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Cronaca

Adrano, duro colpo al clan Santangelo – Taccuni: 35 le persone indagate

Tra i fermati Toni Ugo Scarvaglieri, l’uomo che, in una intervista, definì il collaboratore di giustizia Valerio Rosano “un morto che cammina”.

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“Adrano Libera” è l’operazione antimafia portata a termine, nella giornata di oggi, dagli agenti di polizia del commissariato di Adrano e dai colleghi della Squadra Mobile di Catania contro il clan “Santagelo-Taccuni”, legato ai santapaoliani di Catania. Trentacinque le persone indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa e traffico di cocaina, eroina e marijuana con l’aggravante di essere un’associazione armata e di avere agevolato il clan Santangelo-Taccuni. Contestati anche reati  contro il patrimonio e il furto di un Atm.  In carcere sono finite 15 persone; notificato, invece,  il provvedimento cautelare in carcere a 12 indagati già detenuti, mentre per altri quattro sono scattati  domiciliari. Il Gip Giovanni Cariolo ha disposto anche l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre persone. Uno dei destinatari della custodia cautelare in carcere è attualmente detenuto all’estero e per lui sono stati già attivati i canali Interpol per la notifica del provvedimento.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Catania alla quale hanno preso parte il Questore  Mario Della Cioppa, il capo della Mobile Marco Basile e dirigenti del commissario di Adrano. Secondo la Procura Gianni Santangelo, già detenuto per altra causa sarebbe a capo dell’organizzazione criminale, mentre Antonino Bulla, Giuseppe e  Antonino La Mela, Rosario Galati Massaro, Toni Ugo Scarvaglieri e Carmelo Scafidi  sarebbero stati gli organizzatori degli affari dei Santangelo. Le indagini, partite nel maggio del 2017, si sono avvalse anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Valerio Rosano, appartenente alla omonima famiglia,  organica al clan Santagelo. La notizia del suo ‘pentimento’ ebbe forti ripercussioni nella sua famiglia, visto che il padre Vincenzo era un esponente di vertice del clan. La reazione della cosca fu pubblicamente manifestata con l’affissione di locandine funerarie nel centro storico di Adrano che annunciavano la morte di Valerio Rosano e fissavano le sue esequie in una chiesa inesistente, il cui indirizzo era quello del commissariato di Adrano.

Dell’episodio si occupò anche la trasmissione ‘Striscia la notizia’, alla cui inviata l’indagato Toni Ugo Scarvaglieri, tra gli arrestati, espresse forte repulsione per la scelta del collaboratore, arrivando a definirlo “un morto che cammina”. Dalle indagini è emerso anche un vasto traffico sostanze stupefacenti provenienti dalla Lombardia e sono stati eseguiti importanti sequestri di droga. Il clan, che gestiva tre piazze di spaccio’ ad Adrano, si approvvigionava nel messinese, in Calabria e in Campania. Per garantire la liquidità necessaria al mantenimento della cassa comune da impiegare in attività illecite, gli uomini del clan si sarebbero resi responsabili anche di reati contro il patrimonio. Rubato il bancomat del Credito Emiliano ad Adrano nel dicembre del 2017; dentro circa 25 mila euro che servirono per acquistare la droga. Fallì, invece, il tentato furto di un altro bancomat ai danni di un istituto di credito di Randazzo.  Nel corso dell’operazione sono stati confiscati beni per quasi 400 mila euro riconducibili alla moglie e al fratello di Santangelo.

Ecco l’elenco degli indagati: in carcere

  1. ARENA Giuseppe cl. 73;
  2. BUA Kevin cl. 99;
  3. BULLA Antonino, inteso “u picciriddu”, cl. 99; 
  4. CASTELLI Fabio cl.92;
  5. DIOLOSA’ Salvatore, inteso “Turi a niura”, cl. 57;  
  6. D’OCA Salvatore Placido cl. 98;
  7. FOTI Antonino cl. 93;
  8. FOTI Emiddio Fabio cl. 88
  9. LA VILLA Domenico, inteso “Mimmu ‘u turcu”, cl. 67;
  10. LIOTTA Nicolò cl. 77;
  11. LONGO Federico cl.83;
  12. PALMIOTTI David cl. 82;
  13. SALANITRO Nicola cl 89;
  14. SCAFIDI Carmelo, inteso “‘u tignusu”, cl. 68;
  15. SCARVAGLIERI Toni Ugo cl. 73.

