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Cultura

Paternò: Successo per il progetto “Paternò e le piazze del mondo. Busacca e i cantastorie”

 L’obiettivo dell’Associazione è stato quello di trasformare la piazza, la scuola, la parola cantata in strumenti didattici, in mediatori, per veicolare messaggi profondi e riscoprire il sapore della tradizione, partendo dall’analisi della realtà

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Il rilancio dei cantastorie, della loro voce, delle tradizioni riscoperte secondo nuove ed attuali prospettive, al centro del progetto “Paternò e le piazze del mondo. Busacca e i cantastorie”. L’obiettivo dell’Associazione culturale Cantastorie Busacca, attraverso la voce delle nuove generazioni, è stato quello di trasformare la piazza, la scuola, la parola cantata in strumenti didattici, in mediatori, per veicolare messaggi profondi e riscoprire il sapore della tradizione, partendo dall’analisi della realtà.

Una modalità nuova ed innovativa per ricordare e far conoscere la bellezza della parola cantata, di un’arte che è stata tramandata di generazione in generazione ma che non tutti conoscono, attraverso il progetto curato da Francesca Busacca e dal professore Mauro Geraci.

Superando la tradizionale forma del convegno è stata operata una scelta che si è rivelata vincente, caratterizzato dal coinvolgimento dei giovani studenti e nella ricerca di nuove promesse per il futuro della tradizione dei cantastorie. Il progetto ha preso il via lo scorso novembre con una giornata studio dedicata alla scoperta del mondo, delle voci e dei grandi protagonisti della tradizione dei cantastorie per concludersi sabato 8 febbraio sul palco del piccolo Teatro di Paternò, in cui sono stati presentati i testi realizzati dagli studenti dell’Istituto “Mario Rapisardi” di Paternò coinvolti nel progetto. Tra i temi affrontati, spiccano la violenza sulle donne e la cronaca locale, nello specifico, è stato rievocata la drammatica morte di   Santo Romano, avvenuta nella notte tra l’1 e il 2 novembre dello scorso anno. Il giovane fu assassinato con un colpo di pistola mentre cercava di placare una lite tra due gruppi di ragazzi.

Un lavoro di grande valore finanziato dall’Assessorato delle Autonomie locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana con la collaborazione del comune di Paternò. Un evento che si è rivelato non solo un omaggio alla tradizione dei cantastorie, ma anche una importante occasione per dare voce alle nuove generazioni, stimolando la riflessione su tematiche sociali di grande attualità attraverso l’arte della narrazione con gli interventi dei cantastorie Francesca Busacca, Mauro Geraci e la nuova promessa Ginevra Giuffrida. Presenti  il primo cittadino, Nino Naso, l’assessore alla cultura Giovambattista Caruso,  la dirigente dell’Istituto “Mario Rapisardi” di Paternò, Maria Grazia D’Amico.

 

A coronare la serata, la consegna di targhe ricordo per il sostegno all’Associazione Busacca. Riconoscimenti sono stati assegnati al Comune di Paternò, rappresentato dal dirigente architetto Anna Caruso, all’Istituto “Mario Rapisardi”, alla giovane cantastorie Ginevra Giuffrida e a Turi Marchese. Per il settore stampa, sono stati premiati la testata Ciak Tele Sud con la giornalista Mary Sottile e La Gazzetta Rossazzurra con Alfio Cartalemi.

Cultura

Catania, l’adranita Lina Scalisi Pro Rettrice Università degli Studi

Il Sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, e l’Assessore alla Cultura, Salvo Italia, “esprimono le più sincere congratulazioni alla Prof.ssa Lina Scalisi per la sua nomina a Pro-Rettrice dell’Università degli Studi di Catania” si legge in una nota del comune adranita.

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“Sono lieto di annunciare la mia scelta per la futura nomina della Pro Rettrice dell’Università degli Studi di Catania, indicando il nome della Prof.ssa Lina Scalisi”. A dirlo il neo Rettore dell’Università di Catania Enrico Foti. “Professoressa ordinaria di Storia Moderna presso il nostro Ateneo, la Prof.ssa Scalisi vanta un curriculum di eccellenza e ruoli di grande prestigio.

È stata coordinatrice della VQR, attualmente è coordinatrice nazionale ANVUR per l’Area 11 (Scienze storiche, filosofiche e pedagogiche) e, dal 2020, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, con riconferma fino al 2026. La ringrazio per aver accolto la mia proposta”.

Il Sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, e l’Assessore alla Cultura, Salvo Italia, esprimono le più sincere congratulazioni alla Prof.ssa Lina Scalisi,  per la sua nomina a Pro-Rettrice dell’Università degli Studi di Catania da parte del neo Rettore, Prof. Enrico Foti.

“È con grande orgoglio e soddisfazione che apprendo la notizia di questo prestigioso incarico,” ha dichiarato il Sindaco Mancuso. “La nomina della Prof.ssa Scalisi a un ruolo così importante all’interno della nostra principale istituzione accademica siciliana è frutto della sua eccellenza professionale e della sua lunga carriera universitaria. Come segno di apprezzamento e di felicitazione l’Amministrazione comunale assegnerà alla prof.ssa Scalisi il riconoscimento cittadino il Banchettante 2025”

Per l’Ass.re Italia questo importante traguardo non solo premia le sue indiscusse competenze e profonda cultura, ma testimonia anche come il nostro territorio sia una fucina di talenti capaci di distinguersi a livello universitario, dall’ambito giuridico, archeologico e storico, nazionale e oltre. Alla Prof.ssa Scalisi i migliori auguri per un proficuo lavoro a servizio delle future generazioni che studiano e si formano all’Università di Catania.

