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A Bronte è stato presentato il comitato “Tu.Etna”, per favorire lo sviluppo turistico

Il progetto vede insieme un gruppo di imprenditori da Santa Maria di Licodia a Randazzo. Primo obiettivo: creare rete con le Istituzioni.

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Programmare il turismo sull’Etna, valorizzare il vulcano attivo più alto d’Europa, anche dal punto di vista turistico. Con questo scopo alcuni imprenditori, nell’area compresa tra i Comuni di Santa Maria di Licodia e Randazzo, hanno deciso di mettersi insieme e di dar vita ad un comitato; si chiama “Tu.Etna”.

“Tu” sta per turismo, che alcuni imprenditori vogliono sviluppare sul territorio. La prima loro richiesta è rivolta alla Ferrovia Circumetnea, alla quale chiedono che la littorina possa rimanere attiva non solo nei giorni feriali, ma anche la domenica, pubblicizzando eventi e con personale che parli in inglese.

Gli imprenditori nel presentare la nuova iniziativa, hanno messo in evidenzia quali sono i punti critici del sistema: oltre alla mancanza di una rete di trasporti pubblici attiva nei giorni festivi; vi è anche la mancanza di una programmazione chiara e organizzata che possa mettere insieme imprenditori e Istituzioni locali e regionale, mentre di fatto si continua ad agire senza una cabina di comando, ottenendo risultati assolutamente esigui. Altro problema, la presenza di rifiuti sia sulle strade che in pieno parco dell’Etna.

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In Primo Piano

Giarre, operazione “Tigre Reale”, sgominato gruppo dedito al traffico e spaccio di droga

Quattro i soggetti arrestati dai carabinieri della locale compagnia mentre ad altre 16 persone è stato notificato l’avviso di conclusioni indagini

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Con l’operazione “Tigre reale”, scattata all’alba di oggi, i carabinieri della compagnia di Giarre  hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali emessa dal Gip  nei confronti di 4 soggetti indagati, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nonché per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Inoltre i militari dell’Arma hanno notificato gli avvisi di conclusione indagini  ad altri 16 soggetti che risultano iscritti nel registro degli indagati.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dai carabinieri della locale compagnia, da settembre 2019 a giugno 2021, si è sviluppata sia mediante tipologie d’indagine tradizionali, come  servizi di osservazione e pedinamento, sia attraverso un’attività tecnica di intercettazione.  L’attività investigativa  avrebbe consentito di disarticolare un gruppo dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere “Jungo” di Giarre.

Al vertice vi sarebbero stati Maurizio Viscuso e Stefano Mario Sciacca, entrambi raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere.  Le indagini hanno accertato la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di Maurizio Viscuso, Salvatore e Giuseppe – entrambi arrestati – e di sua moglie. Quest’ultima si sarebbe occupata di diffondere le direttive del marito, Maurizio Viscuso, agli altri appartenenti al gruppo che  avrebbe avuto anche il placet del clan Laudani di Piedimonte Etneo.

La rete di vedette sarebbe stata gestita dalla moglie di Maurizio Viscuso che si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni. Secondo l’accusa Giuseppe Viscuso si sarebbe occupato dell’attività di spaccio e del recupero crediti relativo ad alcune consegne di stupefacente, mentre Salvatore, sarebbe stato l”alter ego’ del padre, che avrebbe accompagnato nelle trasferte per il carico dello stupefacente sia nel giarrese che a Catania, e contrattato insieme a lui il prezzo del quantitativo di droga. Il fratello più grande avrebbe comunque mantenuto un ruolo ‘operativo’ provvedendo in prima persona al confezionamento e allo spaccio delle singole dosi di cocaina, trattando in prima persona con gli acquirenti, con la prerogativa di poter applicare eventuali sconti.

L’inchiesta della Procura di Catania avrebbe fatto luce anche sul pestaggio di uno spacciatore al dettaglio che nell’agosto del 2020, dopo essersi rifornito dall’emporio della droga dei Viscuso, avrebbe osato mettere in discussione la qualità e il taglio dello stupefacente.

Durante le indagini i carabinieri hanno arrestato 10 pusher per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, sequestrato oltre 1 kg di marijuana e 350 grammi di cocaina e mille euro in contanti.

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Cronaca

Catania, arrestati dalla polizia due fratelli gemelli di 38 anni per tentato omicidio

Alla base del fatto di sangue ci sarebbero problematiche legate alla relazione sentimentale tra la vittima e la compagna, madre dei due fratelli

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Arrestati dagli agenti della Squadra Mobile e delle volanti della Questura di Catania  due fratelli gemelli di 38 anni accusati di tentato omicidio in concorso e di porto di strumenti atti ad offendere. Le indagini hanno permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero come i due arrestati sarebbero gli autori di “gravi condotte illecite” perpetrate ai danni di un 56enne. In particolare, le indagini che hanno avuto origine dalla segnalazione giunta alla sala operativa, di una lite avvenuta in piazza Mercato, nel rione Monte Po, a seguito della quale una persona era rimasta gravemente ferita poiché raggiunta da più colpi di arma da taglio. Sebbene in via Gaetano Di Giovanni, il luogo segnalato non vi fosse la presenza di alcun soggetto, i poliziotti hanno notato alcune tracce ematiche, un tagliabalsa per poi scorgere delle persone intenti ad indicare la presenza della persona ferita.

Giunti sul posto e trovata la vittima insanguinata, con evidenti lacerazioni alle mani, al capo e al fianco sinistro, è stata identificata e fatta trasportare dal personale del 118, nel frattempo, allertato, presso l’ospedale “San Marco”, in codice rosso. Sul luogo teatro degli eventi, oltre agli agenti della Squadra Mobile e delle Volanti già presenti, sono stati inviati agenti specializzati del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, per il sopralluogo e per repertare tracce ematiche e tagliabalsa. Dalle indagini è emerso che dopo una prima accesa lite avvenuta telefonicamente tra uno dei fratelli e la vittima, per problematiche legate alla relazione sentimentale tra quest’ultima e la compagna, madre degli autori del delitto, entrambi i fratelli si sarebbero presentanti, a bordo della loro autovettura, sotto l’abitazione del 56enne, ingaggiando una animata discussione degenerata poi nel tentato omicidio.

Nel corso delle serrate indagini, presso un altro nosocomio cittadino, si è presentato con un coltello, a suo dire, sottratto alla vittima durante le fasi di colluttazione, parimenti posto sotto sequestro, uno dei due fratelli, il quale, dopo essere stato medicato, con diagnosi di “piccola infrazione della porzione superiore del versante anteriore delle ossa nasali. FLC del naso”, prognosi di 30 giorni, è stato condotto negli uffici della Squadra Mobile, dove ha reso spontanee dichiarazioni, confermando sostanzialmente le responsabilità sue e del fratello, rintracciato quest’ultimo in serata presso la sua abitazione.

Dalle risultanze di indagine acquisite è emerso che il tentato omicidio sarebbe maturato nel contesto familiare, per la disapprovazione della relazione tra la vittima e la compagna, madre dei fratelli. I due fratelli sono stati rinchiusi nel carcere di Catania Piazza Lanza in attesta dell’udienza di convalida dinnanzi al Giudice per le indagini preliminari. Il ferito è ricoverato in terapia intensiva e rianimazione, con prognosi riservata, per aver riportato “ferite da taglio multiple con iniziale compromissione emodinamica, ferite (multiple) di sede non specificata, con complicazioni”.

 

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