Il provvedimento del G.I.P. è stato altresì notificato in carcere a:

  1. BULLA VINCENZO cl.94;
  2. D’AGATE ANTONINO, inteso “Nino ‘u babbaleccu” o “Ninu u’ babbu”,  cl.72;
  3. D’AGATE Nicolò, inteso “u piduocchiu”, cl. 72;
  4. DACI Ermir, cl. 71;
  5. FOTI Salvatore, inteso “turi u sceccu”, cl. 69;
  6. GALATI MASSARO ROSARIO, inteso “spara frecce” cl. 94;
  7. LA MELA ANTONINO, inteso “tarantella”,  cl. 75;
  8. LA MELA GIUSEPPE, inteso “tarantella”,  cl. 73;
  9. ROSANO NICOLO’ ,  inteso “pipituni”cl. 80;
  10. ROSANO Vincenzo, inteso “pipituni” cl. 68;
  11. SANTANGELO Gianni, inteso “Giannetto” cl. 83;
  12. VINCIGUERRA IGNAZIO, inteso “ gnaziu a cascia”,   cl. 65;

Inoltre è stata notificata la misura cautelare degli arresti domiciliari a:

  1. LANZA Pietro, inteso “zicchinetta”; cl. 83;
  2. LEONARDI Roberto, cl. 82;
  3. MANAGO’ Giovanni, cl.75;
  4. MANNINO Domenico, inteso “Domenico”, cl. 89;

e quella dell’obbligo di presentazione alla P.g. a:

  1. AMATO Antonino, cl. 49.
  2. SALAMONE Domenico, cl.62;
  3. TRUGLIO Salvatore, cl. 94;
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amministrazione

Mascalucia, Mosema: 13 indagati per bancarotta fraudolenta, fra questi sindaci ed ex amministratori

L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell’azienda

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La Procura della Repubblica di Catania ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a 13 persone, accusate di bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Mosema, la società che si occupava della gestione dei rifiuti nel Comune di Mascalucia, dichiarata fallita nel 2020. L’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Fabio Saponara e Margherita Brianese, è nata da una relazione redatta dal curatore fallimentare nominato per la gestione della società. L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell’azienda.

Tra gli indagati, come riportato dal quotidiano La Sicilia, figurano nomi di rilievo delle istituzioni locali: l’attuale sindaco di Mascalucia Vincenzo Antonio Magra, l’ex primo cittadino Giovanni Leonardi, l’attuale presidente di Kalatambiente Concetta Italia, e il commercialista Fabio Sciuto.

Le accuse

Le ipotesi di reato si articolano in due distinti capi d’imputazione: la Manipolazione dei bilanci che riguarda -scrive ancora il quotidiano “La Sicilia”- gli ultimi presidenti del consiglio di amministrazione della Mosema: Concetta Italia, Gaetano Antonino Belfiore, Fabio Sciuto, Angelo Spina. Coinvolti anche il liquidatore Maurizio Verona, in carica dal maggio 2019, e i consiglieri delegati Maria LombardoGiuseppe Finocchiaro e Salvatore Fazio. Secondo l’accusa, avrebbero deliberatamente fornito dati falsi o omesso informazioni rilevanti sulla reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’azienda, già in crisi dal 2013.

Il secondo capo d’imputazione- si legge ancora nel quotidiano “La Sicilia”- coinvolge gli amministratori e funzionari del Comune di Mascalucia, socio di maggioranza della Mosema. Oltre ai sindaci Leonardi (in carica dal 2013 al 2018) e Magra (dal 2018), risultano indagati: Danilo Ambra, ex responsabile dell’area finanziaria Alfio Raffaele Gibilisco, ex responsabile dell’area tecnico-urbanistica, Filippo Pesce.

Secondo i magistrati, le condotte dolose degli indagati avrebbero causato direttamente il dissesto finanziario della Mosema, compromettendo definitivamente l’operatività dell’azienda pubblica.

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Cronaca

Adrano, consegnati i lavori per la realizzazione della Casa della Comunità

La struttura è classificata come “hub”, e avrà al suo interno dei servizi aggiuntivi rispetto alla “spoke”, quali punto prelievi, radiologia e Consultorio.

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Sono stati consegnati, ieri, i lavori per la realizzazione della Casa di Comunità di Adrano.

L’iter burocratico rappresenta un primo significativo passo in avanti per la realizzazione dell’opera che, secondo le intenzioni, punterebbe a migliorare e ad ottimizzare l’offerta sanitaria pubblica nel territorio. La Casa di Comunità di Adrano è classificata come “hub”, e avrà al suo interno dei servizi aggiuntivi rispetto alla “spoke”, quali punto prelievi, radiologia e Consultorio.

L’intervento è finanziato con le risorse della Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ha un importo complessivo di 1.656.132,80 euro. L’opera deve essere ultimata entro dicembre 2025.

Alla consegna dei lavori il responsabile unico del progetto (RUP), Nicolò Alberio, la Direzione dei lavori e i rappresentanti dell’impresa aggiudicataria.

Il progetto rientra nel programma più ampio delle 29 Case di Comunità per le quali l’Asp di Catania ha ottenuto i finanziamenti per creare presidi aperti 24 ore su 24, sette giorni sette, in cui i cittadini potranno trovare un’offerta integrata di servizi assistenziali, quali medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri di famiglia e di comunità, insieme ad altri professionisti sanitari, che opereranno in sinergia e saranno supportati da adeguata strumentazione diagnostica per l’espletamento delle funzioni.

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