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Cultura

Paternò, tra sogni e macerie: la storia, il prezzo della guerra, il futuro incerto

“Il passato non va dimenticato, non possiamo permettere che le vittime del 14 luglio 1943 siano morte invano. Se il futuro deve essere diverso, allora è nostro dovere difendere la pace, continuare a credere nei sogni”

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FOTO WEB

Paternò, prima del 14 luglio 1943, era un piccolo borgo dove la vita scorreva con una forza che si rifletteva nel sorriso degli abitanti, il frastuono dei carretti per le vie, venditori ambulanti. Pecorai che ogni mattina passavano per vendere il latte a vis a vi. A fera o luni, sempre affollata e nei suoni odori del quotidiano. Un paese che sembrava quasi destinato a un futuro prospero, un luogo dove le speranze degli uomini si intrecciavano con la terra generosa che lo circondava. Gli agrumi più ricercati, le arance e mandarini di Paternò. In quel borgo, la vitalità era palpabile e l’orizzonte si disegnava tra sogni di crescita e trasformazione, una realtà che sembrava promettere un domani migliore. Ma, come accade spesso, la storia non aspetta i desideri e le previsioni.

Paternò, infatti, non era solo un paese di campagna: era un centro militarizzato, dove la presenza dei soldati tedeschi e delle forze dell’esercito italiano segnava ogni angolo. L’armonia tra i militari e la gente del paese sembrava sorprendente per chi non avesse conosciuto la realtà dei piccoli borghi italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. I soldati, stranieri e italiani, non erano visti come occupanti, ma piuttosto come una presenza naturale, quasi come se la guerra fosse una parte integrante di quel mondo. La pace, come la guerra, sembrava passare tra le vie di Paternò, e della Sicilia tutta mescolandosi con le storie quotidiane e le sfide di sopravvivenza.

E poi la storia, come sempre, non è fatta solo dai libri. La verità su quegli anni non è sempre quella che raccontano le cronache ufficiali. Gli italiani, pur fedeli agli alleati tedeschi, ressero il fronte fino a che poterono. Poi venne il crollo, la resa che segnò la fine di un’era. Lo sbarco e poi quella fatidica data, il 14 luglio del 1943, segnò l’arrivo del terrore dal cielo. Le bombe non piovvero solo sul paese, ma sulla speranza di un’intera generazione per lunghi anni. I testimoni del tempo, quelli che hanno perso genitori e parenti ancora oggi raccontano quei momenti, trasmettono il ricordo di un dolore che non è mai davvero passato. Dopo più di ottant’anni, ci sono ancora superstiti che raccontano per non dimenticare, per non lasciare che quelle vite spezzate siano solo un ricordo sbiadito nel tempo.

Drammatici giorni di sopravvivenza raccontati dalle testimonianze di Nino Lombardo, Giuseppe Virgillito, Giovanni Palumbo, Carmelo Ciccia e Barbaro Rapisarda con “Apocalisse a Paternò”.

Eppure, nonostante il terrore e il dolore che ha segnato quelle giornate, oggi, in questo mondo che sembra aver dimenticato il peso della storia, c’è chi gioca a ripetere gli errori del passato. La guerra, per alcuni, non è mai lontana. Le parole di guerra, giornale e tv vengono pronunciate troppo spesso, i conflitti si moltiplicano, mentre il mondo si prepara a sfiorare, ancora una volta, il baratro di una guerra globale. E noi, poveri cittadini di questo villaggio il mondo, subiamo le scelte di pochi uomini, lontani e indifferenti, che decidono delle nostre vite senza considerare il nostro futuro.

I racconti dei nostri nonni, che parlavano di sopravvivenza e di lotte quotidiane, per noi ultra sessantenni erano il nostro insegnamento. Quei racconti, lontani nel tempo ma vicini nel cuore, erano il nostro manuale di vita. Non erano solo storie di miseria, ma di coraggio e speranza, che ci spronavano a non arrenderci, a continuare a lottare nonostante le difficoltà.

Oggi, quei racconti non sono solo ricordi, ma insegnamenti che dobbiamo portare avanti. Perché il passato non va dimenticato, non possiamo permettere che le vittime del 14 luglio 1943 siano morte invano. Se il futuro deve essere diverso, allora è nostro dovere difendere la pace, continuare a credere nei sogni e, soprattutto, lottare contro le ingiustizie che i potenti del mondo impongono alle nostre vite. La memoria del passato deve essere il faro che ci guida oggi, per non ripetere gli stessi errori.

Intanto domani è in programma, da parte dell’amministrazione comunale, la cerimonia commemorativa dei bombardamenti su Paternò. L’evento avrà inizio alle ore 9.00, presso Villa Moncada, in memoria delle vittime della II Guerra Mondiale. Il rito si concluderà con l’omaggio floreale alla stele di padre Vincenzo Ravazzini.

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