depotenziamento del nosocomio è “Aiace” l’associazione a tutela dei consumatori per voce dell’avvocato Giuseppe Gullotta.

Giuseppe Gullotta-associazione “Aiace”

“La proposta di riordino della rete ospedaliera siciliana, e in particolare le recenti modifiche all’assetto dei presidi, sollevano gravi interrogativi sulla loro legittimità e sulla trasparenza dei criteri adottati- si legge in una nota dell’associazione “Aiace”- Le decisioni che impattano direttamente sulla salute dei cittadini non possono essere frutto di pura discrezionalità politica, ma devono basarsi su dati oggettivi e verificabili, in stretta aderenza alla normativa nazionale e regionale”.

Giuseppe Gullotta ha specificato che il “Castiglione- Prestianni” avrebbe subito un taglio netto di 30 posti letto, “senza che sia stato reso disponibile alcun report sull’occupazione e le performance dei posti letto assegnati nella precedente rete ospedaliera” dice Gullotta il quale ha sottolineato che nella precedente rete ospedaliera, il reparto di medicina dell’ospedale brontese aveva 10 posti letto ordinari e 2 in Day Hospital, per un totale di 12 posti letto.  Ora, la nuova proposta prevede un’ulteriore riduzione a soli 8 posti letto in degenza ordinaria.

“Con quale criterio si diminuiscono i posti letto che, al contrario, dovrebbero essere aumentati- si domanda l’avvocato Giuseppe Gullotta- Tenendo conto dei principi generali stabiliti dal Decreto Balduzzi il pronto soccorso di base deve servire un bacino minimo di 80.000 abitanti e registrare almeno 20.000 accessi l’anno- dice Gullotta- Il comprensorio di Bronte, pur essendo montano, conta circa 50.000 abitanti e il suo pronto soccorso registra circa 15.000 accessi l’anno.

Facendo una semplice proporzione matematica, se il comprensorio fosse di 80.000 abitanti, gli accessi sarebbero circa 24.000 l’anno, un numero impressionante che supera gli standard minimi di un presidio di base.

Questo dimostra che il pronto soccorso di Bronte non può essere considerato un semplice pronto soccorso di zona disagiata, ma un presidio con un’attività proporzionalmente superiore, che merita un riconoscimento adeguato nella rete”. Alla fine analizzando la bozza del nuovo piano sanitario “sparirebbero- dicono da Bronte-i reparti di ortopedia, ostetrici e ginecologia, pediatria, neonatologia”.

Gullotta chiude dicendo che i tagli appaiono “arbitrari e dannosi per la salute dei cittadini. È tempo che la politica ascolti le esigenze del territorio e si basi su dati concreti per garantire un diritto fondamentale come quello alla salute”. Per lunedì il sindaco Pino Firrarello ha convocato una riunione con i sindaci dei comuni limitrofi del comprensorio, le organizzazioni sindacali e l’associazione  “Aiace”.

 

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Cronaca

Motta S. Anastasia, controlli straordinari dei carabinieri per la sicurezza urbana e la legalità

Nei giorni scorsi il sindaco Antonio Bellia aveva inoltrato una missiva alla compagnia carabinieri paternese per chiedere una maggiore intensificazione dei controlli sul territorio urbano ed extraurbano. 

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I militari dell’Arma della compagnia di Paternò hanno svolto un’intensa attività a Motta Sant’Anastasia, mirata alla prevenzione dei reati e al contrasto dell’illegalità diffusa.

L’operazione ha visto l’impiego dei carabinieri della locale Stazione, affiancati da altri equipaggi che, nel corso dei servizi, hanno pattugliato le principali arterie stradali e le aree residenziali del centro urbano, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza dei cittadini e garantire una presenza attiva e visibile sul territorio.

Nel dettaglio, sono state controllate 118 persone, di cui 49 con precedenti di polizia o penali, e 55 veicoli. Particolare attenzione è stata rivolta al rispetto delle norme del Codice della Strada, a tutela di tutti gli utenti, automobilisti e pedoni, e sono state contestate 7 violazioni, 4 delle quali per guida di motoveicoli senza casco, per le quali sono state ritirate le carte di circolazione dei mezzi, e le altre per guida con il cellulare, con decurtazione complessiva di 25 punti dalle patenti di guida.

Controllato un giovane, trovato in possesso di una dose di marijuana a uso personale e, pertanto, segnalato alla Prefettura quale assuntore di droghe.

L’azione preventiva ha incluso anche il controllo di 11 esercizi commerciali, in un’ottica di monitoraggio delle attività economiche locali e di contrasto a possibili situazioni di illegalità. Da ricordare che nei giorni scorsi il sindaco Antonio Bellia aveva inoltrato una missiva alla compagnia carabinieri di Paternò per chiedere una maggiore intensificazione dei controlli sul territorio urbano ed extraurbano.

Alla base della  richiesta la forte preoccupazione manifestata dai cittadini mottese  per i furti di auto che si sarebbero registrati nell’ultimo periodo sia in centro che in periferia: un incremento di furti che avrebbe ingenerato delle forti “preoccupazioni tra i cittadini e un peggioramento della qualità della vita”.

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