Un importante segnale di legalità e rigenerazione sociale proviene dal Comune di Mascalucia, che ha avviato formalmente il processo per la restituzione alla collettività dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. L’Amministrazione comunale ha pubblicato l’Avviso Pubblico per la selezione di enti e associazioni del Terzo Settore interessati a ottenere la concessione d’uso a titolo gratuito dei beni, trasformando così simboli di illegalità in motori di sviluppo e partecipazione.
L’iniziativa si inquadra nell’applicazione rigorosa dell’art. 48 del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia) e del Regolamento comunale approvato con delibera n. 71 del 25 settembre 2025, allineata con la Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati delineata dalla Delibera CIPE n. 53/2018.
I beni oggetto della procedura di assegnazione sono quattro proprietà eterogenee, ora parte del patrimonio indisponibile dell’Ente: un terreno agricolo in contrada Torre Ombra (oggi via Tiziano), un villino con terreno in contrada Mompilieri (oggi via Petrarca), una bottega commerciale situata in Corso Michelangelo e un’unità immobiliare abitativa in via dei Papaveri.
L’avviso stabilisce una chiara linea di indirizzo progettuale: saranno considerate prioritarie le proposte che prevedano la realizzazione di orti sociali, la creazione di giardini a fini ricreativi, lo svolgimento di servizi di protezione civile e ambientale, e tutte le iniziative vocate al sociale a beneficio della comunità mascaluciese, con particolare attenzione ai soggetti più fragili.
Possono partecipare alla selezione, come specificato dall’art. 11 del Regolamento comunale, comunità, enti, associazioni, cooperative sociali, centri di recupero e operatori dell’agricoltura sociale, purché regolarmente iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e in possesso dei requisiti di ordine generale, tecnico e professionale definiti nel bando. Il Sindaco di Mascalucia, Vincenzo Magra, ha commentato: «Si tratta di un atto di grande valore civile e un dovere verso la cittadinanza. Ciò che è stato utilizzato per fini delittuosi deve ritornare alla collettività, generando servizi, opportunità e spazi di crescita. Con questo avviso, stiamo costruendo un modello di partecipazione attiva». L’Assessore al Patrimonio, Damiano Marchese, ha ribadito: «Abbiamo lavorato per definire criteri trasparenti e un percorso di valorizzazione che garantisca l’utilizzo corretto e utile dei beni. Questi immobili non devono restare simboli di illegalità passata, ma diventare motori di sviluppo sociale, luoghi vivi, gestiti da realtà competenti. Invitiamo tutte le organizzazioni interessate a partecipare con proposte serie, innovative e sostenibili».