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Cronaca

Biancavilla, viaggio tra le vie della zona rossa nel primo giorno di lockdown

La città biancavillese data la crescita dei contagi da covid, fino al prossimo 14 aprile, resta sotto osservazione

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Strade semivuote, poche persone nelle vie centrali, molte serrande abbassate e controlli delle forze dell’ordine. È la fotografia dell’inizio di zona rossa, arrivata ieri nel centro etneo in una giornata di sole. In giro, in tarda mattinata c’era qualcuno a passeggio con il cane, qualcun altro che entrava nei bar e si concedeva un caffè, rigorosamente d’asporto, mentre qualcuno altro ancora faceva sport in solitaria. Le mascherine erano sul viso regolarmente e il distanziamento rispettato. Verso sera poi progressivamente è calato il silenzio. Quello di ieri, nelle strade della città è stato un ritorno del lockdown, che non ha mostrato grandi differenze con le giornate in arancione. A spiccare, soprattutto, sono state le saracinesche abbassate e il vuoto di viale dei Fiori, da qualche anno divenuta la strada dello shopping cittadino. Un luogo che in questa settimana di Pasqua avrebbe registrato di sicuro il pienone. I bar, invece, hanno continuato con asporto e consegne a domicilio, mentre molti commercianti si sono recati in negozio per fare inventario o sistemare la merce a porte chiuse per la vendita on line. 

Esattamente a un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, i biancavillesi sono sembrati forse meno timorosi di uscire di casa per comprare beni essenziali come generi alimentari e sigarette, ma sicuramente più provati dal peso di questi 12 lunghi e difficili mesi. Il giorno più pesante per la comunità è stato vissuto esattamente la Domenica delle Palme dello scorso anno, quando si registrano i primi due decessi per il Coronavirus. Da allora il virus non si è più arrestato, è solo mutato. Anche sul territorio biancavillese, tinto di “rosso” da ieri mattina, dominano le varianti del nuovo coronavirus. La diffusione aumenta di velocità e, fattore nuovo, ora colpisce in prevalenza i giovani. In questo momentola classe di età più colpita è quella dei bambini e dei giovani adulti, dai 6 ai 40 anni. I contagi in paese, secondo l’ultimo bollettino, sono a quota 259. Numeri che hanno fatto scattare l’allarme del primo cittadino Antonio Bonanno e la conseguente ordinanza regionale fino al prossimo 14 aprile. La speranza è che questa serrata serva a limitare le uscite non indispensabili e a far rallentare in modo corposo la curva del contagio. Intanto sono stati intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine, che hanno presidiato le principali vie di accesso alla città, oltre che alcuni punti di controllo all’interno del territorio comunale. Sul posto, il Capitano della Compagnia di Paternò, Gianmauro Cipolletta, che ha dichiarato: «I servizi di controllo disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri coerentemente agli indirizzi strategici della Prefettura di Catania e della Questura per contrastare l’epidemia, continueranno su Santa Maria d Licodia e da ora in poi anche su Biancavilla, che verranno considerati come una grande area rossa, avvantaggiati dal fatto che si tratta di due comuni confinanti. I controlli verranno svolti 24 ore su 24 con posti di blocco dinamici, non fissi. Dai primi giorni di zona rossa a Santa Maria di Licodia, il feedback è positivo. La gente ha compreso la gravità della situazione rispettando le regole. In totale sono solo 27 le multe elevate in 6 giorni.  È necessaria la consapevolezza di tutti i cittadini, al di là del controllo, per superare questa fase di emergenza sanitaria».

Le forze dell’ordine in campo saranno tante, ovviamente al fianco dell’Arma dei Carabinieri il servizio verrà svolto con la polizia locale del comune di Biancavilla, con la compagnia della Guardia di Finanza di Paternò e di Catania, il personale del Commissariato di Adrano e il personale della Forestale. Si ricorda che per i riti di Pasqua sarà possibile andare in chiesa, sempre portando con sé l’autocertificazione, e optando per le chiese vicine alla propria residenza o al proprio domicilio. Le entrate in chiesa saranno comunque sempre contingentate, come, naturalmente, rimarrà obbligatorio indossare la mascherina e rispettare la distanza di sicurezza Tuttavia agli anziani e alle persone più a rischio è invece consigliato lo streaming. 

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Cronaca

Catania, tentano di rubare tre camion ma i carabinieri sventano il furto, un arresto

Si tratta di un 28enne catanese con precedenti di polizia giudiziaria, arrestato con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso e resistenza a pubblico ufficiale, si cercano i complici

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A Catania i carabinieri del comando provinciale sventano il furto di tre mezzi pesanti e arrestato uno dei presunti ladri.  In particolare  la notte scorsa un imprenditore nel settore dei trasporti su gomma che abita a ridosso del parcheggio veicoli della propria azienda, affacciandosi dalla finestra, ha notato tre mezzi pesanti in movimento pronti ad uscire dall’area recintata.  Dapprima, l’uomo ha contattato un proprio dipendente per chiedere spiegazioni circa quell’anomalo movimento dei tre autocarri per scoprire, subito dopo  che nessuno dei propri autisti era a lavoro in quell’insolito orario.

