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Cimitero monumentale, a Paternò crollate alcuni lapidi al viale San Luca, è allarme

Si avvicina la festività dei Defunti e per i due cimiteri a Paternò, si lavora per migliorarne le condizioni.

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Un crollo, l’ennesimo, di lapidi al viale San Luca. Il cimitero monumentale cade a pezzi, a Paternò. Il cedimento è avvenuto nel fine settimana, probabilmente determinato dalle non buone condizioni del settore che ospita alcuni loculi. E questa mattina, al cimitero sulla collina storica è arrivato l’assessore ai Servizi cimiteriali, Ezio Mannino. «Transenneremo immediatamente la zona – evidenzia l’assessore Mannino -, per metterla in sicurezza. Siamo consapevoli delle non buone condizioni, determinate dall’assenza di interventi per decenni.»

Per il cimitero monumentale non è l’unico problema. Il luogo sacro soffre anche per la carenza di pulizia, visto la presenza di erba incolta tra le tombe. Ad ovviare al problema sono gli stessi cittadini, armati di scopa e paletta. A questo si aggiunge la presenza di rifiuti, anche speciali, nelle zone periferiche del luogo sacro. Tra detriti, fiori secchi, sacchetti di immondizia, spuntano anche pezzi di bara, forse lasciati dopo un’esumazione.

A completare il quadro, non certo felice, l’emergenza loculi che persiste da anni. Sono circa 160 i defunti, dal 2016 seppelliti in via provvisoria in loculi non loro. Un problema già presente con l’Amministrazione precedente, guidata dal Sindaco, Mauro Mangano e non ancora risolto. Per tentare di correre ai ripari l’Amministrazione Naso sta pensando di accendere un mutuo con la Cassa depositi e prestiti.

Da un luogo sacro ad un altro, questa mattina, promosso dall’assessore all’Ecologia, Luigi Gulisano, sono stati effettuati lavori di pulizia e scerbatura, nel piazzale esterno, adibito a parcheggio, per il cimitero di via Balatelle. Pulizia straordinaria anche per via Sella.

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ambiente

Catania, la CIA Sicilia Orientale su crisi idrica chiede intervento della prefettura

La convocazione di un un tavolo di confronto per affrontare le criticità in cui versano centinaia di produttori della Piana di Catania sia sotto l’aspetto economico che in quello relativo alle produzioni agricole

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“Chiediamo a sua eccellenza il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, di farsi promotrice di un tavolo di confronto per verificare lo stato dell’arte ad oggi delle ormai disastrose condizioni in cui versano centinaia di produttori della Piana di Catania sia sotto l’aspetto economico per la perdita secca del reddito sia sulle produzioni agricole, colture cerealicole in primis, e zootecniche già compromesse”. La sollecitazione arriva dal coordinamento di Giunta della Cia Sicilia Orientale che invoca gli interventi da approntare con urgenza, stante le alte temperature da stagione estiva e il perdurare della mancanza di acqua negli invasi del bacino imbrifero della Piana di Catania.

 

“Non staremo ad elencare le misure necessarie che da tempo si dibattono in diversi tavoli istituzionali – si legge nella lettera – né a sollecitare la quanto mai urgente e immediata necessità che il Consiglio dei Ministri riconosca lo stato di emergenza nazionale per la Sicilia”. “Intendiamo richiamare la sua attenzione, piuttosto,  sulla necessità di imprimere una velocizzazione nei lavori e negli interventi individuati o da individuare per trovare le risorse idriche che mancano e ed evitare lo sperpero di acqua dove c’è. Dalle paratie di Ponte Barca sul Simeto, per esempio, sono state individuate copiose perdite: l’acqua continua a scorrere nel fiume senza essere utilizzata per l’immissione nei canali”.

