Associazione a delinquere finalizzata alla commissione di usura e abusivismo finanziario. Sono i reati contestati dalla Procura di Catania a quattro persone Rosario Fichera, di 61 anni, Maria Concetta Torrisi, di 52, Caterina Fichera, 26 anni e Mario Patanè, 68 anni. Secondo l’accusa avrebbero prestato soldi a tassi usurari che potevano arrivare anche quasi al 1600% annuo. Le quattro persone sono state arrestate dagli agenti del commissario di Acireale nel corso dell’operazione “Arpagone”. Rosario Fichera e Maria Concetta Torrisi sono stati rinchiusi in carcere, Caterina Fichera è stata posta ai domiciliari, mentre Mario Patanè ha ricevuto il provvedimento in carcere dove si trova detenuto per altre vicende.
Le indagini durate sei mesi, da dicembre del 2021 a giugno del 2022, sono partite dalla denuncia di alcune vittime(si trattava di soggetti in difficoltà economiche) ormai allo stremo in quanto non più capaci di corrispondere gli interessi altissimi richiesti dagli arrestati. Dalle indagini è emerso che quest’ultimi avrebbero richiesto alle loro vittime la corresponsione di interessi fra il 10-40% mensili, da ricalcolare e parametrare ad interessi annui iperbolici. Uno dei casi più significativi ha riguardato un operaio industriale al quale per un prestito di mille euro sarebbero stati richiesti 300 mensili di interessi (30% mensile – 360% annuale); sempre alla stessa vittima per un prestito di 300 euro sarebbero stati richiesti 100 euro settimanali di interessi con un tasso illegale (33% settimanale, 132% mensile e 1584% annuo).
Le vittime per estinguere il debito avrebbero dovuto restituire, in un’unica soluzione, l’intera somma ricevuta in prestito più il 10% della stessa, quale ultimo interesse da corrispondere. Un altro modo per estinguerlo sarebbe stato quello di corrispondere, oltre a una rata periodica degli interessi, un’altra rata di importo maggiore fino a raggiungere la somma capitale avuta in prestito più il 10% per l’ultimo interesse dovuto. Nel corso delle indagini della polizia di stato, condotte attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e videosorveglianza, gli investigatori hanno individuato il ruolo di ogni singolo soggetto che avrebbe fatto parte del gruppo di usurai; è stato possibile anche individuare le numerose vittime e i tassi d’interesse applicati.
Di rilievo per l’attività investigativa sono state due intercettazioni: nella prima Maria Concetta Torrisi parla con la figlia Caterina Fichera e nel corso della quale la madre, fuori sede, avrebbe raccomandato alla giovane alcuni incassi da fare, commentando cifre e nominativi riportati su un calendario da considerarsi come uno scadenzario. Nella seconda intercettazione i coniugi Rosario Fichera e Maria Concetta Torrisi avrebbero spiegato alla figlia sedicenne come funziona l’usura, rimanendo spiazzati di fronte alla sorpresa della giovane che non riesce a comprendere come mai, nonostante il debitore, nel tempo, abbia versato cifre enormi, anche 3- 4 volte i soldi ricevuti, non abbia estinto il prestito ricevuto ancora interamente preteso. La conclusione che ne sarebbe venuta fuori da parte dei due coniugi sarebbe stata quella che la figlia non “potrà dedicarsi all’attività di famiglia”; dalle indagini è emerso che anche i genitori di Rosario Fichera, oggi defunti, avrebbero esercitato l’attività di usura: nel 2013, infatti, le due generazioni dei Fichera sono state arrestate nell’ambito dell’operazione “Affari di famiglia”, in quanto responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’usura. Dagli approfondimenti è stato accertato che Fichera, nonostante l’ingente disponibilità di denaro, avrebbe percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.