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Cronaca

Adrano, madre e figlio denunciati per detenzione e spaccio di eroina

La donna avrebbe occultato la droga all’interno del reggiseno: trovata in casa una somma di 850 euro, probabile provento dello spaccio

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Detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacenti. Sono i reati contestati dalla polizia di stato del commissariato di Adrano ad una donna di 41 anni e al figlio di 23 anni. I due sono stati denunciati a piede libero.  L’azione degli agenti del commissariato di Adrano rientra nell’ambito di una specifica attività di controllo del territorio, finalizzata a contrastare ogni forma di illegalità.  I poliziotti avendo avuto la segnalazione che all’interno dell’abitazione dove risiedono i due indagati, potesse esserci della droga, si sono recati immediatamente presso l’immobile dove abitano madre e figlio, per effettuare una perquisizione.

Alla vista degli agenti, la donna avrebbe occultato due involucri all’interno del proprio reggiseno. Il gesto della 41enne non è passato inosservato ai poliziotti i quali hanno invitato la donna a consegnare spontaneamente quanto nascosto.  La 41enne avrebbe consegnato ai tutori della legge i  due contenitori al cui interno si trovava dell’eroina. La successiva perquisizione dell’abitazione avrebbe permesso di rinvenire 850 euro, somma  suddivisa in banconote di vario taglio. Inoltre è stato accertato che l’impianto dell’energia elettrica della  era scollegato dal relativo contatore e allacciato alla rete generale. Per tale motivazione la donna  è stata anche denunciata per il furto di energia elettrica.

E’ sempre ad Adrano i poliziotti hanno denunciato un marocchino di 40 anni, per guida in stato di ebbrezza. L’uomo, infatti, è stato notato dalla volante chinato sul sedile della propria auto, rimasta accesa, privo di sensi. Il successivo controllo ha permesso di accertare che all’interno dell’autovettura ci fossero diverse bottiglie di birra vuote. L’uomo è stato condotto all’ospedale e sottoposto all’alcool-test, il quale ha certificato che il  tasso alcolemico del 40ene aveva superato i valori indicati dall’art. 186 del Codice della Strada.

 

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Cronaca

Etna, cessata nella serata di ieri l’attività di fontana di lava dal cratere di sud-est

Si è conclusa alle 20.35 circa (tempi Gmt) e nella fase più intensa ha prodotto una colonna eruttiva alta sino a circa 6000 m s.l.m.

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L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha comunicato che l’attività di fontana di lava al cratere di sud-est si è conclusa alle 20.35 circa di ieri sera-(tempi gmt). L’attività eruttiva nel suo acme ha prodotto una colonna eruttiva alta sino a circa 6000 m s.l.m., con dispersione nei quadranti nord-orientali del vulcano; sono state ricevute segnalazioni di ricaduta di cenere negli abitati di Fiumefreddo, Calatabiano e Giardini Naxos. La fontana di lava è stata accompagnata da attività effusiva che ha messo in posto due flussi lavici che dal cratere di Sud-Est  si sono propagati in direzione Sud ed Est.

Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico, dopo aver raggiunto i valori massimi intorno alle 20.30 ha mostrato un chiaro trend in decremento ed alle 22 circa ha raggiunto l’intervallo dei valori medi, dove tuttora permane. Le sorgenti del tremore sono rimaste confinate nell’area del cratere di sud-est alla profondità di circa 3000m sopra il livello del mare. Anche l’attività infrasonica ha mostrato un significativo decremento ed intorno alle 21:30 si è quasi del tutto esaurita.  I dati clinometrici hanno mostrato l’inizio del fenomeno parossistico intorno alle 18 di ieri sera e la stazione più sommitale, alle 19.20 aveva registrato  una variazione di oltre 2 microradianti.

Anche l’analisi dei dati dilatometrici (strainmeter) ha mostrato una variazione a partire dalle 17.50 ; alle 21.05 circa il segnale ha indicato l’esaurimento del fenomeno e la decompressione complessiva raggiunge un valore di circa 197 nanostrain, corrispondente a quasi 3 milioni di mc eruttati. L’attività dell’aeroporto Fontanarossa non ha subito rallentamenti.

 

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Cronaca

Catania, braccialetto elettronico per un 39enne che minaccia la moglie

A denunciare l’uomo alle forze dell’ordine la segnalazione di una persona che, mentre era in attesa in una sala di un ospedale, aveva prestato il cellulare all’indagato che ha chiamato la consorte

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La Procura di Catania ha indagato un 39enne per di atti persecutori aggravati, applicando nei confronti di quest’ultimo la misura cautelare di divieto di avvicinamento alla moglie e installazione del cosiddetto braccialetto elettronico.  Le indagini sono state avviate dalla segnalazione di una persona che, mentre era in attesa in una sala di un ospedale, aveva prestato il cellulare all’uomo che lo aveva dimenticato a casa, quest’ultimo ha chiamato  la moglie e l’avrebbe minacciato pesantemente. A fine chiamata il proprietario del telefonino, che ha sentito la conversazione, preoccupato ha allertato la polizia postale con una mail.

Le indagini hanno permesso di identificare la donna, che era la titolare dell’utenza telefonica che era stata chiamata dall’indagato. I poliziotti hanno ascoltato la signora, madre di minorenni, che ha raccontato le vicende di minacce e molestie subite nel corso del tempo dal marito dopo la separazione. È emerso che l’indagato avrebbe minacciato la donna con frasi come “se ti vedo con un altro ti ammazzo davanti la scuola”, “prima che mi denunci ve la faccia finire male a tutti”. L’uomo avrebbe, inoltre, tempestato la vittima di innumerevoli telefonate e messaggi, tanto da ingenerare in lei un costante timore per l’incolumità sua e dei figli e costringendola a modificare le sue abitudini di vita.  Le risultanze investigative acquisite dalla Polizia postale hanno consentito alla Procura di Catania di richiedere e ottenere dal Gip la misura cautelare nei confronti dell’indagato.

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