 

“Sono tanti gli interrogativi e i dubbi che attendono risposta, mentre le campagne muoiono di sete:  Bisognerebbe velocizzare l’intervento provvisorio per dotare l’invaso di Lentini di un impianto di sollevamento pur parziale; la possibilità di utilizzare le acque reflue in alcune realtà territoriali che una volta depurate potrebbero essere immesse nelle conduttore; gli interventi di pulizia dei fondali dell’invaso Pozzillo come incidano sull’attuale momento e quali i tempi di realizzo. E ancora, a che punto si trova l’annunciato piano di ricerca delle acque dal sottosuolo e l’utilizzo dei pozzi oltre il piano di manutenzione delle condotte? Come procede l’avvio dei lavori dell’invaso Pietrarossa dopo 26 anni di fermo? E la mancata Riforma della Bonifica, di cui si discute da 29 anni,  sarà l’ennesima fumata nera?”.“Riteniamo importante che il tavolo istituito per affrontare le emergenze trovi il modo di monitorare l’andamento dei lavori, la velocizzazione delle gare nel rispetto delle normative”.

 

Intanto l’Anbi (associazione dei consorzi di bacino) lancia un allarme definendo drammatica la situazione idrica in Sicilia. “Nonostante una timida ripresa (poco più di 13 milioni di metri cubi in un mese) – spiega l’Anbi -, negli invasi siciliani mancano complessivamente circa 670 milioni di metri cubi d’acqua (-68%), ma soprattutto si è ben 145 milioni sotto al precedente record negativo, registrato nel siccitoso 2017”.  “Secondo il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano – prosegue l’Anbi -, da Settembre 2023 il deficit pluviometrico medio sulla regione si aggira sui 300 millimetri, con punte di mm. 350 sulla provincia di Catania: ciò significa che l’apporto d’acqua nei mesi tradizionalmente più piovosi (da Settembre ad Aprile) è praticamente dimezzato rispetto alla media storica di mm 620!” “Il mese di marzo sull’Isola è stato estremamente siccitoso per le province centrali e soprattutto Sud-Orientali – spiega l’associazione -, dove le cumulate registrate sono state tra il 70% ed il 90% inferiori alla norma in buona parte dei comuni tra le province di Catania, Siracusa, Enna e Caltanissetta”.

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Cultura

Biancavilla, sabato conferenza “Il Valore del Dono: Dal Dono ai Legami Generazionali”

L’evento prende spunto dalla pubblicazione del Prof. Indelicato, psicologo psicoterapeuta, docente a.c. dell’Università degli Studi di Messina e dell’Univesità degli Studi di Catania

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Sabato 4 maggio 2024, alle 17,30  presso Villa Delle Favare, si terrà una conferenza “Il Valore del Dono: Dal Dono ai Legami Generazionali” che prende spunto dalla pubblicazione del Prof. Indelicato, psicologo psicoterapeuta, docente a.c. dell’Università degli Studi di Messina e dell’Univesità degli Studi di Catania. Converseranno con l’autore il Prof. Francesco Pira, sociologo, professore associato di comunicazione e giornalismo presso l’Università degli Studi di Messina e Presidente Nazionale della So.San, autore della prefazione del libro, il Prof.  Giuseppe Seminara, psichiatra,  docente a.c. Università degli Studi di Catania, il Dott. Pippo Catania, Direttore A.F.T. Enna e la Dott.ssa Pamela Cantarella psicologa clinica.  Modera il Dir.  Enzo Meccia, Presidente Sicilia Antica Biancavilla. L’evento è organizzato dalle associazioni Sicilia Antica Biancavilla, Lions Club Adrano – Bronte- Biancavilla, Accademia Universitaria Biancavillese, Fidapa Adrano – Biuancavilla  con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Biancavilla. L’incontro tende  a darà  l’occasione per riflettere su un tema che antropologicamente ha avuto forti influssi nella storia dei legami umani.  L’autore tende a mettere in risalto che un gesto apparentemente semplice ha avuto ed ha risvolti antropologici, filosofici, economici, politici e religiosi nel corso della storia millenaria dell’uomo.

