Una targa, in ricordo dei cantastorie paternesi; un omaggio a quanti  hanno lasciato, con la loro arte, una traccia indelebile nella cultura  tradizional popolare dell’Italia intera. Erano gli anni a cavallo tra il  1950 e il 1970, i cantastorie giravano in lungo e in largo per la  Sicilia e in Italia, dove divennero presto famosi. 
Nonostante i successi  che investirono alcuni di loro, su tutti Ciccio Busacca, restarono  persone umili. Il canto era per loro il pane quotidiano. Una pagina  culturale importante che per decenni era stata dimenticata. Poi, qualche  anno fa, il passo indietro, concedendo quel giusto merito a chi ha  raccontato un pezzo di Sicilia nazional popolare. 
Per rendergli omaggio  da questa mattina, in piazza Regina Elena, nota come “piazza Urna”,  campeggia una targa in loro ricordo. Proprio in piazza Regina Elena,  infatti, tra gli anni ’50 e ‘70 i  cantastorie si esibivano, raccontando  ai tanti cittadini che affollavano  la strada, le loro storie. Presenti  all’appuntamento, tra gli altri: il sindaco Nino Naso; il  presidente  del Consiglio comunale, Filippo Sambataro; Francesca Busacca;  gli  studiosi Mauro Geraci e Nino Tomasello; ed ancora Alessandro  Nicolosi,  responsabile del museo dei cantastorie; la presidente della  Pro-Loco,  Salvina Sambataro; il più giovane cantastorie d’Italia, il  paternese  Orazio Fusto; ed il maestro Barbaro Messina che ha realizzato  la targa.  
“Vogghiu cantari ccu sensu sirenu tuttu chiddu ca fici Giulianu, l’omu  ca pi sett’anni nenti menu fici trimari sutta li so manu, e ppi diri ca  Turi fu ‘mpurtanti lu titulanu re di li briganti.» E’ una delle strofe  de “La storia di Turi Giuliano” di Ciccio Busacca che campeggia sulla  targa, insieme ai nomi di Gaetano Grasso, Orazio Strano, Paolo Garofalo,  Cicciu Busacca, Cicciu Rinzinu, Vito Santangelo, Nino Busacca, Matteo  Musumeci e Pippo Nicolosi.