Avendo comprese che fosse in corso un furto l’imprenditore ha allertato le forze dell’ordine. Un mezzo dei carabinieri giunto a poche centinaia di metri dal luogo del furto ha intercettato uno dei mezzi pesanti  con alla guida un soggetto  che, alla vista dell’autovettura dei militari dell’Arma, avrebbe accelerato cercando  di guadagnarsi la fuga. Ne è scaturito un breve inseguimento; il conducente del mezzo avendo compreso, con molta probabilità  che  i militari non avrebbero mollato la presa, si sarebbe fermato bruscamente, scendendo dall’ autocarro per tentare di fuggire a piedi. I carabinieri, raggiunto il camion abbandonato sulla strada, hanno bloccato i propri mezzi e hanno rincorso l’uomo che, solo dopo qualche metro, è stato raggiunto e fermato.

Messo in sicurezza, quindi, si è proceduto ad identificarlo come un 28enne catanese con precedenti di polizia giudiziaria; arrestato con l’accusa di “tentato furto aggravato in concorso” e “resistenza a pubblico ufficiale”.  Nel frattempo, le altre pattuglie, che hanno perlustrato la zona, sono riuscite a rintracciare i rimanenti veicoli abbandonati lungo le vie limitrofe. Tutti gli autoarticolati sono stati sequestrati per essere sottoposti ad ulteriori accertamenti tecnici scientifici per risalire alle identità di tutti i partecipanti al colpo.  L’arrestato, al termine dell’udienza di convalida innanzi al GIP di Catania, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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ambiente

Catania, la CIA Sicilia Orientale su crisi idrica chiede intervento della prefettura

La convocazione di un un tavolo di confronto per affrontare le criticità in cui versano centinaia di produttori della Piana di Catania sia sotto l’aspetto economico che in quello relativo alle produzioni agricole

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“Chiediamo a sua eccellenza il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, di farsi promotrice di un tavolo di confronto per verificare lo stato dell’arte ad oggi delle ormai disastrose condizioni in cui versano centinaia di produttori della Piana di Catania sia sotto l’aspetto economico per la perdita secca del reddito sia sulle produzioni agricole, colture cerealicole in primis, e zootecniche già compromesse”. La sollecitazione arriva dal coordinamento di Giunta della Cia Sicilia Orientale che invoca gli interventi da approntare con urgenza, stante le alte temperature da stagione estiva e il perdurare della mancanza di acqua negli invasi del bacino imbrifero della Piana di Catania.

 

“Non staremo ad elencare le misure necessarie che da tempo si dibattono in diversi tavoli istituzionali – si legge nella lettera – né a sollecitare la quanto mai urgente e immediata necessità che il Consiglio dei Ministri riconosca lo stato di emergenza nazionale per la Sicilia”. “Intendiamo richiamare la sua attenzione, piuttosto,  sulla necessità di imprimere una velocizzazione nei lavori e negli interventi individuati o da individuare per trovare le risorse idriche che mancano e ed evitare lo sperpero di acqua dove c’è. Dalle paratie di Ponte Barca sul Simeto, per esempio, sono state individuate copiose perdite: l’acqua continua a scorrere nel fiume senza essere utilizzata per l’immissione nei canali”.

 

“Sono tanti gli interrogativi e i dubbi che attendono risposta, mentre le campagne muoiono di sete:  Bisognerebbe velocizzare l’intervento provvisorio per dotare l’invaso di Lentini di un impianto di sollevamento pur parziale; la possibilità di utilizzare le acque reflue in alcune realtà territoriali che una volta depurate potrebbero essere immesse nelle conduttore; gli interventi di pulizia dei fondali dell’invaso Pozzillo come incidano sull’attuale momento e quali i tempi di realizzo. E ancora, a che punto si trova l’annunciato piano di ricerca delle acque dal sottosuolo e l’utilizzo dei pozzi oltre il piano di manutenzione delle condotte? Come procede l’avvio dei lavori dell’invaso Pietrarossa dopo 26 anni di fermo? E la mancata Riforma della Bonifica, di cui si discute da 29 anni,  sarà l’ennesima fumata nera?”.“Riteniamo importante che il tavolo istituito per affrontare le emergenze trovi il modo di monitorare l’andamento dei lavori, la velocizzazione delle gare nel rispetto delle normative”.

 

Intanto l’Anbi (associazione dei consorzi di bacino) lancia un allarme definendo drammatica la situazione idrica in Sicilia. “Nonostante una timida ripresa (poco più di 13 milioni di metri cubi in un mese) – spiega l’Anbi -, negli invasi siciliani mancano complessivamente circa 670 milioni di metri cubi d’acqua (-68%), ma soprattutto si è ben 145 milioni sotto al precedente record negativo, registrato nel siccitoso 2017”.  “Secondo il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano – prosegue l’Anbi -, da Settembre 2023 il deficit pluviometrico medio sulla regione si aggira sui 300 millimetri, con punte di mm. 350 sulla provincia di Catania: ciò significa che l’apporto d’acqua nei mesi tradizionalmente più piovosi (da Settembre ad Aprile) è praticamente dimezzato rispetto alla media storica di mm 620!” “Il mese di marzo sull’Isola è stato estremamente siccitoso per le province centrali e soprattutto Sud-Orientali – spiega l’associazione -, dove le cumulate registrate sono state tra il 70% ed il 90% inferiori alla norma in buona parte dei comuni tra le province di Catania, Siracusa, Enna e Caltanissetta”.

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