Come scrive il Prof. Pira nella sua prefazione, infatti,  “Il prof. Mariano Indelicato, attraverso questo suo lavoro, ha regalato ai suoi lettori  un excursus sul dono come generatore di legami, perché dal primo momento ha percepito l’importanza del “triangolo sacro: donare, ricevere, ricambiare”. Lo studio di questo triangolo conduce alla scoperta di valori fondamentali come: la fiducia, la speranza e la giustizia”. Se donare  è una prassi quotidiana,  un gesto che facciamo: al bar la mattina quando offriamo il caffè a un nostro amico o al nostro collega di lavoro; quando invitiamo a pranzo o a cena una persona; elargendo la mancia al cameriere; dando la carità a un povero che incontriamo per strada; in occasione di eventi importanti come matrimoni, battesimi, cresime, anniversari, compleanni, etc.etc, come informa Mauss (1922), contiene molto di più. Infatti il dono, inteso come lo scambio senza nessuna costrizione di carattere economico e commerciale, nelle società arcaiche e primitive serviva a stabilire relazioni non solo con altri individui, ma costituiva il nucleo dell’intera organizzazione sociale. Anche nella nostra società sono innumerevoli le occasioni in cui ci troviamo a fare regali, a donare anche con piacere e soddisfazione personale. Allo stesso modo sono tanti i momenti in cui aspettiamo con ansia di ricevere un regalo ed è abbastanza evidente la nostra insoddisfazione quando non arriva.

Pensiamo per un attimo ai bambini  che aspettano impazienti in occasione delle feste comandate i loro regali e gli strepiti nel momento in cui non dovessero riceverli. In Sicilia, addirittura, in occasione della commemorazione dei defunti si soleva (oggi la tradizione si sta un po’ perdendo) portare di nascosto regali ai bambini facendoli passare come doni che venivano dai loro parenti defunti ponendo l’accento che la prassi del donare mette insieme vivi e morti (anche se come vedremo in questo gesto tradizionale, vi era un messaggio più importante e profondo). Per Natale viene Babbo Natale sulla sua slitta a portare i regali in base ai desideri espressi dagli stessi bambini. Babbo Natale viene la notte del 24 dicembre che per la religione cristiana è la notte del dono più grande: ovvero Dio dona se stesso agli uomini condividendone la natura. Grazia Deledda ne Il dono di Natale racconta con impareggiabile maestria il significato del regalo di Natale quando davanti alla curiosità di Felle, la sua amica Lia le dice “È il nostro primo fratellino ….. Mio padre l’ha comprato a mezzanotte precisa, mentre le campane suonavano il Gloria. Le sue ossa, quindi, non si disgiungeranno mai, ed egli le ritroverà intatte, il giorno del Giudizio Universale. Ecco il dono che Gesù ci ha fatto questa notte”.  I regali della Notte di Natale arrivano dal cielo ovvero mettono in contatto gli uomini con un mondo sconosciuto.

Per l’Epifania è la befana a portare i regali distinguendo tra i bambini buoni cui dona ghiottonerie e quelli cattivi cui fa trovare il carbone. Sia la notte di Natale che per l’epifania – così come in Sicilia per la commemorazione dei defunti – i regali si avvolgono di mistero quasi di un potere magico in grado di mettere in contatto il conosciuto con il non conosciuto, in sostanza ci mettono in contatto con il “sacro”. Infatti, il regalare, il gesto del donare non è così banale come potrebbe a prima vista apparire: serve a stabilire legami interpersonali,  sociali, ma anche a metterci a contatto con i valori, i simboli, i miti presenti all’interno del contesto culturale. Dopo quasi due secoli di predominio del concetto di utilità sotto la spinta del positivismo, oggi è necessario il ritorno ad una cultura che possa mettere al centro l’atto del donare inserito all’interno di un triangolo sacro – donare, ricevere, ricambiare – che sul piano generazionale, individuale e sociale infonde fiducia e speranza: io dono nella fiducia e nella speranza di poter essere ricambiato. La sua massima espressione la troviamo nel dono della vita: io dono la vita nella speranza e nella fiducia che tu donerai la vita permettendo la conservazione della specie.

 

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